20.1.08

Il papa ce l'ha con Del Piero

Satira Preventiva di Michele Serra

Dopo la dura reprimenda del papa agli amministratori romani, accusati di non provvedere adeguatamente all'ordine pubblico e al decoro dei quartieri, la Santa Sede ha reso noto i prossimi incontri di Benedetto XVI.

Bankitalia
Il papa non condivide la pressione sui bond e giudica insufficienti le misure antispeculative su Cct e pacchetti immobiliari. Lo farà presente ai vertici di Bankitalia, che riceverà anche allo scopo di chiarire che i 'collar' sui mutui a 15 e 20 anni non sono adeguati alla stretta del mercato. Il governatore di Bankitalia, per ringraziarlo dell'interessamento, gli farà dono del prezioso Borsalino color avorio indossato da Rockefeller all'inaugurazione di Wall Street nel 1922.

Forze Armate
Gli Stati maggiori delle diverse armi saranno ricevuti dal pontefice nella Sala Nervi, appositamente guarnita di mappe militari sulle quali Sua Santità traccerà, con stringati tratti di pennarello, le principali linee strategiche sui fronti caldi del Pianeta. Il Vaticano è infatti profondamente scontento della linea di condotta della Marina e dell'Esercito. L'uso della fanteria, senza adeguato appoggio dell'artiglieria leggera, e stanti le attuali lacune di fureria e di vettovagliamento, è sconsigliabile. Meglio reintrodurre la cariche di cavalleria, che è nel cuore del Santo Padre anche per la grande suggestione dei costumi. A questo proposito il papa suggerirà di ripristinare il pennacchio e la fodera piumata per la sciabola. Consigliabile anche l'istituzione di un corpo nazionale di ussari. Benino l'aviazione, ma inaccettabile la condotta della Marina: lo scarso uso dei cacciatorpediniere e la manutenzione carente dei sommergibili verrà rimproverata dal Papa agli ammiragli presenti. Nell'occasione, gli verrà regalato il tipico copricapo da Gran Commodoro con calamari e polipi intarsiati sulla falda.

Made in Italy
Il papa consegnerà agli stilisti italiani una serie di suoi schizzi nei quali corregge alcune tendenze gravemente errate. Perché, per esempio, insistere sugli spezzati e non puntare sul ritorno della tinta unita? Bene lo chiffon, basta con il principe di Galles, sempre attuale il tweed a patto che sia accostato a scarpe sportive, assolutamente no al ritorno del loden. Grati dell'interessamento, gli stilisti regaleranno al papa una riedizione del maestoso cappello 'a carrozza', con rotelle funzionanti e visiera di cristallo di Boemia, già indossato da Giulio II durante la Quaresima.

Sport
In un incontro privato, Benedetto XVI riceverà il ct della Nazionale Donadoni per suggerirgli un inedito 3-4-3 da schierare nelle finali degli Europei. La convocazione di Cassano e l'allontanamento di Del Piero saranno oggetto della seconda parte del colloquio. Non facile l'incontro con gli azzurri di sci: il papa giudica molto carente l'allenamento in slalom gigante. Per rabbonirlo, la Federsci intende regalargli un sontuoso berretto con triplo pon-pon e paraorecchie di renna da indossare nei prossimi viaggi nei paesi freddi.

Cucina
I grandi chef italiani attendono con ansia l'imminente incontro con il papa. Corre voce che l'eccessivo utilizzo dei crostacei e l'abuso delle creme sifonate incontri la decisa contrarietà del pontefice, preoccupato anche dalla contaminazione delle ricette regionali. Si spera che la severa disposizione d'animo di Benedetto XVI venga ammorbidita dall'omaggio del cappello 'Grand Soufflé' indossato dal cuoco di corte di Re Sole: è alto 60 centimetri e ripieno di besciamella.

Tappezzieri
Atteso con particolare curiosità l'incontro del papa con la Federtappezzieri. Si spera che le dure critiche sui tessuti a losanghe siano compensate dalla benevole attitudine della Santa Sede nei confronti del ritorno del fiocco per decorare i braccioli. In segno di gratitudine, i tappezzieri regaleranno al papa cento metri di prezioso broccato per il suo nuovo cappello a strascico.

17.1.08

Hanno arrestato l'UDEUR!

di Marco Travaglio - dal blog di Beppe Grillo

"Caro Beppe,
siamo tutti costernati e affranti per quanto sta accadendo al cosiddetto ministro della Giustizia Clemente Mastella e alla sua numerosa famiglia, nonché al suo partito, che poi è la stessa cosa. Costernati, affranti, ma soprattutto increduli per la terribile sorte che sta toccando a tante brave persone. Infatti, oltre alla signora Sandra, presidente del Consiglio regionale della Campania, sono finiti agli arresti il consuocero Carlo Camilleri, già segretario provinciale Udeur; gli assessori regionali campani dell’Udeur Luigi Nocera (Ambiente) e Andrea Abbamonte (Personale); il sindaco di Benevento dell’Udeur, Fausto Pepe, e il capogruppo Udeur alla Regione, Fernando Errico, e il consigliere regionale dell’Udeur Nicola Ferraro e altri venti amministratori dell’Udeur. In pratica, hanno arrestato l’Udeur (un mese fa era finito ai domiciliari l’unico sottosegretario dell’Udeur, Marco Verzaschi, per lo scandalo delle Asl a Roma, mentre un altro consigliere regionale campano, Angelo Brancaccio, era finito in galera prima dell’estate quando era ancora nei Ds, ma appena uscito di galera era entrato nell’Udeur per meriti penali). Mastella, ancora a piede libero, è indagato a Catanzaro nell’inchiesta "Why Not" avviata da Luigi De Magistris e avocata dal procuratore generale non appena aveva raggiunto Mastella, che intanto non solo non si era dimesso, ma aveva chiesto al Csm di levargli dai piedi De Magistris. S’è dimesso invece oggi, Mastella, ma per qualche minuto appena: poi Prodi gli ha respinto le dimissioni, lasciandolo al suo posto che – pare incredibile – ma è sempre quello di MINISTRO DELLA GIUSTIZIA. La sua signora, invece, non s’è dimessa (a Napoli, di questi tempi, c’è perfino il rischio che le dimissioni di un politico vengano accolte): dunque, par di capire, dirigerà il Consiglio regionale dai domiciliari, cioè dal salotto della villa di Ceppaloni.

Al momento nessuno sa nulla delle accuse che vengono mosse a lei e agli altri 29 arrestati. Ma l’intero Parlamento – con l’eccezione, mi pare, di Di Pietro e dei Comunisti Italiani – s’è stretto intorno al suo uomo più rappresentativo, tributandogli applausi scroscianti e standing ovation mentre insultava i giudici con parole eversive, che sarebbero parse eccessive anche a Craxi, ma non a Berlusconi: insomma la casta (sempre più simile a una cosca) ha già deciso che le accuse - che nessuno conosce - sono infondate e gli arrestati sono tutti innocenti. A prescindere. Un golpetto bianco, anzi nero, nerissimo, in diretta tv.

Nessuno, tranne Alfredo Mantovano di An, s’è domandato come facesse il ministro della Giustizia a sapere che sua moglie sarebbe stata arrestata e a presentarsi a metà mattina alla Camera con un bel discorso scritto, con tanto di citazioni di Fedro: insomma, com’è che gli arresti vengono annunciati ore prima di essere eseguiti? E perché gli arrestandi non sono stati prelevati all’alba, per evitare il rischio che qualcuno si desse alla fuga? Anche stavolta, la fuga di notizie è servita agli indagati, non ai magistrati. E, naturalmente, al cosiddetto ministro.

Il vicepresidente del Csm Nicola Mancino, anziché aprire una pratica a tutela dei giudici aggrediti dal ministro, ha subito assicurato "solidarietà umana" al ministro e ai suoi cari (dobbiamo prepararci al trasferimento dei procuratori e del gip di Santa Maria Capua Vetere, sulla scia di quanto sta accadendo per De Magistris e Forleo?). Il senatore ambidestro Lamberto Dini ha colto l’occasione per denunciare un "fatto sconvolgente: i magistrati se la prendono con le nostre mogli" (la sua, Donatella, avendo fatto fallimento con certe sue società, è stata addirittura condannata a 2 anni e mezzo per bancarotta fraudolenta, pena interamente indultata grazie anche a Mastella). Insomma, è l’ennesimo attacco ai valori della famiglia tradizionale fondata sul matrimonio: dopo l'immunità parlamentare, occorre una bella immunità parentale. Come fa osservare la signora Sandra Lonardo in Mastella dai domiciliari, "questo è l’amaro prezzo che, insieme a mio marito, stiamo pagando per la difesa dei valori cattolici in politica, dei principi di moderazione e tolleranza contro ogni fanatismo ed estremismo". Che aspettano a invitarli a parlare alla Sapienza?." Marco Travaglio

12.1.08

Le riforme di Gnork

SATIRA PREVENTIVA di Michele Serra

Il dibattito sulla riforma elettorale è a buon punto. Dopo lunghe trattative, sono stati selezionati venticinque sistemi di voto, a ciascuno dei quali verrà abbinato un fantino. Su tutto il resto l'iter è ancora da stabilire. Ma vediamo, tra i sistemi in lizza, quali sono i più interessanti.

Alsaziano È una soluzione di compromesso tra il sistema francese e quello tedesco. Come si ricorderà, Veltroni era favorevole al francese, D'Alema al tedesco. Dopo febbrili trattative tra i rispettivi staff, Veltroni, come segno di buona volontà, si era convertito al tedesco, ma nel frattempo D'Alema, per gli stessi motivi, era passato al francese. Si è dunque deciso, per superare l'impasse, di proporre un mix tra i due sistemi: presidenzialismo e doppio turno alla francese, ma con l'istituzione dei Länder e orologi a cucù in tutti i seggi elettorali. Il professor Sartori si è detto contrario.

Colbaccum Sostenuto da Diliberto, si ispira allo spirito originario dei soviet: i candidati proposti dal partito vengono eletti per acclamazione, tra i lieti canti delle brigate operaie che si recano festanti alla fabbrica, e le risate di gioia delle mietitrici che si sono appena rese conto di avere centrato anche quest'anno l'obiettivo del piano quinquennale. Non piace al professor Sartori.

Yemenita I maschi si recano a votare con un pugnale intarsiato infilato nella fusciacca, mentre le femmine, chiuse in casa, intonano nenie e allattano i bambini. Il sistema è stato proposto dall'ambasciatore dello Yemen, ma non ha molte possibilità di essere adottato perché non è apprezzato dal professor Sartori.

Spagnolo Il sistema spagnolo è visto con favore da molti, ma secondo alcuni ha il difetto di prevedere preliminari troppo impegnativi: una lunga guerra civile con milioni di morti, fucilazioni di poeti, accorrere convulso di combattenti da mezzo mondo, bombardamento di Guernica e successiva stesura di quadri di grandi dimensioni, una lunga dittatura, infine un processo di riconciliazione nazionale. Come mettere d'accordo la galassia dei partiti italiani su una soluzione così complessa? Anche Sartori è contrario.

Sanremese Cerca di accontentare tanto i partiti grandi, che concorrono nella sezione Big, quando quelli piccoli, che si presentano tra le Nuove Proposte. Il nuovo premier viene incoronato con il televoto dopo la mezzanotte del sabato al teatro Ariston. Svantaggi: dopo una settimana nessuno ricorda più il nome del vincitore e si rischia un pericoloso vuoto politico. Vantaggi: la vendita dei diritti televisivi permette di non gravare sul bilancio dello Stato. Perplessità del professor Sartori.

Salico Il sistema salico, risalente a Carlo Magno, prevede l'incoronazione dell'Imperatore per volontà divina. È visto con molto favore da Berlusconi, che dopo defatiganti trattative con gli altri partiti si è detto costretto ad abbandonare il tavolo. "Abbiamo perfino proposto la rinuncia al manto di ermellino, ma non è servito a niente. Quando la volontà di trattare è zero, non resta che prenderne atto". Ha pesato anche il no di Sartori.

Gnorkico È il sistema in voga sul pianeta di Gnork, scelto da Berlusconi in seconda istanza. Prevede la nomina di un Imperatore per diritto divino. Ai critici, tra i quali il professor Sartori, che lo considerano troppo simile al sistema salico, Berlusconi ha replicato che di fronte al rifiuto di trattare non solo non si sarebbe arreso, ma avrebbe rilanciato con una terza proposta.

Teocratico Il sistema teocratico, terza opzione di Berlusconi, prevede la nomina di un Imperatore a vita. "Per prevenire la stucchevole obiezione che anche questa mia terza proposta è identica alle altre", spiega Berlusconi, "ho però fatto introdurre dai miei costituzionalisti la variante Amon-Ra: l'imperatore, questa volta, non è eletto per diritto divino per il semplice fatto che egli stesso incarna la divinità. Dunque si autonomina". Negativo il giudizio di Vanni Sartori.