28.1.02

LUCIANA FOLENA RIVELA LA SUA ETA'

Ho 67 anni. Come li porto?



Li porti benissimo, Luciana. Finché si spera si è ragazzini. Claudio

27.1.02

da Pino Dall'Omo

LETTERA DAL GULAG



Ad un nutrito gruppo di lobbisti che si lamentano perchè c'è il male, gli
stronzi, il cancro e la morte e Berlusconi. In particolare a Massimo
Albertario che dice "Anch'io credo che questa malattia prima o poi debba
essere sconfitta" vorrei ricordare che il libro dei sogni si chiude tutte le
mattine e che il cancro in parte ce lo regala mamma natura ed in parte ce lo
procuriamo da noi soli, ed è pure interclassista(*). Anche il governo di
destra ce lo siamo procurato da soli, chi perchè lo ha votato e chi perchè
non ha fatto abbastanza per votare ... il centrosinistra (sic!).


Ieri sera ho visto un pezzo di "Mi manda rai tre" ed ho assistito alla
solita rappresentazione di consumatori gabbati da quelli più furbi di loro.
Debbo dire che non provo altro che rabbia per queste persone che però, a ben
seguire la vicenda, si vede che sottoscrivono contratti troppo belli per
essere veri, e ci cascano sempre! gli stolti. E ci sono cascati alle
elezioni, con la piccola differenza che la loro scelta condiziona anche me,
che quella scelta non ho fatto.


Le arance e l'ultima buona azione della lira. Metto tutto assieme perchè
queste iniziative caritatevoli per nulla trasparenti - ne avete visto solo
una che pubblichi i bilanci dei costi, dei ricavi e dei benefici? - siano
delle belle iniziative proposte dai soliti lobbisti (altri da noi, per usare
un linguaggio alto) per il loro tronaconto. Ma li avete visti i bidoni e
bidoncini che hanno distribuito a centinaia di migliaia per l'italia: ci
vuole il muletto a spostarli se sono pieni di monetine. E le spese di
tipografia? E lo spazio in radio? Sorvolo sulla Loren, ma colgo l'occasione
per dire che mi è antipatica. Quanto costa tutto questo e quanto arriva ai
ricercatori. Perchè caro CSF non ci fai su una bella inchiesta, oppure chi
conosce il fornitore dei bei bidoncini non ci relazione sul loro costo
complessivo? Altro è aiutare iniziative come quelle di Strada, che puoi
giudicare per quello che dice e che fa, lui direttamente.


Prima pagina. Da quando manchi tu, è veramente una tristezza: quando torni?
Ma anche Dell'Arti non è male. Anzi, a mio giudizio è uno dei migliori
proprio per il rapporto dialettico che instaura con gli ascoltatori. Ascolto
la trasmissione dall'inizio e debbo dire che la parte che mi interessa di
più è la seconda. Odio quelli che "mi faccia la domanda" ed in questo senso
ritengo sia la redazione responsabile della distorsione. Anche nel sito di
Claudio il bello è il colloquio, mica solo leggere i suoi interventi. Vi
invito pertanto a scrivere alla redazione, a quelli che la pensano quasi
comne me, protestando.



(*) Non vale la constatazione che Berlusconi lo ha avuto ma che pagando (un ex Ministro del centrosinistra?) gli è passato. Non abbiate timore: anche Berlusconi è mortale.

23.1.02

da Natalino Russo, Seminara

URBI ET ORBI




Francy,è vero,ha scritto una bellissima prima parte di lettera dove sembrava parlasse ad Urbi,poi ha virato a sinistra e,come il mullah Omar,ha parlato agli orbi,arrivando addirittura ad inventarsi che il giudice Brambilla l'avrebbe trasferito Silvio quando fu lo stesso a chiedere il trasferimento ben 2 anni prima del processo. Non è di questo che però vorrei parlare,ma di quello che siamo diventati,della nostra perdità di dignità,di senso della giustizia,di onestà intellettuale,della facilità con la qualle bolliamo chiunque di razzista comunista fascista rozzo ignorante ladro corrotto corruttore senza conoscere a fondo persone e fatti ma per partito preso se non peggio per tornaconto personale.Abbiamo un binocolo:le malefatte degli amici le guardiamo in campo lungo e diventano un punticino lontanissimo;quelle dei nemici(e già la parola nemici non dovrebbe esistere)dalla parte che ingrandisce. Si parla tanto di prostituzione cioè vendita del corpo per procurarsi piacere e si dimentica un altro commercio quello delle menti che ci procura travasi di bile e ci fa diventare quello che non siamo:io che magari per Davià sono becero e viceveresa lui per me;quando magari come successe con Brandalise(Dove sei ?)alla fine convenimmo di essere due brave persone scambiaopinioni. Ci vendiamo perchè deleghiamo ad altri volponi di pensare per noi.E cosi non giudichiamo più i fatti in sè,ma li valutiamo diversamente a seconda di chi li commette. Facciamo come a scuola quando alla lavagna si tracciava una riga verticale per separare i buoni dai cattivi,con la scusante per allora che avevamo dieci anni e l'aggravante che ora siamo negli anta. Ora pur essendo nella piena facoltà di intendere e di volere giudichiamo in modo diverso due persone che abbiano commesso lo stesso errore e/o reato o che rilasciano la stessissima dichiarazione. In caso di scontri polizia-dipendenti postal market,nel 1988 la sinistra sta coi lavoratori e la destra coi poliziotti;per gli stessi incidenti avvenuti a Lambrate nel 97,con gli stessi protagonisti e identici motivi di protesta(minaccia di licenziamenti) la destra stava coi dimostranti e la sinistra,in quel momento al governo con la polizia. Ci indignano i gulag e minimizziamo o addirittura neghiamo i lager e viceversa.Un assassino o un rapinatore o un ladro che solo si ricordi di alzare il pugno chiuso o di salutare romanamente trova l'una o l'altra metà di noi pecoroni pronti a prenderne le difese.Io che in una mia esperienza lavorativa ho trattato così bene alcuni extracomunitari al punto da essere chiamato da loro "papà" mi devo sentire definire xenofobo o razzista ed egoista da chi magari negherebbe loro un bicchiere d'acqua.La stessa persona che votando Orlando era considerata un galantuomo diventa di colpo filo-mafioso se vota Cammarata.Noi stessi destri x partito preso difendiamo Previti o Borghezio facendoci forza del fatto che di là ritengono Cossutta un patriota e DeBenedetti un disinteressato amico del popolo.Raddoppiando la malafede e rafforzando quei signori.Un Berlusconi che non ha mai licenziato,che ha creato 60 mila posti di lavoro molti dei quali occupati da vip e sconosciuti di sinistra diventa uno sporco capitalista altri che le aziende le hanno ereditate o con operazioni poco chiare che licenziano e cassintegrano e non tollerano opposizioni interne passano per capitalisti illuminati e disinteressati.
E sbagliamo tutti a volte offendendoci,perdendo in dignità mentre ,magari Previti e Debenedetti stanno combinando qualche affare insieme e deputati e senatori rossi e neri diventano milanisti rossoneri uniti per aumentarsi lo stipendio con l'unico voto contrario della Malavenda che non assurge,al contrario di miliardari come Fabio Fazio,a paladina dei poveri. Potrei continuare per ore anche se forse si può ridurre tutto ad una sintesi:non usiamo la nostra testa,prostituiamo la mente,non ci nutriamo di dubbi,di domande,di voglia di ricrederci e di chiedere scusa.Siamo come quelle persone miti che una volta saliti in automobile diventano volgari,bestemmiatori e ammazzerebbero per un parcheggio. Concludo scusandomi per qualche eccesso polemico,ma chi mi legge senza prevenzione sa che infarcisco tutto d'ironia e non considero nemico nessuno;ed invitando tutti a riappropriarci della nostra indipendenza di giudizio:qualche "chiedo scusa" un "ho sbagliato"o "hai ragione" non guasterebbe,anzi servirebbe a renderci migliori dei protagonisti per i quali litighiamo(ci vuol poco).Il mondo lo possiamo migliorare cominciando a migliorare noi stessi.Facciamo diventare la bontà(non il buonismo)una malattia infettiva.


da Francy

Ma cosa sta succedendo?




Guardo il TG, leggo i giornali o se sono di fetta li sfoglio velocemente e guardo le immagini…perché il mondo è cos’ brutto, triste e ingiusto!??
Forse aveva veramente ragione Schopenhauer: vivere è soffrire e ciò che regola i rapporti tra gli uomini non è l’amore ma è il conflitto, la voglia di prevalere sul prossimo. Dulcis in fundo…la religione non è altro che una consolazione creata dall’uomo per l’uomo.“La religione è l’oppio dei popoli” se non l’avesse detto uno come Lenin ci crederei!
Io credo in Dio, Gli parlo spesso, in Lui molto spesso mi rifugio, e cerco conforto…ma perché quello che mi circonda è così….così….non basta dire terribile, non riesco neanche a trovare una parola adatta ad esprimere ciò che intendo!
Tu se comodamente seduto sulla tua sedia girevole e imbottita, sei li e sembra che tutto quello che succede nel mondo non potrà mai arrivare fin lì…ma mio Dio…..non è vero!
Guarda la Palestina, la Terra promessa, la salvezza d’Israele! Ogni santo giorno quella grandissima della Lilly Gruber al TG1 ti dice quanti morti ammazzati ci sono stati. Esci la mattina per andare a prendere il pane e il giornale e non sai se tornerai a casa perché può darsi l’edicola salti in aria, mentre sei li che paghi il giornale il tuo vicino esplode dato che era imbottito di esplosivo e quello stronzo fa saltare in aria tutto e tutti quelli che gli sono attorno! La gente ha pura di andare a comprare il latte, di andare in un bar o….che ne so! Sono tutti stronzi questi camicazze… a partire da quelli giapponesi della seconda guerra mondiale a quelli di Osama che si vanno a schiantare sulle Trri. Già, tutti stronzi , sono solo dei vigliacchi che per morire hanno bisogno di portasi dietro decine, centinaia, migliaia di persone…altro che eroi…solo grandi stronzi!
Si ammazzano in nome di chi? Per che cosa? Per un vecchio monte dove una volta sorgeva il gloriosissimo tempio?? Si ammazzano per conquistare delle cose che ora sono già morte!
Non serve andare così lontano, in un paese che non è neanche un paese! La Lilly ogni 10-15 giorni ti dice anche che un quindicenne è in coma dato che è stato investito da un’auto pirata su nelle colline della bergamasca o nelle viette di qualche paesino del sud!
Ragazzi travolti e lasciati mezzi morti e mezzi vivi sulla strada, con le ossa rotte, sanguinanti o peggio…prima trascinati per qualche centinaio di metri e poi abbandonati con il cranio sfracellato!
Dio!!!!! Perché? Ovviamente le prime accuse dono sempre rivolte a qualche sfortunato extracomunitario: “quei quater neger”….in realtà poi si scopre che è stato il bravo figlio di papà che stava “tirando” la macchina nuova! Perchè questa indifferenza e tanta diffidenza? Dio santo travolgo e ammazzo qualcuno almeno devo avere il buon senso di fermarmi e di aiutarlo! Perché scappare? Cazzo!!!!! Che gente!
Per non parlare del nostro paese che è caduto nelle mani del Cavaliere!! Dopo anni e anni di agguerrita e sempre corretta opposizione finalmente ce l’ha fatta a prendere in mano il paese!!
Che vergogna ora che siamo in Europa quello che ci deve rappresentare è indagato nel processo SME, possiede già tre quarti del paese ma dichiara di non avere un conflitto di interessi e Dio mio!!!!!!!!!! Casualmente il giudice che lo deve giudicare viene trasferito, le scorte ai magistrati che indagano su di lui e sui suoi amici sono state ridotte, anzi completamente cancellate!!!!!!!!!!!!!
Ma …. Aspetta aspetta …….la cosa peggiore è che il ministro della giustizia è uno scagnozzo di quel becero: “mi sun lumbard”!!!!!!!! come può esserci giustizia in questa Italia!!!!!!!
Dio mio! Dio mio!!!!! Ma dove siamo?
Perché la gente si fa saltare in aria, perché la gente ammazza e poi scappa, perché i grandi capi italiani fanno quello che vogliono e noi facciamo finta di nulla? Cristo santo!!!! Dove siamo?
Io non dico che si debba affliggersi con questi traumi ogni giorno….ma almeno non bisogna fare finta che vada tutto bene! Io voglio lottare, lottare perché quello che mi circonda diventi migliore!
Apri gli occhi e fai qualcosa!
Scusa Dio per tutti i “Cristo” e “Mio Dio” che ho detto!
da Enzo Palmesano, Pignataro Maggiore---------


PRESSIONI POLITICHE

NELLA SVIZZERA DELLA CAMORRA





Caro Direttore, scrivo da Pignataro Maggiore, in provincia di Caserta, "la Svizzera della camorra", feudo del potente e sanguinario clan camorristico-mafioso Lubrano-Nuvoletta, alleato dei corleonesi di Luciano Liggio e Totò Riina. Il 23 novembre 2000, l’allora ministro dell’Interno, Enzo Bianco, decise lo scioglimento del Consiglio comunale per "collegamenti diretti e indiretti" con la criminalità organizzata. A nulla valsero le pressioni politiche, se vi furono, per impedirgli di adottare un così grave provvedimento a carico di un sindaco Ds e di un Consiglio comunale a maggioranza di centrosinistra. Dall’opposizione vi fu il forte impegno del presidente di An, Gianfranco Fini, che venne a Pignataro Maggiore per una manifestazione anticamorra e presentò un’interrogazione parlamentare per chiedere lo scioglimento del Consiglio comunale. Provvedimento sgradito, per la verità, a larga parte della classe politica locale, ivi compresi esponenti di An, che si avventurarono in deliranti dichiarazioni. La Commissione straordinaria (Paolino Maddaloni, Gerardina Basilicata, Emilia Tarantino,) che fu nominata con decreto del presidente della Repubblica in data 30 novembre 2000, sta lavorando molto bene. Tra l’altro ha acquisito, a differenza del disciolto Consiglio comunale, un terreno confiscato dalla magistratura al boss Angelo Nuvoletta, condannato all’ergastolo per l’omicidio del giornalista del "Mattino" Giancarlo Siani. Un’azione antimafia e di ripristino della legalità che a lorsignori non piace, in una realtà fortemente permeata da interessi camorristico-mafiosi, luogo di riciclaggio di denaro sporco e buen retiro di latitanti eccellenti. Da qui la definizione di "Svizzera della camorra". Stranamente, dopo appena un anno di lavoro, caso unico tra i commissariamenti per mafia, pare che la Commissione straordinaria debba essere cacciata, il che rappresenterebbe un favore (di certo, involontario) alla camorra locale e ai suoi alleati di Cosa Nostra. In sintonia (nuovamente, è ovvio, involontaria)con chi nel luglio scorso trafugò in piazza Umberto I la lapide che ricorda il sacrificio del giudice Paolo Borsellino e dei cinque agenti della scorta per andarla a frantumare davanti alla casa comunale: una pesante intimidazione mafiosa, un chiaro messaggio di morte. Protagonisti delle pressioni politiche per cacciare la Commissione straordinaria, all’insegna dello strumentale slogan "elezioni subito", esponenti di Alleanza nazionale, che le hanno addirittura rivendicate con un volantino. Un documento molto interessante, che evoca non meglio identificati "sedi istituzionali" e "rappresentanti istituzionali di An", sui quali vorrà sicuramente intervenire il vicepresidente del Consiglio, Gianfranco Fini, che ben conosce la situazione locale, essendosene interessato quando era all’opposizione. Più che urgente l’intervento dell’on. Gianfranco Fini, nella duplice veste di vice premier e di presidente di An, sia per scongiurare la cacciata della Commissione straordinaria sia per salvare lo scrivente da una possibile reazione della camorra, visto che ostinatamente mi sono schierato per la prosecuzione dell’impegno di ripristino della legalità al Comune di Pignataro Maggiore. Unitamente alle pressioni politiche contro la Commissione straordinaria, infatti, è ripresa nei miei confronti la campagna di diffamazione e intimidazione, violentissima e tale da creare le condizioni di isolamento e di delegittimazione per una ritorsione di stampo mafioso ai miei danni e ai danni della mia (innocente) famiglia. Campagna di aggressione con toni minacciosi e con riferimenti di carattere antisemita, avendo a che fare con l’"ebreo" Palmesano. All’epoca, il ministro (di centrosinistra) dell’Interno, Enzo Bianco, si dimostrò in sintonia con le fondate richieste di Gianfranco Fini e sciolse il Consiglio comunale di Pignataro Maggiore. Oggi si attende di sapere se il governo di centodestra, di cui Fini è il vice, ritiene ugualmente credibili gli allarmi del presidente di An sull’emergenza camorra nella "Svizzera dei clan".

21.1.02

“Il Gruppo Ventaglio apre le porte a 1300 new entry:
dai villaggi VentaClub agli eventi di VentaClub Events
magnifiche opportunità di lavoro"



Milano, 18 gennaio 2002 - Il Gruppo Ventaglio apre l’anno 2002 offrendo una grande opportunità di lavoro a 1300 persone che desiderano entrare a lavorare nel mondo del turismo.
Questa importante ricerca di personale, presentata ieri durante una conferenza stampa, si inserisce nel piano strategico di ampliamento dell’offerta dei villaggi turistici per l’anno 2002 che vedrà il Gruppo presente in tutte le più belle aree del mondo con un impegno, in particolare, nell’Area del Mediterraneo con nuovi villaggi in Sardegna, in Calabria e in Grecia.

L’opportunità è rivolta a 1300 persone da inserire all'interno dello staff dei villaggi VentaClub ubicati in ogni parte del mondo e anche a personale da impiegare nelle attività estive organizzate da VentaClub Events, società compartecipata del Gruppo Ventaglio che si occupa di organizzazione di eventi musicali, sportivi e culturali.

Le figure professionali richieste spaziano tra posizioni relative all’area ristorazione come cuochi, pasticceri, pizzaioli, maitre, barman, all’area tecnica come tecnici e manutentori, all’area amministrativa quali responsabili uffici acquisti e all’area front line con figure che spaziano dai responsabili ricevimento alle assistenti, dalle guest relation agli interpreti ambientali fino, ultimi ma primi per numeri, ai Servizi ricreativi.
Sono, infatti, 1.050 le persone che saranno selezionate per l’Area Servizi Ricreativi, area che costituisce il cuore pulsante dei villaggi e che permette agli ospiti VentaClub e VentaClub Events di avere un intrattenimento di qualità non invasivo. I ruoli ricercati per i Servizi Ricreativi sono: capi animazione, responsabili sport, responsabili Baby, Mini e Junior Club, responsabili suono e luci, disc-jockey, costumisti, scenografi, coreografi, musicisti, animatori di contatto e per bimbi, istruttori di ginnastica, vela, windsurf, canoa, arco, nuoto, tennis.
Infine VentaClubs Events ricerca anche figure quali, account executive, junior account e runner da inserire nell’organizzazione di eventi estivi in tutta Italia.

I requisiti richiesti sono: età compresa tra i 19 ed i 35 anni (max. 50 per i musicisti), una buona predisposizione ai contatti umani, flessibilità ed entusiasmo per il proprio lavoro, bella presenza e inoltre, fondamentale, la disponibilità per almeno 4/6 mesi. E’ gradita inoltre la conoscenza delle lingue straniere.

Le selezioni, iniziate a dicembre, termineranno a marzo 2002 e saranno organizzate in colloqui collettivi effettuati tra le sedi di Milano e Roma. I candidati considerati idonei ad entrare a far parte dello staff di animazione (servizi ricreativi) avranno la possibilità di effettuare uno stage di una settimana in un villaggio VentaClub all'estero.

Per candidarsi è necessario inviare una foto a figura intera ed un curriculum vitae, specificando l’incarico per il quale si ritiene di possedere i requisiti richiesti (Job Profile) e la disponibilità di tempo ai seguenti recapiti:

VentaClub - Ufficio Servizi Ricreativi, via dei Gracchi, 35 – 20146 Milano
oppure
“ reclutamento.ventaclub@ventaglio.com”

20.1.02

DALLA REPUBBLICA DELLE BANANE




di Marco Travaglio--------------------------------------------------
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Quando arrestarono Mario Chiesa, Vittorio Craxi detto Bobo, il pupo del Capo, aveva 31 anni ed era già segretario della federazione milanese del Psi. "Certi episodi di corruzione", disse a botta calda l’indomani, "a Milano sono meno frequenti che in altre aree del Paese o in altre metropoli europee" (18 febbraio ’92). Poi Chiesa confessò. E lui: "Sono sbalordito, ma la situazione è imbarazzante per Chiesa, non per me. Che ne potevo sapere, io? L’abbiamo espulso dal partito, il Psi è estraneo a questa vicenda, che deve insegnarci comunque a tenere gli occhi aperti, a essere pronti a denunciare, noi per primi, eventuali casi di tangentomania" (8 marzo 1992). Poi Chiesa cominciò a fare i nomi degli altri. E Bobo avvertì i giudici: "Non si credano che tutti i mesi possono far scoppiare un caso Chiesa" (19 aprile ’92). "La democrazia ha i suoi costi e i partiti non vivono d’aria" (28 aprile ’92).

Il fatto è che le sue campagne elettorali le pagava Chiesa. Con i soldi delle mazzette del Pio Albergo Trivulzio, l’ospizio dei vecchietti di Milano. "Ho fatto tutto ciò che avrei fatto –racconta Chiesa- se fossi stato candidato io. Senza lesinare una lira. Craxi mi aveva chiesto di aiutare il figlio e il suo successo mi sarebbe servito a dimostrare la mia capacità di trasferire 7 mila voti". E, come vedremo, non c’erano solo le mazzette per le campagne elettorali. E’ tutto scritto nelle sentenze di Mani Pulite, dove il numero di righe dedicate a Bobo Craxi è proporzionato alla statura politica del personaggio: dunque è bassissimo. Ma non per questo meno illuminante.
La prima sentenza è quella emessa dalla V sezione penale del Tribunale di Milano il 3 giugno ’94 nel processo per le tangenti dell’Aem e di altri enti municipalizzati milanesi, che ha portato alle condanne definitive, fra gli altri, degli ex sindaci socialisti di Milano Paolo Pillitteri (4 anni e 6 mesi per corruzione) e Carlo Tognoli (3 anni e 3 mesi per ricettazione). Il Tribunale, presieduto da Romeo Simi De Burgis, rievoca la parabola di Chiesa nella Milano da bere. Da quando Tognoli scoprì il suo talento, e lo lanciò nel firmamento politico, a quando Mario il Mariuolo si spostò poi su Pillitteri e infine, direttamente, sulla famiglia Craxi. Ungendo le ruote di papà Bettino e del piccolo Bobo: "Le fortune politiche di Chiesa –scrivono i giudici- si legano al Posi e a chi, di volta in volta, nel partito dispensa la maggiore forza a livello cittadino. Dunque Tognoli sino al 1986, Pillitteri da quella data in poi… "Se Tognoli (dice Chiesa, nda) non voleva, non facevo l’assessore, avevo moltissimo bisogno di Tognoli"…

Ma dalla fine del 1986 circa l’astuto e ambizioso Chiesa progressivamente si discosta dall’orbita del Tognoli per accedere all’influenza del Pillitteri, le cui fortune, com’è notorio, erano a quel tempo in netta ascesa. Il Chiesa capisce che le proprie aspirazioni di carriera all’interno del partito, e in particolare l’agognata conquista di un assessorato nella giunta Tognoli, trampolino di lancio per ben più elevati incarichi, erano destinate ad essere frustrate in conseguenza della non ricandidatura a Sindaco del proprio referente Tognoli, costretto a farsi da parte in pro dell’astro nascente Pillitteri. E infatti nel dicembre ‘86 Tognoli si dimette, il Pillitteri diviene Sindaco e Chiesa deve ‘accontentarsi' della nomina a presidente del PAT (il Trivulzio appunto, nda), offertagli dal Tognoli quasi a titolo di risarcimento per la non realizzazione delle maggiori aspirazioni nutrite. I rapporti tra Chiesa e Tognoli gradatamente di diradano sino a venir meno del tutto nell’87, quando più intensi divengono quelli con il Pillitteri, nel frattempo divenuto Sindaco e… "in più parente di uno che si chiamava Bettino Craxi" (parole di Chiesa, nda) e come tale prezioso viatico per l’empireo del partito.

E’ dunque tutt’altro che incredibile che Chiesa, a partire dal 1986-87, abbia deviato le contribuzioni per parte Psi, fino ad allora elargite al Tognoli, sul Pillitteri ed altrettanto ovvia è la ragione del perché egli abbia cessato di farsi intermediario di tangenti verso il Pillitteri all’incirca a fine ’89: a quell’epoca Chiesa aveva ormai stretto rapporti con il segretario nazionale del partito Craxi, aveva centrato l’obiettivo da tempo prefissosi ed era conseguentemente scemata la necessità di seguitare a ‘compiacere’ il sindaco Pillitteri. Chiesa sintetizza il tutto nell’interrogatorio del 23.2.92 quando dichiara che "l’ultima volta che ebbi a dare del denaro è stato all’ex sindaco Pillitteri circa nel 1989… A partire dall’anno 1990, siccome ero riuscito a instaurare un rapporti diretto con il segretario del partito Bettino Craxi e con la cui (sic) famiglia, a seguito della sponsorizzazione del figlio Bobo, non avevo più nessuna necessità di sovvenzionare economicamente altri politici del Psi. Nel 19900 era direttamente Bettino Craxi che si preoccupava della mia realizzazione politica, tant’è vero che fu lui personalmente che impose la mia riconferma al Pat, dando ordine in tal senso al sindaco Pillitteri".

Sarà un caso, ma quando Mario Chiesa tenta di fare capolino al congresso della "rinascita" del Psi, di cui Bobo è nientepopodimenochè eletto presidente, viene cacciato in malo modo da un nerboruto tipino del servizio d’ordine. E i suoi precedenti penali non c’entrano, visto che sul palco, accanto a Bobo, siedono noti pregiudicati come De Michelis, Martelli e Pillitteri. C’entra per caso il fatto che Chiesa ha parlato? Chissà.


Altra sentenza: quella del processo All Iberian, per i famosi 21 miliardi di Berlusconi a Bettino nel 1991-‘92 (più altre briciole). Il 6 novembre ’98 i giudici della II sezione del Tribunale di Milano (presidente Marco Ghezzi) ricostruiscono il sistema Raggio. La storia è nota: all’inizio del ’93 Craxi capisce che Di Pietro è a un passo dai suoi conti personali in Svizzera, il Northern Holding e l’International Gold Coast (presso la Bankers Trust di Ginevra), il Constellation Financière e l’Arano (presso la SBS di Chiasso). Così chiede all’ex barista di Portofino di svuotarli e di portare il contenuto –"40 miliardi"- al sicuro. Tra Panama e le isole Cayman. Raggio ne spenderà poi una quindicina per la sua latitanza e "il mantenimento della sua detenzione" in Messico, durata poco meno di due anni, con la compiante contessa Francesca Vacca Agusta (compresi 235 mila dollari per "un’amica messicana", tutti in un colpo, e una Porsche comprata in saldo a Miami).

Il resto rimase nella disponibilità di Bettino, a parte alcune spesucce da lui stesso ordinate a Raggio, tra cui "un velivolo ‘Sitation’ del costo di 1 milione e mezzo di dollari", l’estinzione di un piccolo "mutuo personale" acceso a suo tempo dal barista (roba da 800 milioni), le parcelle degli avvocati e un’altra serie di "bonifici specificatamente ordinati da Craxi, effettuati tutti in favore di banche elvetiche, tranne che per i seguenti accrediti". Il primo, da 100 mila dollari, è destinato al finanziere arabo Zuhair Al Katheeb. Il secondo, datato 23 maggio 1994, per "$ 40.000/s.Fr. 50.000 Bank of Kuwait Lnd" fu "utilizzato in pagamento del canone relativo ad un’abitazione affittata dal figlio di Craxi in Costa Azzurra". A Saint Tropez, per la precisione.

La sentenza d’appello (26 ottobre ’99) conferma l’intera lista della spesa: "Quanto a Benedetto Craxi, esistono le dettagliate dichiarazioni di Tradati, Cimenti e Raggio (tre dei numerosi prestanome di Bettino, nda), provenienti tutte da soggetti che avevano conoscenza diretta delle vicende che riferivano, per avervi essi stessi in vario modo partecipato". Non è che Craxi venga condannato perché "non poteva non sapere", ma perché è dimostrato che rubava e gestiva il bottino in prima persona: "Non ha alcun fondamento la linea difensiva incentrata sul preteso addebito a Craxi di responsabilità ‘di posizione’ per fatti da altri commessi, risultando dalle dichiarazioni di Tradati che egli si informava sempre dettagliatamente dello stato dei conti esteri e dei movimenti che sugli stessi venivano compiuti, e dispose prelievi sia a fine di investimento immobiliare (l’acquisto di un appartamento a New York), sia per pagare gli stipendi dei redattori dell’Avanti!, sia ancora per versare alla stazione televisiva Roma Cine Tivù (di cui era direttrice generale Anja Pieroni, legata a Craxi da rapporti sentimentali) un contributo mensile di cento milioni di lire. Lo stesso Craxi dispose poi l’acquisto di una casa e di un albergo (l’’Ivanohe’, nda) in Roma, intestati alla Pieroni". Alla quale, per soprammercato, Craxi faceva pagare anche "la servitù, l’autista e la segretaria".

E poi lo diceva sempre, Bettino, a Tradati: "diversificare gli investimenti". Tradati eseguiva: dagli atti risultano varie "operazioni immobiliari: due a Milano, una a Madonna di Campiglio, una a La Thuile". Ma Bettino non dimenticava gli affetti famigliari: ecco dunque una villa e generoso prestito di 500 milioni (mai restituito, naturalmente) per il fratello Antonio e alla di lui moglie Sylvie Sarda, seguaci del Sai Baba. Il prestito per doveva servire per l’allestimento di una mostra itinerante e di una fondazione dedicate al celebre guru indiano. Bettino, conoscendo l’usanza tipicamente indiana del fratello di fare l’indiano, raccomandò a Tradati di raccontargli che il denaro era frutto di una colletta di amici: "Senno - spiegò- i soldi passano in cavalleria e non li rivediamo più…". Infine, annotano i giudici di appello, "dalle annotazioni redatte da Raggio in ordine ai movimenti sui conti da lui costituiti per conto di Craxi, risultano d’altro canto esborsi direttamente ordinati da quest’ultimo in favore di banche svizzere, riguardanti in un caso spese di locazione di una casa in Costa Azzurra da parte del figlio…".
"Lo stesso Raggio –aggiunge la sentenza d'appello, poi confermata definitivamente dalla Cassazione - ha manifestato stupore per il fatto che, dopo la sua cessazione dalla carica di segretario del Psi, Craxi si sia astenuto dal consegnare al suo successore i fondi contenuti nei conti esteri. E’ del tutto infondata pertanto la linea difensiva incentrata sull’assunto che Craxi abbia partecipato alla costituzione di detti conti, ma non abbia avuto alcuna parte nelle vicende che li hanno riguardati".

Lo diceva già il Tribunale: "Craxi è incontrovertibilmente responsabile come ideatore e promotore dell’apertura dei conti destinati alla raccolta delle somme versategli a titolo di illecito di finanziamento quale deputato e segretario esponente del Psi. La gestione di tali conti… non confluiva in quella amministrativa ordinaria del Psi, ma veniva trattata separatamente dall’imputato tramite suoi fiduciari, così da mettere in difficoltà lo stesso Balzamo… Significativamente Craxi non mise a disposizione del partito questi conti, se non per soccorrere finanziariamente Gbr (la tv di Anja Pieroni), in cui coltivava soprattutto interessi ‘propri’, politici e non politici". Insomma, i conti di Craxi servivano "alla realizzazione di interessi economici innanzitutto propri".
Se qualche dipendente del Psi è stato licenziato ora sa anche il perché: invece del suo stipendio, bisogna va pagare la villa in Costa Azzurra al piccolo Bobo. Ottanta 80 milioni per pochi mesi di affitto. Ma –come spiega Raggio ai pm milanesi- "il figlio di Craxi aveva affittato una villa sulla Costa nell’ottobre-novembre ’93 per sottrarsi al clima poco favorevole creatosi a Milano".
Anche lui, in fondo, era in esilio. Anche lui aveva dovuto riparare in Francia, sulle orme di Turati, Saragat, Pertini, Nenni, dei fratelli Rossselli e di tanti altri rifugiati politici.

Le sentenze, per ora, si fermano qui. Ma il piccolo Bobo, neopresidente del "nuovo" Partito socialista e neodeputato a Trapani nella Casa delle Libertà, è giovane e ha un lungo e radioso futuro davanti a sé. Diamogli tempo. Si farà.

"6 novembre 2001 - Giustizia; Castelli nega autorizzazione a procedere per reato di vilipendio contro Casarini





Il ministro della Giustizia Roberto Castelli ha negato l'autorizzazione a procedere nei confronti di Luca Casarini per il reato di vilipendio delle Forze Armate, riscontrato dalla Procura di Genova in una serie di dichiarazioni rese ai giornalisti dallo stesso Casarini durante i giorni del vertice G8.
"Non condivido nulla di quello che dice Luca Casarini, personaggio che giudico assai sgradevole, - afferma Castelli - e penso che a Genova lo stesso Casarini si sia reso protagonista di azioni gravi, sulle quali auspico sia fatta piena luce.Ma un'altra cosa sono le opinioni politiche liberamente espresse. In linea con quanto ho detto e fatto finora, ritengo che ciascuno debba essere il più possibile libero di manifestare il proprio pensiero, qualsiasi esso sia, e ho dichiarato più volte la mia ferma volontà di cambiare le norme che limitano l'espressione delle idee, in particolare quelle politiche. Ritengo, peraltro, che la Lega e il suo segretario Bossi siano stati spesso perseguitati per avere espresso opinioni, anche se forti. Coerentemente con le mie convinzioni, dunque, ho deciso di negare anche in questo caso l'autorizzazione a procedere che mi è stata avanzata dalla Procura della Repubblica di Genova".
Si tratta del secondo diniego di autorizzazione a procedere nei confronti di Casarini. Un'analoga richiesta, infatti, era stata presentata al ministro il 18 giugno scorso per fatti accaduti durante una manifestazione di protesta organizzata da un gruppo di aderenti a centri sociali, che avevano spinto la Procura di Rovigo a chiedere l'autorizzazione a procedere nei confronti di Casarini per vilipendio all'ordine giudiziario. Anche in quella occasione, Castelli aveva negato l'autorizzazione a procedere.
Negli scorsi mesi inoltre il ministro Castelli aveva già deciso di negare l'autorizzazione a procedere nei confronti di alcune persone per vilipendio al Governo e per vilipendoio alla Polizia di Stato. Le autorizzazioni erano state richieste dalla Procura della Repubblica di Crema in seguito ad alcuni episodi e manifestazioni svoltisi a Crema nei giorni del G8, con l'affissione di manifesti in cui si descriveva l'esecutivo come il "Governo assassino di Berlusconi" e con frasi del tipo "Polizia fascista, polizia assassina" gridate al megafono durante una manifestazione.
Analoga decisione è stata recentemente presa anche nei confronti di un maresciallo dei Carabinieri, dirigente di un'associazione di militari dell'Arma, nei confronti del quale la Procura militare della Repubblica presso il Tribunale militare di Roma aveva chiesto l'autorizzazione a procedere per il reato di vilipendio aggravato in seguito ad alcune dichiarazioni rese dal militare in relazione alle vicende del G8 e diffuse attraverso un comunicato inviato alla stampa."

19.1.02

LA GRANDE RIFORMA DI TAORMINA

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intervista di Giuseppe D'Avanzo per la Repubblica--------------------------------------------------------------------------------------------------

Sul tavolo di Silvio Berlusconi, c'è da ieri un papiello alto una spanna che in 400 articoli raccoglie la Grande Riforma della Giustizia del governo. Giuseppe Gargani, il responsabile di Forza Italia per i problemi della giustizia l'ha consegnato ieri al presidente del Consiglio, definendo il testo "importante e formidabile". L'autore del testo, l'avvocato, professore, onorevole Carlo Taormina, già vice del ministro degli Interni, siede allegrissimo e loquace allo scrittoio del suo studio a due passi dalla Corte di Cassazione. Come devo chiamarla onorevole, avvocato o professore? "Professore. Di essere onorevole non mi importa un fico secco".

Bene, professore, vogliamo parlare della Grande Riforma?

"Io voglio prima parlare della prescrizione".

Immagino che faccia parte della Grande Riforma.

"Ne fa parte, infatti. Però la correzione delle norme sulla prescrizione che ho previsto consente di voltare finalmente pagina seppellendo le polemiche di oggi e modernizzando il sistema giudiziario".

Qual è questa correzione?

"È semplicissima. Per le contravvenzioni, prescrizione a 3 anni. Per i delitti puniti con pena superiore ai cinque anni, prescrizione a 5 anni. Il ragionevole periodo di 10 anni per tutti gli altri delitti diversi da quelli imprescrittibili (omicidi, stragi, mafia, terrorismo). Semplice, no?".

Forse un po' troppo semplice. Con queste regole il processo Sme (imputati Berlusconi e Previti), i processi Imi/Sir e Lodo Mondadori (Previti imputato) muoiono.

"Sì, saltano. Del resto, la sospensione dei processi per i parlamentari, l'amnistia, l'indulto, cioè le altre possibili ipotesi, sortirebbero lo stesso risultato complicando di molto il sistema".

Mi scusi, professore, ma chi ha detto che quei processi debbano per forza essere annientati?

"Lo dice la ragione. Non è possibile che dopo 17 anni si discuta in un'aula di giustizia di primo grado di un fatto che non si è verificato e per un affare dal quale lo Stato, molti anni dopo, non ha tratto danno ma vantaggio. Lo dicono dunque la ragionevolezza e la convenienza di molti".

In verità, la convenienza di uno, anzi di due. Di Berlusconi e Previti.

"Si sbaglia, amico mio: la convenienza non è soltanto di Berlusconi e Previti. Anche di altri".

Mi faccia un nome.

"Lo faccio, ma non lo scriva. Prodi".

Che cosa c'entra Prodi con la corruzione dei giudici?

"Nulla, ma c'entra con l'affare Sme".

Ma a Milano si discute della corruzione dei giudici, non dell'affare Sme.

"Presto si discuterà anche dell'affare Sme. Le do una notizia. A nome di un denunziante, che ha un nome noto e ha avuto nell'affare un nome importante...".

Mi dica chi è.

"No... A nome di un denunziante presenterò una denuncia sostenuta da atti giudiziari, finora nascosti da qualche parte o sopravvenuti, e un elenco di fatti, sui quali non si investigò, che impongono una rilettura degli avvenimenti che potrebbe travolgere la ricostruzione dell'affare Sme che non ha avuto l'attenzione giudiziaria necessaria né a Roma né a Milano dove pure Prodi è transitato al cospetto di Antonio Di Pietro che poi è diventato ministro nel gabinetto di Prodi".

La sua denuncia può o potrebbe interferire con il processo di Milano (corruzione dei giudici che si occuparono dell'affare Sme)?

"Può darsi, ma è giunto il tempo di dimostrare che la magistratura ha sbagliato ad individuare gli imputati e ha omesso di dirigersi verso i veri responsabili".

Ha parlato della sua iniziativa con Berlusconi?

"No".

Con Previti?

"No. Credo che gli parlerò oggi se lei pubblicherà quest'intervista".

Faccio fatica a credere che non ne abbia parlato con Berlusconi o con Previti.

"Le do la mia parola d'onore. Nei miei affari professionali nessuno mette il naso, mi creda".

Non lo credo, e le chiedo: non le sembra che le sue parole siano ricattatorie? Insomma, fino a qualche giorno fa, con l'autorevole benedizione del vicepresidente del Csm, si lavorava al ripristino dell'autorizzazione a procedere per i parlamentari e a una legge ordinaria che salvasse dai processi Berlusconi e Previti. In cambio Palazzo Chigi (che ha smentito) era disposto ad offrire la testa di Castelli ai magistrati e un "ministro di garanzia" (Caianiello) all'opposizione. Fassino dice un no secco. Si ritorna in alto mare e, mentre Marcello Dell'Utri agita come un ramoscello d'ulivo il Tavolo della Buona Volontà, appare lei con il manganello. Per dire delle denunce e della Grande Riforma, di cui parleremo - spero - presto. Non si può dire questo un ricatto, professore?

"Non lo è, e comunque a me piace agire così. Il ricatto è stato fatto da chi ha voluto processare alcuni salvando altri".

Cambio la domanda. Lei pensa così di andare incontro al capo dello Stato che ha invitato tutti al confronto e al dialogo? "Senta, io non capisco che cosa vuole dire questa parola "pacificazione". Come ci si può pacificare con un tipo come Borrelli? Noi siamo la maggioranza liberamente eletta dal popolo. Abbiamo le nostre proposte. Le sottoponiamo alle valutazioni del Parlamento e quindi dell'opposizione. Che può trovarsi d'accordo o dissentire. In ogni caso, poi tocca a noi perché noi abbiamo la direzione politica e amministrativa del Paese. Che cosa bisogna pacificare, non capisco".

Vediamo allora quali sono le proposte della Grande Riforma. "Tengo a dire che sono tre anni che lavoro a questo progetto nato all'Università. L'ho affinato anche alla luce del dibattito degli ultimi mesi. Gargani l'ha presentato a Berlusconi che ora ci lavorerà su".

Ma mi dica, professore. C'era una proposta Pera. C'è il programma della Casa della Libertà. C'è un ministro di Giustizia. Perché la Grande Riforma la scrive lei che non è nemmeno nel governo?

"Non deve chiederlo a me. Io ho soltanto risposto a un invito".

Professore, quali sono le innovazioni della sua proposta?

"Il progetto di riforma affronta tutti i capitoli dell'universo giudiziario. Il Csm. L'ordinamento giudiziario. Il processo penale. Il codice penale".

Affrontiamo uno per volta, per favore.

"Gliene darò soltanto degli accenni. È un testo alto così che non è corretto ancora diffondere. Osservo che è una riforma che non prevede alcun intervento sulla Costituzione e che si realizzerà soltanto con leggi ordinarie".

Va bene. Csm. Come cambia?
"Innanzi tutto cambia la legge elettorale. Diciamo che la novità di rilievo è la creazione di una sezione disciplinare composta esclusivamente da membri laici. Via i togati".

Ordinamento giudiziario.

"In primis, la separazione delle carriere, non la distinzione delle funzioni. Una separazione netta, rigorosa, una separazione a vita. Se fai il pubblico ministero, mai farai il giudice, e viceversa. Diverso sarà l'accesso, la tecnica di formazione anche se resteranno nello stesso ordine. Poi, rotazione degli incarichi direttivi ogni 4 anni e nuove norme sull'assegnazione delle cause, così la smetteremo con l'abitudine milanese dei pubblici ministeri di scegliersi il giudice per le indagini preliminari e il giudice del dibattimento".

Codice e Procedura penale.

"Forte distinzione tra pm e polizia giudiziaria. Sarà la polizia a dover trasmettere gli atti al pm quando individua l'indiziato e il reato. Abolizione della Direzione nazionale antimafia e delle direzioni distrettuali antimafia. Tutte le procure lavoreranno sulla mafia. Alla direzione antimafia resteranno soltanto il coordinamento dei dati e delle strategie. Introduzione dell'ipotesi di avocazione da parte delle Procura generale della Corte d'Appello con la possibilità di impugnazione dinanzi alla Procura Generale presso la Cassazione. Gerarchizzazione dell'ufficio del pubblico ministero e tra gli uffici. Generalizzazione del patteggiamento. Sostituzione del giudizio abbreviato con procedure semplificate governate dal gip che svolge in aula anche funzioni di giudice monocratico. Per gli appelli e i ricorsi in Cassazione che non riguardano la responsabilità o l'innocenza dell'imputato, le impugnazioni si svolgono con procedura semplificata in camera di consiglio sulla base degli scritti e delle memorie degli avvocati e dei pubblici ministeri. Si risparmieranno il 60//70 per cento dei tempi attuali. Collegialità delle decisioni in materia di libertà personale. Forte riduzione delle competenze del giudice monocratico. Interpello del condannato a pena non superiore ai 5 anni da parte del magistrato per stabilire l'attualità nella esecuzione penale".

Che cosa vuol dire?

"Vuol dire che prima di andare in galera per scontare una pena inferiore a 5 anni, magari dopo un processo durato 15, un magistrato accerta l'attualità della pena, quali sono le condizioni di vita e i comportamenti del detenuto per decidere in che modo deve scontarla, se in carcere o casa. Vogliamo portare il tetto delle misure alternative al carcere a 5 anni. Oggi sono a 3".

E il codice penale?

"Prevediamo di riscrivere i reati di opinione, le fattispecie di corruzione, concussione e reati contro la pubblica amministrazione con distinzioni importanti nel regime sanzionatorio tra corruttore e corrotto, cioè tra privato e pubblico ufficiale (con pena inferiore per il privato) e prevedendo l'ipotesi di concussione soltanto in caso di violenza e minaccia. Ah, dimenticavo i pentiti...".

Dica.

"Definiamo i presupposti e i limiti delle dichiarazioni dei pentiti a pochi casi".

Quali?

"Soltanto ai casi di conoscenza diretta e personale dei fatti o a personale correità: ogni altra indicazione può diventare soltanto uno strumento d'investigazione e non fonte di prova. Mi fermo qui. Avremo tempo e modo per parlarne ancora".

Professore, lei non è nel governo. Non crede che se Berlusconi affida a lei l'incarico di preparare il testo della Grande Riforma, l'incarico sia un'offesa e una sfiducia per il ministro di Giustizia Castelli?

"Non lo so e non mi importa".

Ne ha parlato con Castelli?

"No, ne ho parlato con Bossi e Maroni".

Ultima domanda, professore. Berlusconi le ha mai chiesto di fare il Guardasigilli?

"No, ma se me lo propone, ci penserò".
LA CENSURA A VIALE MAZZINI E' L'ANTIPASTO DELLE NOMINE RAI
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DI CURZIO MALTESE

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L'assalto del governo alla Rai è cominciato nel peggiore dei modi con il brutale e maldestro tentativo di oscurare la puntata di ieri del programma di Michele Santoro. Colpevole di aver osato intervistare Borrelli e soprattutto di aver invitato in studio Marco Travaglio, autore con Elio Veltri del best seller "L'odore dei soldi", ora tradotto anche all'estero, dove si racconta la misteriosa origine della fortuna del Cavaliere.

E' bastata l'annunciata comparsa di un giornalista critico, fra migliaia di ospiti giulivamente governativi, per scatenare una grottesca corsa alla censura da parte dei vertici Rai, ansiosi di testimoniare fedeltà al nuovo padrone. Leone e Cappon, pur di impedire l'affronto al premier, si sono perfino inventati che nel regolamento Rai sarebbe vietata la presenza in video di ospiti che hanno querele in corso, come quella intentata da Berlusconi a Travaglio. Una vergognosa bugia.


Decine di querele da parte di magistrati non hanno impedito a personaggi come Berlusconi, Previti, Ferrara, Sgarbi o il direttore del Giornale, Belpietro (altro ospite di Santoro), di continuare per anni, tutti i giorni o quasi, a rovesciare fango sui giudici dagli schermi della tv di Stato. E c'è l'esempio opposto di Umberto Bossi che, nella sua vita precedente, aveva definito Berlusconi "un mafioso", durante una puntata di Pinocchio. Era stato querelato con una richiesta di otto miliardi ma aveva tranquillamente continuato a frequentare i salotti della tv pubblica.


Nei quali, del resto, vengono sempre più spesso esibiti, da fiori all'occhiello, pregiudicati come l'ex ministro De Michelis, senza per questo scandalizzare i moralisti a gettone Leone e Cappon. Tanto meno li scandalizza affidare l'informazione politica della tv pubblica a giornalisti come Bruno Vespa o Michele Pionati del Tg1, collaboratori delle testate berlusconiane. Non siamo mica la Bbc, vero?

Nello stile del nuovo potere c'è questo sfrontato ricorso alla menzogna faziosa, fidando in una smemorata imbecillità dei cittadini, questo umiliato affannarsi di improvvisati azzeccagarbugli alla ricerca di un cavillo dell'ultimo momento, utile a impedire un processo come un programma tv, pur di compiacere le urgenze del padrone.


La puntata di Santoro è poi andata in onda e gli spettatori, anche di destra, che forse non necessitano di tutela infantile, avranno potuto giudicare da soli le ragioni o i torti dei protagonisti. Ma il penoso spettacolo di ieri, con i vertici di viale Mazzini impegnati a reinventarsi i regolamenti per giustificare la censura, è soltanto l'antipasto di quanto ci attende dal mese prossimo, con le nomine Rai decise dalla maggioranza.



I commentatori governativi non vogliono che si parli di "regime". Bisognerà trovare un altro nome. Certo non si può parlare di democrazia liberale. Non è mai esistita una democrazia liberale dove il presidente del consiglio possiede la metà delle reti televisive e ne controlla politicamente l'altra metà. Paolo Mieli e Galli della Loggia, eminenti storici, ne conoscono una? Non sarà regime ma non è democrazia. E' un ibrido pericoloso che inquieta l'Europa e grava come un macigno sull'immagine dell'Italia.


Berlusconi non ha alcuna intenzione di risolvere il conflitto d'interessi, se non con la farsa di una legge considerata ridicola dagli autentici liberali. Sartori e Cossiga, non proprio una coppia da "esproprio proletario", hanno posto la questione negli unici termini possibili, fuori dalle grida degli azzeccagarbugli: "O Berlusconi vende o lascia il governo".



Berlusconi però non vende, non lascia e anzi si prepara a raddoppiare con le nomine Rai. Nell'Italia dei prossimi mesi non ci sarà posto per uno scandalo come quello di ieri, perché non ci sarà neppure bisogno di chiedere la censura di Santoro o di Biagi. Semplicemente non ci saranno né l'uno né l'altro. La scelta per i cittadini sarà fra la Rai di Berlusconi e la Mediaset di Berlusconi, che è un po' come la scelta fra la repubblica delle banane e il paese dei fichi d'India.

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Claudio Sabelli Fioretti