29.5.07

No Family, no party

SATIRA PREVENTIVA di Michele Serra

Ormai è sicuro: dal Family Day nascerà un Family Party, il cui compito sarà difendere i valori della famiglia tradizionale cattolica insidiati dal complotto omosessuale. Sulla cui esistenza sono stati fugati gli ultimi dubbi grazie alla diffusione, da parte di Roberto Calderoli, del 'Protocollo dei Savi di Milanovendemoda', un inquietante documento nel quale i più celebri stilisti gay teorizzano il lancio della minigonna maschile, la barba finta obbligatoria per le femmine e l'instaurazione di una spietata dittatura omosessuale. La calligrafia del Protocollo, scritto a mano su carta intestata del quotidiano 'La Padania', è identica a quella di Calderoli, ma i dubbi che si tratti di un falso teso a mettere in cattiva luce la comunità omosessuale sono stati fugati da una perizia effettuata dallo stesso Calderoli.
Ma vediamo come sarà strutturato il nuovo Family Party.

Il simbolo Dovrebbe essere un centrino da tavola, opera del designer bergamasco Bartolo Ostia. Bocciata la proposta della Lega Alpina Sanfedista, che voleva una valanga stilizzata che travolge una comitiva di prostitute rumene in gita: il bozzetto, che prevedeva sullo sfondo anche una famiglia di stambecchi in atteggiamento esemplare (la femmina che allatta, il maschio che incorna un escursionista depravato, distinguibile per il rossetto sulle labbra) è stato ritenuto troppo complicato dalla commissione giudicante, formata da un parroco, una perpetua, un carabiniere in pensione e un cappellano militare. Deluso anche Savino Pezzotta, che aveva proposto come simbolo un'immagine di San Giuseppe sulla Milano-Brescia.

Il programma Tra i punti fermi l'abolizione del divorzio (anche retroattiva, con obbligo dei divorziati, compresi quelli molto anziani, di risposarsi e rifare il viaggio di nozze, partendo in auto con i barattoli appesi al paraurti), l'uso del tesoretto come sussidio statale per il pranzo di Natale e le pulizie di Pasqua, sgravi dell'Ici per chi dimostra di usare sempre le pattine in casa, diritto di voto all'embrione congelato, rinnovo della Cresima ogni cinque anni come per la patente. Bocciata la proposta di ricostituire la Santa Inquisizione, contestata dall'ala ambientalista a causa dei fumi tossici che si sprigionano dai roghi.

Omosessuali Potranno curarsi in appositi centri specializzati, con terapie a base di docce ghiacciate, recita integrale del rosario (con lo speciale rosario di Medjugorie, lungo due metri e mezzo), enormi porzioni di minestrone (pare mortifichi la libido per almeno una settimana) e infermiere scollate, con tette gigantesche, che cercano di redimerli o, in caso di rifiuto, di soffocarli nella scollatura.

Scuola Abbandono definitivo del darwinismo: i libri di testo verranno corretti, le immagini di scimmie antropomorfe sostituite da fotografie dei vescovi della Cei. La scuola pubblica verrà parificata a quella privata, purché il preside sia un salesiano e adotti gli stessi programmi della celebre Riforma Calderon, varata nella Spagna del Seicento e giudicata dal Family Party molto più avanzata della riforma Gentile. Crocefisso appeso in tutte le aule, ma a grandezza naturale, infisso sopra un piccolo Golgota costruito con terra di riporto dietro la cattedra. Negli istituti di nuova costruzione un impianto di amplificazione riprodurrà i gemiti del Cristo morente. La tradizionale campanella di fine lezioni è sostituita da una campana di bronzo di sei tonnellate che il preside farà vibrare con un enorme batacchio, lo stesso usato per punire gli studenti.

Organigramma Il Family Party sarà retto da un direttorio maschile di 50 anziani, sul modello armonioso di comunità arcaiche come la Sacra Corona Unita o le Pro loco delle valli resciane: agli uomini il governo, alle donne il rigoverno.

23.5.07

LA NOTTE DELLA REPUBBLICA

di Marco Travaglio - dal blog di Beppe Grillo

"Caro Beppe,
vorrei comunicare a tutti gli amici del blog l’ultima notizia scomparsa di una lunga serie. Il 15 maggio 2007 la III Corte d’appello di Milano ha condannato il senatore forzista Marcello Dell’Utri e il boss della mafia di Trapani Vincenzo Virga a 2 anni per ciascuno per tentata estorsione. Nessun giornale, a parte l’Unità e il Corriere della sera, l’ha scritto. Nessun telegiornale o programma televisivo, tranne Annozero, l’ha detto. L’Ansa, onde evitare che qualcuno se ne accorgesse, ha dedicato alla cosa ben sette righe e mezza, sotto questo titolo depistante: “Sponsorizzazioni: confermata in appello condanna Dell’Utri”. Come se il reato fosse la sponsorizzazione. Nel testo, si spiegava (si fa per dire) che l’estorsione riguardava imprecisate “modalità di sponsorizzazione della Pallacanestro Trapani”. Quanto a Virga, l’Ansa “dimenticava” di spiegare che è un boss mafioso, vicinissimo a Provenzano, arrestato dopo lunga latitanza nel 2001 e condannato all’ergastolo per mafia e omicidio.
Riepilogo brevemente i fatti. Nel 1990 il presidente della Pallacanestro Trapani, Vincenzo Garraffa, medico e futuro deputato del Pri, cerca uno sponsor per la sua squadra, neopromossa in serie A2. Publitalia, la concessionaria Fininvest presieduta da Dell’Utri, lo mette in contatto con la Dreher-Heineken. Si firma il contratto: per 1 miliardo e mezzo di lire, i giocatori esibiranno sulle magliette il logo della “Birra Messina”, marchio italiano della multinazionale tedesca. Garraffa paga la provvigione a Publitalia: 170 milioni. Ma due funzionari della concessionaria berlusconiana battono cassa e pretendono da lui altri 530 milioni, in nero. In pratica, Publitalia vuole indietro la metà del valore della sponsorizzazione, ovviamente sottobanco. Garraffa rifiuta e, ai primi del ’92, incontra Dell’Utri a Milano. Gli spiega di non disporre di fondi neri e di non poter pagare senza fattura. Dell’Utri – come denuncerà Garraffa – lo minaccia: “Ci pensi, abbiamo uomini e mezzi per convincerla a pagare”. Garraffa non paga. E, qualche settimana dopo, riceve nell’ospedale di cui è primario una visita indimenticabile: quella del capomafia Vincenzo Virga, scortato da un guardaspalle. Virga è di poche parole: “Sono stato incaricato da Marcello Dell’Utri e da altri amici di vedere come è possibile risolvere il problema di Publitalia”. Garraffa ribatte: “Senza fattura, non intendo pagare”. E Virga: “Capisco, riferirò. Se ci sono novità, la verrò a trovare…”.
L’anno seguente la Pallacanestro Trapani, nonostante i successi sul campo, non trova più uno sponsor. Garraffa s’inventa un’autosponsorizzazione antimafia, ovviamente gratuita, con lo slogan “L’Altra Sicilia”. Che gli porta fortuna: la squadra viene promossa in serie A. Maurizio Costanzo invita lui e i suoi giocatori a parlarne al “Costanzo Show”, su Canale5. Ma poi, all’ultimo momento, cambia idea e disdice l’invito. Garraffa ci vede lo zampino di Dell’Utri. E denuncia tutto ai magistrati di Palermo. Che trasmettono gli atti, per competenza, al Tribunale di Milano. Qui Dell’Utri e Virga vengono condannati per tentata estorsione aggravata a 2 anni a testa. L’altro giorno, la Corte d’appello ha confermato le condanne.
Ora manca soltanto la Cassazione. Dell’Utri intanto è stato condannato definitivamente a 2 anni per false fatture in altre sponsorizzazioni gonfiate e in primo grado a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Naturalmente, visto il pedigree, rimane a pie’ fermo in Parlamento e viene pubblicamente elogiato per la sua “intelligenza” da diessini dalemiani come Nicola Latorre (niente a che vedere con Pio La Torre, ammazzato dalla mafia) e ossequiosamente intervistato da giornali e tv su tutto lo scibile umano, fuorchè sulle sue condanne.
Come ricorda Daniele Luttazzi nel suo ultimo spettacolo, Daria Bignardi l’ha recentemente invitato alle “Invasioni barbariche” su La7 e ha subito premesso: “Non parliamo dei suoi processi”. Dell’Utri, comprensibilmente, non ha avuto nulla da obiettare. Anzi, ha aggiunto che il suo giornalista preferito è Luca Sofri. Che, guardacaso, è il marito della Bignardi. Ecco, dei processi di Dell’Utri è meglio non parlare mai. Il senatore ha uomini e mezzi per convincere."
Marco Travaglio

22.5.07

Maglia rosa all'uranio arricchito

SATIRA PREVENTIVA di Michele Serra

È partito il Giro d'Italia, con un giorno d'anticipo perché era impossibile riuscire a tenere fermi i ciclisti sovreccitati. Parecchi, con le narici fumanti, sono scattati direttamente dalla loro stanza d'albergo, inutilmente inseguiti dal concierge che sventolava il conto. Alcuni, dopo il traguardo della prima tappa in Sardegna, hanno proseguito a nuoto raggiungendo il continente e hanno percorso a piedi in due giorni l'intero tracciato del Giro. È stato impossibile effettuare i controlli antidoping perché le provette esplodevano pochi istanti dopo essere state riempite.
Inevitabili le polemiche sui nuovi cocktail di farmaci che, malgrado la raffica di squalifiche, continuano a circolare liberamente. Un direttore sportivo è stato fermato dai Nas mentre cercava di introdurre in albergo, inosservato, un elefante africano per fare trasfusioni ai suoi ciclisti. Ma vediamo quali sono i nuovi metodi di dopaggio, sempre più raffinati.

Anabolizzanti Quelli di vecchia generazione aumentavano la muscolatura in modo troppo evidente: corridori rachitici durante le gare primaverili, al Giro non riuscivano a disputare la volata perché occupavano per intero il vialone del traguardo, abbattendo con le spalle le transenne sui due lati. Gli anabolizzanti di nuova generazione, per ovviare all'inconveniente, agiscono sull'altezza e non più sulla larghezza. La squadra tedesca Kalofunken, lo scorso anno di altezza media, quest'anno è formata da ciclisti sui due metri e 70, filiformi, con biciclette enormi, scarpe numero 50 e borracce ricavate da scaldabagni. Il direttore sportivo Udo Kraut ha chiesto agli organizzatori barriere paracolpi di gommapiuma all'ingresso delle numerose gallerie lungo il percorso.

Eteroemotrasfusione
È stata inventata per aggirare i divieti sull'autoemotrasfusione. Anziché iniettarsi il proprio sangue, si usa quello del ciclista della stanza accanto, prelevandolo nel sonno. Popescu, un gregario transilvano che in vent'anni di carriera aveva vinto solo una gara, però di motociclismo, lo ha adottato per primo nel periodo in cui era vicino di stanza di Lance Armstrong. Ha continuato a non vincere, ma ha imparato perfettamente l'inglese in una sola notte. La diffusione di questa pratica è testimoniata dall'impressionante colpo d'occhio alla partenza: alcuni ciclisti pallidissimi cadono svenuti dopo poche pedalate, mentre altri colleghi, paonazzi, riescono a salire a stento sulla bicicletta perché il loro peso corporeo è raddoppiato in una notte. La squadra spagnola Cisterna è composta solo da corridori eterotrasfusi.

Cocaina L'assunzione diretta ha esiti controversi, e soprattutto può essere facilmente scoperta dalle analisi. Per questo alcuni medici hanno escogitato un sistema geniale: legano un sacchetto con un chilo di coca dietro il sellino, attirando i cani antidroga entro un raggio di cento chilometri. Inseguito da una muta di cani, il ciclista aumenta di molto l'andatura.

Uranio arricchito Molto costoso ma molto efficace, consiste in un blister di 12 supposte di uranio arricchito. Con una sola supposta il ciclista diventa fosforescente e raggiunge i 200 chilometri all'ora in poche pedalate. Importante dotare la bicicletta di un sistema di refrigerazione perché l'attrito può fondere il telaio in pochi secondi.

Ipnosi Consiste nel convincere il ciclista, sotto ipnosi, che le salite non esistono, sono solo discese osservate da un altro punto di vista. E dunque possono essere affrontate con un rapporto lunghissimo, a velocità sostenuta. Lo scalatore spagnolo Chisco, con questo sistema, ha scalato lo Stelvio alla media di 65 all'ora. Purtroppo, per il fenomeno detto 'inversione psichica', ha poi percorso la discesa molto lentamente, sbuffando e piantandosi sui pedali, ed è stato raggiunto dal gruppo.

Monocilindrico È un sistema polemicamente adottato dai medici sportivi di molte squadre per tutelare la salute dei corridori. Anziché intossicare i ciclisti con intrugli assurdi, si monta sulle biciclette un motore monocilindrico.

9.5.07

L’assalto di 833 liste e il salario politico

di Gian Antonio Stella - Il Corriere della Sera

PALERMO — Se il ragionier Giuseppe Milazzo andrà al seggio con l’auto blu di presidente uscente della VI circoscrizione comunale, quella dei quartieri popolari verso l’aeroporto, non si sa. Si sa che il suo appello agli elettori, chiamati a scegliere tra Diego Cammarata e Leoluca Orlando, è accorato: «Non votate per persone che sfrutteranno il vostro voto per soli interessi personali!». Bel pulpito..
Prima di fare politica, spiega lui stesso nel sito internet, non aveva lavorato un solo giorno. Dopo, è stato fatto vicepresidente Consiglio di Amministrazione Opera Pia S.Lucia di Palermo, piazzato nel CdA «dell'Assessorato Regionale Cooperazione, Commercio, Artigianato e Pesca di Siracusa». Inserito tra i raccomandatissimi assunti senza concorso all'Amia, nettezza urbana. Dove ha preso ogni mese una busta paga che si cumulava con quella di presidente circoscrizionale: 4.750 euro al mese. Slogan: «In prima persona per continuare». La politica, dice, per lui è una passione. C'è da credergli. Dicono che è lì che si deciderà lo scontro frontale tra il sindaco uscente, l'aitante avvocato dal sorriso standard riproposto dalla CdL, e il suo predecessore, che dopo aver fondato la Rete e seminato scompiglio nella vita politica nazionale e infine girato il mondo come autore di libri scritti solo in tedesco e in inglese come se non volesse più occuparsi delle faccenduzze palermitane, ha deciso di tornare. E provare a riprendersi quella città che in qualche modo ritiene gli appartenga. Dicono che si deciderà, il duello, non solo sul carisma elettorale dei due candidati e men che meno sulla benedizione calata dall'alto da parte di Berlusconi (che con la battutaccia sugli elettori orlandiani «malati di mente» avrebbe un po' incasinato le cose) o di Prodi. A pesare saranno le centinaia e centinaia di aspiranti «deputatini» circoscrizionali, aspiranti presidenti, aspiranti consiglieri comunali, aspiranti assessori.
Una folla di 3.962 persone che ha preso d'assalto il Palazzo delle Aquile e i palazzetti dei parlamentini di quartiere sotto le bandiere di 33 liste, ridotte a 31 solo dall'intervento dei giudici. Tutta la Sicilia ormai è una affamata, tragica e ridicola «Elezionopoli» con un esercito di 18.413 uomini e donne, giovani e vecchi, idealisti e furboni decisi a sgomitare sventolando i vessilli di 833 (ottocentotrentatré) liste per andarsi a prendere tutte le poltrone possibili. Dalle Isole Eolie (dove la destra è per fare l'aeroporto e un enorme porto e nuovi complessi alberghieri e la sinistra grida alla devastazione dell'arcipelago) ad Agrigento, da Gela a Raffadali, il paese di Totò «Vasa Vasa» dove il candidato è il fratello, Silvio Cuffaro. Si era già visto qualcosa di simile a Catania, nelle elezioni del 2005 vinte dalla destra, poi a Messina nelle comunali del 2006 vinte dalla sinistra. Ma mai come stavolta la verità è accecante: la politica, che stando a una inchiesta di Emanuele Lauria su Repubblica ingoia qui un milione di euro al giorno, è il vero business dell'isola. Il primo distributore di buste paga. Va da sé che la guerra per conquistare le postazioni di rendita è combattuta con tutti i mezzi. «È scattata una corsa alla spesa, ufficiale e non», ha confermato Carlo Vizzini che di campagne elettorali ne vede da quando prima di lui faceva politica il papà, «assolutamente incontrollata». Nella sola sfida di Palermo, dicono le stime, vengono bruciati in questi giorni nove milioni di euro. In un diluvio di manifesti, volantini, santini. Facce da pugile, facce da Grande Fratello, facce da bodyguard, facce da pornostar. Totò Scicchigno ammicca avendo al collo un papillon assai «scic».
Leopoldo Piampiano invita a non perdere tempo. Sesto Terrazzini dice che lo divora una «passione allo stato puro». Vito Onesti tuona: «Solo Onesti al Comune!». Dietro, però, si muoverebbe anche dell'altro. O almeno così dicono quelli della sinistra in una lettera a Giuliano Amato: «Ci sentiamo di affermare che il voto rischia di essere inficiato da innumerevoli illegalità, da un vero e proprio mercimonio che rischia di corrompere il carattere democratico della competizione elettorale. Nei quartieri popolari della nostra città, stiamo assistendo a fenomeni inquietanti: numerosi candidati dei partiti che sostengono la candidatura del sindaco uscente stanno distribuendo soldi, telefonini, buoni per la benzina, pacchi di pasta, finte lettere d'assunzione». La destra ha reagito indignata. «Torna l'orlandismo, secondo il quale il sospetto è l'anticamera della verità», ha sibilato sferzante Renato Schifani. «Hanno elementi concreti o nomi da fare? Lo dicano. Sennò…». Quanto ai due galli principali, si arpionano e si beccano e si assaltano a ogni ora. Ma non si sono mai incontrati becco a becco. Quelli di Orlando dicono che Cammarata «ha una fifa blu a fare un confronto pubblico perché Leoluca lo farebbe a pezzi». Quelli di Cammarata rispondono ridendo che «Diego non fa che prendere atto di quel che Orlando ha detto alle primarie nel centrosinistra e cioè che questi dibattiti non servono a niente». «U sinnacu» uscente, dopo aver accusato il predecessore di essere «un camaleonte, un presuntuoso: tanto fumo e niente arrosto» e aver teorizzato che «questa è una città intelligente che non si fa ingannare da chi cambia pelle» e dunque «Orlando si illude ma non arriverà nemmeno al ballottaggio», assicura che i sondaggi sono tutti dalla parte sua: «Come candidati io sto al 52%, lui al 46, come partiti noi stiamo 20 punti davanti». Il fondatore della Rete, dall'altra parte, ostenta l'aria del vecchio micione che comincia a credere di avere già il sorcio in bocca: «Se conosco Palermo, e la conosco, forse non andiamo neanche al ballottaggio. A mio favore, intendo. Il difficile verrà dopo».
E il primo accusa il secondo di avergli lasciato «una città allo sfascio, una crisi idrica pazzesca, 7.350 Lsu e precari che ci siamo impegnati a stabilizzare senza creare un solo nuovo precario» e assicura che le polemiche sugli autisti dei bus senza patente sono una minchiata perché «quelli che non sono adatti faranno altre cose: non siamo mica così matti da dare un pullman in mano a chi non è adatto a guidare!» e giura che chiuso il capitolo «qui si verrà assunti solo con regolari concorsi». Il secondo dice che sì, è vero che prese tutti quegli Lsu ma «nessun amico o amico degli amici: era una scelta politica, perché non avevano dato ai palermitani il reddito minimo di sopravvivenza e io non voglio la fame, a Palermo!». E spiega che con lui «la città aveva un "rating" A3 e adesso siamo così inaffidabili che non ci hanno declassato ma abolito!» e che «qui non arriva un centesimo dall' Europa dal 1999, quando c'ero io» e «Cammarata ha fatto da zerbino a Berlusconi e invece se vinco io a Prodi lo faccio nero, se non ci dà il reddito minimo, chiaro? Butto giù il governo, chiaro?». E via così. Mentre l'uno e l'altro battono i quartieri baciando tutti e stringendo le mani a tutti e promettendo qualcosa a tutti. Dovevate vederlo, ieri mattina, Cammarata tra i gamberoni e i panini con la milza e le angurie della Vucciria. Antonino Mercante, detto «Formaggio», una specie di masaniello dei precari, ogni tanto strillava: «Un applauso per u sinnacu!». E giù scrosci di battimani. Mentre Orlando ammiccava sornione: «A mmia li applausi li fanno da soli. Senza "Formaggi" e formaggini».

4.5.07

Come vivere e bene senza lavarsi

SATIRA PREVENTIVA di Michele Serra

L'emergenza idrica sta assumendo dimensioni drammatiche. Ma la società italiana, a partire dalla sua classe dirigente, è pronta per una vera e propria rivoluzione culturale. La Lega ha fatto sapere che la tradizionale cerimonia dell'ampolla sacra (tra le più cliccate su You-Tube nella sezione 'video esilaranti') sarà modificata: anziché prelevare acqua dal Po, la delegazione leghista rovescerà nel fiume l'ampolla riempita l'anno scorso. Gli onorevoli Boso e Borghezio, in aggiunta, sputeranno nel fiume.

Flavio Briatore e Lele Mora hanno rinunciato a rinnovare l'acqua delle loro piscine in Sardegna: useranno quella dell'anno scorso, dopo averla filtrata per depurarla dal cocktail di fondo tinta, benzina super, cocaina, banconote e paella che la rende limacciosa. La Fontana di Trevi sarà svuotata e riempita di palline di plastica colorata (dono dell'Ikea): al posto di Anita Ekberg, farà il bagno nuda nelle palline colorate Cristina D'Avena. Fulco Pratesi e altri ambientalisti hanno messo a punto un nuovo codice igienico.

L'acqua dello sciacquone può essere riutilizzata per lavarsi i denti e poi per cucinare gli spaghetti, che assumeranno un caratteristico sapore di dentifricio e orina, rendendo superfluo il condimento. Ancora bollente, la stessa acqua può servire per un pediluvio, infine per annaffiare i gerani che assumeranno un suggestivo colore nero. Raccogliendo i residui dell'annaffiatura rimasti nei sottovasi, li si può rollare e fumarseli in santa pace, procurandosi una visione realistica delle cascate del Niagara.

La doccia - una volta alla settimana - non deve durare più di dieci secondi. Ci si può lavare perfettamente con piccoli accorgimenti: rasarsi completamente i capelli prima della doccia, non insaponare le ascelle e altri meati difficili da risciacquare e soprattutto avere già fatto in precedenza un bagno in albergo.

Mutande e calzini possono durare anche 15 giorni, avendo l'accortezza di farli leccare accuratamente dal cane ogni sera. Quando, dopo qualche giorno, assumono la necessaria rigidità, anziché sprecare acqua li si può lavare con scalpello e fiamma ossidrica. Gravissimo lavare la macchina troppo spesso. Molto meglio cambiarla una volta al mese, restituendo quella sporca al concessionario. Oppure, ai semafori, provocare con insulti razzisti i lavavetri che la copriranno di sputi, poi, raggiunta la distanza di sicurezza, scendere e passare la pelle di daino.

Grandi novità anche in gastronomia. I legumi, fino a oggi inutilmente ammorbiditi nell'acqua, possono essere consumati secchi, inghiottiti interi come pillole o anche polverizzati con un pestello e inalati. Lo chef Pistoloni, nella sua rinomata Cascinetta del Cacciatore, serve già da tempo spaghetti croccanti spolverati con curry e shampoo secco. Molto apprezzati anche il gelato liofilizzato, che impasta bronchi e polmoni con i sintomi della silicosi, però aromatizzandoli al pistacchio, e la sbrisolona al piccone, specialità del posto, da consumare in cortile perché lo spaventoso rumore della masticazione potrebbe disturbare gli altri clienti. Su ogni tavolo sono presenti un vasetto di cicatrizzante per le gengive e il numero dello studio dentistico più vicino.

Ma è soprattutto il governo che si muove. Un decreto legge prevede la riduzione drastica delle bottiglie d'acqua minerale, con le nuove pezzature mignon, ditale e sorsetto, carissime ma già molto di moda tra i giovani rampanti che le inghiottono intere senza neanche stapparle. Incentivi economici per le imprese che producono water senz'acqua: si va dal modello Winchester, corredato di un fucile di precisione per sparare all'escremento, al modello Strada, una tazza senza fondo da collocare sul marciapiede per poi prelevare la cacca con gli stessi sacchetti dei cani e buttarla nel cassonetto.

Respinta una proposta di legge che prevedeva di rattoppare gli acquedotti bucati e mettere in galera i sub-concessionari mafiosi che speculano sulla siccità. Il relatore non è stato in grado di pronunciare il suo discorso perché aveva la gola secca.