30.9.03

Eboli, le ruspe militari antiabuso adesso torneranno nelle caserme


di Gian Antonio Stella per il Corriere della Sera

EBOLI (Salerno) - «Una pugnalata alle spalle: ecco cos'è il condono per me e quelli che hanno dato l’anima per far passare il principio che la legge è legge. Una pugnalata». C’era quasi riuscito, Gerardo Rosania, a portare lo Stato a Eboli. Ce l’aveva quasi fatta stringendo lui, sindaco di Rifondazione, un patto di ferro con il prefetto, i magistrati, i vigili, i carabinieri, i pompieri, i forestali e «tanta altra gente perbene compatta nella volontà di mostrare che l’amministrazione pubblica anche qui può essere seria». Hanno buttato giù 437 case abusive, per affermare questa idea di uno Stato serio. La più radicale operazione di bonifica mai fatta in Italia. Condotta tra insulti, ricorsi, lamenti, tentati suicidi, minacce, svenimenti, eccezioni legali e lacrime di prefiche...
Adesso Rosania ha il morale a pezzi: «Da quando è emersa la certezza del condono sono spuntati cantieri abusivi dappertutto. Sono sommerso da decine di rapporti. I vigili vanno, sequestrano, mettono i sigilli.
«Quelli li rompono e riprendono. I vigili tornano e rimettono i sigilli. Quelli li rompono e riprendono. I vigili li rimettono e si sentono dire: "Perché scassate? Tanto c’è ’o condono!». Per non parlare degli abusivi ai quali abbiamo demolito la casa: "Ecco! Tutta l’Italia la fa franca! Tutta l’Italia! Pure quelli che hanno costruito sul demanio! Bastava che ci lasciaste in pace ancora un poco..."».
Non era stato facile, portare lo Stato a Eboli. Paese simbolo, anche grazie al libro di Carlo Levi, del Mezzogiorno povero, sgarrupato, passivo. Via via più rassegnato alla convivenza con le mille illegalità diffuse. Cuore di quella Campania che ospita il 19% degli edifici abusivi costruiti ogni anno in Italia. Teatro di quella farsa offensiva e tragica in cui le autorità fingono di avere la faccia feroce e firmano, per evitare l’imputazione di omissione di atti d’ufficio, ordini di demolizione per le case illegali «non sanabili» che poi applicano soltanto nello 0,97% dei casi.
La camorra era sicura che, nonostante qualche strepito, nessuno avrebbe mai avuto il fegato di mandare le ruspe. E lungo otto chilometri del litorale ebolitano, a ridosso del mare e della bellissima pineta, le famiglie cutoliane degli «Scarponi» e dei «Garibaldi» si erano spartite la terra demaniale dividendola in centinaia di lotti come fosse terra loro. E per tutti gli anni Settanta e gli Ottanta, mentre i sindaci e i vigili e i pretori guardavano altrove, avevano tirato su villini su villini fino a occupare tutta la fascia tra la strada litoranea e il bosco.
Tutto tra complicità indecenti. «Chiedevano la corrente elettrica dicendo di dovere azionare un pozzo artesiano e l’Enel gliela dava fingendo di non sapere a cosa serviva davvero, chiedevano il telefono e la Sip glielo portava, compravano e vendevano come fosse roba legale», freme di rabbia Donato Santinone, il segretario dei comunisti italiani che come assessore all’Urbanistica coordinò le ruspe. «Trovammo contratti stipulati dal notaio che parlavano di "trasferimento di possesso". Notai che, chiamati a far da garanti davanti alla legge, se ne infischiavano. E che non ci risulta siano mai stati espulsi».
Uno schifo. Aggravato dai problemi di ordine pubblico causati dalla presenza di alcuni spacciatori. E dalla scelta di qualche proprietario di arrotondare le entrate affittando d’inverno la propria casa al mare a gruppi di prostitute. «Tutta la strada, dall’autunno alla primavera, era piena per otto chilometri di ragazze che facevano la vita. Perlopiù straniere. Erano così tante che certe sere fummo costretti a organizzare pattugliamenti coi vigili», ricorda il sindaco. «A casa d’una nigeriana, il giorno in cui la buttammo giù, fotografai un mucchio di preservativi buttati sul pavimento. Un metro quadro di preservativi. Forse più».
Per anni, in Comune avevano teorizzato la necessità d’abbattere «Camorropoli». «Ma pareva non ci fosse niente da fare. Firmavi gli ordini di demolizione e quelli se ne fregavano. Gli ordinavi di andarsene e ridevano. Facevi le gare per affidare gli appalti degli abbattimenti e andavano deserte. Una sola vide un vincitore: una ditta che in realtà voleva solo farsi bella sperando d’incassare altri lavori. O contando sul fatto che non avremmo avuto le palle per demolire davvero. Cosa che le avrebbe permesso di farci causa. Appena capì che facevamo sul serio, sparì.
«Alla fine ci fu chiaro che avevamo una sola carta da giocare: andare ad abbattere con il genio militare».
Fu lì che, miracolo, apparve lo Stato. Lì che si saldò l’alleanza ebolitana tra la sinistra perbene e la destra perbene, tra la giunta rossa e un giovane magistrato di nome Angelo Frattini e il prefetto salernitano Natale D’Agostino, che si tirò dietro la polizia e i carabinieri e la Forestale e la Finanza... «Un uomo straordinario», ricorda Rosania. «Quando arrivammo al punto di svolta disse: "Allora: ci stiamo tutti? Tutti convinti? Attenzione, perché da questo momento nessuno può più tirarsi indietro". Non me lo scordo, quel giorno. Chi non è del Sud non può capire fino in fondo: lo Stato! A Eboli c’era lo Stato!».
Cinque anni esatti sono passati, dal primo abbattimento. Era il 29 settembre 1998 («Grazie Tremonti: bel regalo di compleanno...») quando la pala meccanica attaccò la villetta di Anna Pagano. Lei e gli altri abusivi delle prime 72 case abbattute non ci credevano, che finisse davvero così. E investivano i cronisti con il loro stupore: «Non ci hanno dato manco il tempo di svuotare gli armadi! ». Avevano avuto anni, per svuotarli. Ma chi l’immaginava che quel giorno le ruspe militari sarebbero arrivate? Lì, nel cuore di un mondo tutto illegale. Lì, col sindaco confinante di Battipaglia, Fernando Zara, che si batteva al contrario per sdemanializzare il litorale suo e giurava di non avere nel suo comune «neanche una casa abusiva» e sbruffoneggiava: «Vediamo se Rosania ce la fa, ad abbatterle tutte! Vediamo!». E gli abusivi che assalivano i vigili: «Perché noi sì e quelli di Battipaglia no? Chi lo dà il diritto al comune di Eboli di fare quello che Battipaglia non fa, ah?»
Quattrocentotrentasette villini, han tirato giù. «Una cosa costosa, lunga, complicata: prima devi far sequestrare la casa, poi devi acquisirla e votare un progetto di demolizione e svuotarla di tutti i mobili e far staccare tutti i servizi dai vigili del fuoco e dai tecnici del gas e dell’Enel e mille altri impicci. La ruspa arriva solo alla fine». Un lavoro duro. Senza un lira da Roma.
Tra minacce, inquilini che si davano fuoco, mamme che si asserragliavano coi figlioletti, lettere stizzite di incazzatissimi avvocaticchi... Eppure, anche grazie al nuovo prefetto Efisio Orrù succeduto a D’Agostino mettendoci la stessa passione e la stessa severità, ce l’avevano fatta. Là dove c’era l’orrendo caos di «Camorropoli» oggi è tornata l’erba, sono tornate le piante, è tornato il panorama della pineta così come lo videro Johann Wolfgang Goethe o Percy B. Shelley in viaggio verso Paestum. Gerardo Rosania guarda e sospira. Ce l’aveva quasi fatta, a portare lo Stato a Eboli. Quasi.

24.9.03

L'ELENCO DELLA P2

dal sito Misteri d'Italia


Questo è l'elenco alfabetico dei nomi di 962 presunti iscritti alla "Loggia P2" della massoneria sequestrato il 17 marzo 1981 a Licio Gelli (distribuito dalla presidenza del Consiglio il 21 maggio 1981). La relazione della Commissione parlamentare d'in- chiesta, consegnata ai presidenti della Camera e del Senato il 12 luglio 1984, afferma che: "le liste se- questrate a Castiglion Fibocchi sono da considerare: a) auten- tiche: in quanto documento rappresentativo dell'organizzazione massonica denominata Loggia P2 considerata nel suo aspetto soggettivo; b) attendibili: in quanto sotto il profilo dei conte- nuti, è dato rinvenire numerosi e concordanti riscontri relativi ai dati contenuti nel reperto". Ciononostante, dal momento che questo elenco è stato contestato, con successo, da diverse persone i cui nominativi figurano nello stesso e che si sono rivolte alla magistratura, è necessario avvertire il lettore che la presenza di un nominativo in questa lista non significa l'acclarata appar- tenenza dello stesso alla Loggia massonica P2. C'è infine da tenere conto del fatto che la Corte d'Assise romana ha recentemente negato la fondatezza della accusa di cospi- razione mediante associazione, escludendo quindi che la P2 sia stata una struttura in grado di interferire ad un livello diverso da quello (di bassissimo profilo) dello scambio di favori e di raccomandazioni.
Quella che segue, quindi, è solo la lista degli appartenenti alla P2 così com'è stata sequestrata a Licio Gelli.


ten col Sergio Acciai (Firenze, in sonno, fascicolo 113)
dott Pierluigi Accornero (Viarigi, 321)
rag Giacomo Agnesi (Roma, 169)
dott Enrico Aillaud (Roma, 560)
dott Aldo Alasia (Buenos Aires, 150)
dott Gioacchino Albanese (Roma, 913)
dott Raffaele Albano (La Spezia, 286)
cap Amedeo Aldegondi (Torino, 425)
ten col Vito Alecci (Milano, 789)
magg Giuseppe Aleffi (Pisa, 762)
dott Alessandro Alessandrini (Roma, 728)
amm Achille Alfano (Livorno, capo gruppo 12, fasc 450)
gen Giovanni Allavena (Roma, 505)
prof Canzio Allegriti (Torino, 94)
principe Giovanni Alliata di Montereale (Roma, passato al Grande Oriente, 361)
dott Italo Aloia (Cosenza, 173)
Bruno Alpi (Ancona, in sonno, 426)
dott Roberto Amadi (Milano, 364)
dott Antonio Amato (Cagliari, 807)
dott Wilfrido Ambrosini (Verona, in sonno, 112)
avv Walter Amendola (Brasile, 615)
dott Aristide Andreassi (Roma in sonno, 170)
avv Loris Andreini (Montecatini, 417)
dott Mario Andreini (Verona, 177)
on Clement Anet Bile' (Costa d'Avorio, 765)
dott Franco Angeli (Montevarchi, 153)
dott Ennio Annunziata (Roma, 134)
prof Fausto Antonini (Roma, 1)
prof Giuliano Antonini (Roma, 2)
Renzo Antonucci (Pisa, 736)
col Pietro Aquilino (Perugia, in sonno, 358)
dott Giuseppe Arcadi (Reggio Calabria, 3)
dott Aldo Arcuri (Benevento, 4)
dott Romolo Arena (Roma, 848)
dott Giacomo Argento (Roma, 384)
dott Sergio Argilla (La Spezia, 270)
on Gian Aldo Arnaud (Torino, 726)
dott Carlo Arnone (Firenze, 393)
dott Francesco Aronadio (Roma, 944)
dott Renato Aschieri (Milano, 917)
dott Giuseppe Attinelli (Palermo, 942)
on dott Angelo Atzori (Oristano, capo gruppo 2, fasc 651)
avv Alfredo Aubert (Torino, in sonno, 287)
col Mario Aubert (Milano, in sonno, 427)
Alberto Aureggi (Roma, 727)
dott Jose' Avila (Brasile, 599)
rag Vittorio Azzari (Roma, 171)

rag Gilberto Bacchetti (Firenze, 834)
cap Vasco Bacci (San Vito, 5)
dott Enzo Badioli (Roma, 581)
dott Francesco Baggio (Vicenza, 732)
dott Urio Bagnoli (Roma, in sonno, 6)
gen col Enrico Baiano (Reggio Emilia, in sonno, 175)
Pietro Baldassini (Firenze, 394)
cap Giorgio Balestrieri (Livorno, 907)
dott Giorgio Ballarini (Firenze, 701)
on Pasquale Bandiera (Roma, 114)
dott Guido Barbaro (Torino, 851)
dott Vito Barbera (Livorno, morto, 182)
rag Franco Barducci (Firenze, 702)
gen Tommaso Barile (Roma, in sonno, 420)
dott Giovanni Barilla' (Palermo, 288)
dott Hippolito Barreiro (Buenos Aires, 689)
geom Giovanni Bartolozzi (Firenze, 705)
dott Federico Barttfeld (Buenos Aires, 479)
on Antonio Baslini (Milano, 483)
dott Giuseppe Battista (Roma, 518)
dott Alberto Battolla (La Spezia, 800)
avv Salvatore Bellassai (Palermo, 289)
avv Girolamo Bellavista (Palermo, morto, 7)
dott Danilo Bellei (Bologna, 484)
ing Enzo Bellei (Roma, in sonno, 178)
dott Ottorino Belli (Firenze, 229)
dott Mario Bellucci (Perugia, in sonno, 174)
on Costantino Belluscio (Roma, 540)
prof Nello Bemporad (Firenze, 115)
dott Giorgio Beninato (Roma, 563)
dott Silvio Berlusconi (Milano, 625)
dott Domenico Bernardini (Firenze, capo gruppo 6, fasc 699)
dott Francesco Bernasconi (Roma, 155)
cap fr Carlo Bertacchi (Roma, 629)
dott Giuseppe Bertasso (Torino, 870)
dott Luigi Bertoni (Roma, 179)
dott Mario Besusso (Roma, morto, 180)
dott Luis Alberto Betti (Buenos Aires, 481)
dott Lodovico Bevilacqua (Milano, 877)
dott Angelo Biagini (Firenze, 700)
ing Livio Biagini (Roma, 529)
dott Carlo Biamonti (L' Aquila, in sonno, 378)
avv Gian Paolo Bianchi (Firenze, 703)
dott Giorgio Bianchi (Torino, morto, 422)
avv Giulio Bianchi (Pistoia, 183)
avv Pierluigi Bianchini Mortani (Firenze, 742)
prof Francesco Biancofiore (Roma, 365)
ing Franco Bida (Roma, 911)
p i Giorgio Bida (Novara, morto, 423)
dott Giorgio Billi (Firenze, 548)
dott Maurizio Bina (Cagliari, 819)
dott Luigi Bina (Roma, 8)
amm Gino Birindelli (Roma, 130)
dott Luigi Bisignani (Roma, 203)
dott Garibaldo Bisso (Livorno, 773)
gen Luigi Bittoni (Firenze, passato ad altra Loggia, 116)
col Bartolo Blasio (Roma, 824)
cap Alessandro Boeris Clemen (Roma, 738)
prof Giulio Bolacchi (Cagliari, 886)
uff Jose' Bolshaw Salles (Brasile, 601)
dott Gianni Bonaga (Torino, 376),
Vincenzo Bonamici (Pistoia, 880)
dott Ugo Bonasi (Roma, 857)
geom Antonio Bonetti (Cesena, 366)
Sandro Boni (Firenze, in sonno, 704)
dott Nicolo' Borghese (Roma, 546)
avv Fabio Borzaga (Trento, passato ad altra Loggia, 424)
dott Enrique Victor Boully (Buenos Aires, 691)
dott Osvaldo Brana (Dakar, 101)
gen Ettore Brancato (Roma, 504)
dott Pasquale Brandi (Bari, 9)
avv Agneletto Branko (Trieste, passato ad altra Loggia, 291)
dott Carlos Braulio (Brasile, 600)
Maurizio Bruni (Livorno, 774)
dott Vittorio Bruni (Firenze, 706)
dott Ottorino Bruno (Roma, 103)
dott Paolo Bruno (Cosenza, 181)
gen Walter Bruno (Roma, 10)
Ivan Bruschi (Arezzo, 395)
dott Ettore Brusco (Roma, 11)
Renzo Bruzzone (Torino, 176)
dott Fosco Buccianti (Firenze, 638)
avv Brunetto Bucciarelli Ducci (Arezzo, 573)
gen Paolo Budua (Roma, 292)
avv Glauco Buffarini Guidi (Roma, 102)
dott Roberto Buffetti (Roma, 322)
Aldo Bugnone (Torino, 785)
dott Antonio Buono (Forli', 104)
rag Giancarlo Buscarini (Roma, 850)

magg Antonio Cacchione (Firenze, 197)
cap Carlo Cadorna (Roma, 780)
Giorgio Cagnoni (Ravenna, 166)
dott Mario Cagnoni (Ravenna, 167)
Paolo Cagnoni (Ravenna, 168)
Paolo Caiani (Montecatini, 838)
Piero Caiani (Montecatini, 676)
Dott Salvatore Cajozzo (Svezia, 586)
col Antonio Calabrese (Bologna, 485)
dott Silvio Caldonazzo (Roma, 293)
cap Guido Calenda (Roma, 156)
dott Roberto Calvi (Milano, 519)
dott Antonio Calvino (Buenos Aires, 692)
dott Antonio Campagni (Pisa, 665)
dott Ennio Campironi (Milano, 888)
dott Umberto Campisi (Catania, 12)
maestro Paolo Candigliota (Roma, 379)
dott Antonio Cangiano (Cosenza, 367)
col Rocco Cannizzaro (Roma, 200)
cap Antonio Cantelli (Messina, 185)
ing Fernando Cantini (Firenze, 836)
dott Alberto Capanna (Roma, 553)
prof Ilvo Capecchi (Pistoia, sospeso, 205)
dott Achille Capelli (Firenze, 640)
dott Carlo Capolozza (Roma, 294)
rag Franco Caponi (Civitanova, 882)
rag Attilio Capra (Milano, 188)
on Giulio Caradonna (Roma, 909)
prof Luigi Caratozzolo (Messina, 875)
p i Antonino Carbonaro (Cagliari, 13)
dott Eugenio Carbone (Roma, 493)
magg Alberto Carchio (Livorno, 199)
dott Italo Cardarelli (Roma, 385)
dott Giampaolo Cardellini (Roma, 157)
col Rocco Carducci (Roma, 186)
prof Cesare Carella (Viterbo, 396)
on Egidio Carenini (Milano, 551)
ten col Guido Carenza (Roma, 108)
on Vincenzo Carollo (Palermo, 295)
dott Piero (Pier) Carpi (Reggio Emilia, 14)
dott Vittorio Carrieri (La Spezia, 878)
dott Giorgio Carta (Roma, 794)
Silvio Casagni (Arezzo, 397)
dott Roberto Casarubea (Palermo, in sonno, 296)
dott Pietro Casellato (Treviso, 15)
gen Giuseppe Casero (Roma, 488)
Remo Casini (Firenze, 428)
prof Alessandro Casotto (Perugia, 190)
dott Salvatore Cassata (Marsala, 903)
dott Carlo Castagnoli (Torino, 876)
ing Antonio Castelgrande (Roma, 956)
avv Francesco Catalano (Bari, 16)
dott Giuseppe Catalano (Roma, 17)
ing Laico Bruno Cattaneo (Buenos Aires, 790)
dott Filippo Causarano (Roma, 195)
col Secondo Cavalli (Firenze, in sonno, 429)
prof Luigi Cavallini (Pisa, 861)
prof Giorgio Cavallo (Torino, 696)
dott Enrico Ceccarelli (Roma, 189)
Mario Ceccherini (Grosseto, 191)
ten col Luigi Cecchetti (Roma, 919)
dott Mario Cecchi (Firenze, 649)
rag Bruno Cecchi (Firenze, 721)
dott Bruno Cecchini (Firenze, 397)
amm Marcello Celio (Roma, 815)
dott Massimiliano Cencelli (Roma, 897)
prof Isidoro Centrella (Roma, 905)
col Amedeo Centrone (Roma, 187)
dott Alberto Cereda (Roma, 645)
on Gianni Cerioni (Ancona, 843)
dott Giovanni Cerquetti (Roma, 18)
cap Umberto Cesari (Roma, 630)
geom Eugenio Cesarini (Roma, 741)
cap Salvatore Cesario (Udine, 670)
dott Gabriele Cetorelli (Roma, 723)
on Aldo Cetrullo (Pescara, passato al Grande Oriente, 154)
dott Francesco Cetta (Roma, in sonno, 192)
rag Alessandro Checchini (Firenze, 835)
rag Claudio Chiais (Roma, 265)
dott Antonio Chiarelli (Firenze, passato ad altra Loggia, 399)
dott Brunetto Chiarelli (Firenze, 797)
dott Giulio Chiarugi (Firenze, 400)
gen Giuseppe Cianciulli (Bari, 164)
on Fabrizio Cicchitto (Roma, 945)
amm Giovanni Ciccolo (Lerici, 129)
dott Italo Cichero (Genova, morto, 204)
dott Bernardino Cifani (Roma, 193)
dott Luigi Cimino (Cagliari, 822)
geom Mario Cingolani (Ancona, 668)
Manlio Ciocca (L' Aquila, 380)
dott Mario Ciolini (Firenze, morto, 221)
Mario Ciolli (Firenze, morto, 430)
dott Vasco Cioni (Firenze, 431)
dott Elio Cioppa (Roma, 658)
col Enzo Cirillo (Firenze, 352)
rag Carlo Ciuffi (Firenze, 419)
dott Roberto Ciuni (Roma, 814)
Renato Civinini (Firenze, 743)
col Enzo Climinti (Roma, in sonno, 201)
col Ennio Cocci (Pisa, 576)
dott Joaquin Coelho (Brasile, 605)
dott Antonio Colasanti (Roma, 360)
dott Enrico Colavito (Venezia, 345)
rag Giuseppe Colosimo (Livorno, 681)
dott Giuseppe Compagno (Palermo, 298)
magg Marino Conca (Roma, 351)
magg Giuseppe Consalvo (L' Aquila, 381)
dott Alfonso Coppola (Roma, 19)
dott Loris Corbi (Roma, 562)
dott Fausto Cordiano (Brescia, 910)
col Antonio Cornacchia (Roma, 871)
Heitor Correa De Mello (Brasile, 593)
dott Stefano Corruccini (Pisa, 664)
dott Vincenzo Corsaro (Roma, 416)
p i Carmelo Cortese (Catanzaro, 20)
cap vasc Carlos Alberto Corti (Buenos Aires, 641)
dott Francesco Cosentino (Roma, 497)
prof Alfiero Costantini (Fiesole, 512)
ten col Alessandro Costanzo (Roma, 152)
dott Maurizio Costanzo (Roma, 626)
dott Francesco Cravero (Milano, 731)
Giovanni Cravero (Fossano, 140)
dott Giampaolo Cresci (Roma, 525)
dott Giovanni Cresti (Siena, 521)
dott Fabio Crivelli (Cagliari, 299)
dott Giuseppe Renato Croce (Roma, 787)
dott Francesco Crupi (Roma, 300)
dott Giorgio Csepanyi (Palermo, 301)
ing Giampiero Cungi (Brasile, 184)
dott Lino Curiale (Ancona, 583)
dott Antonino Cusimano (Palermo, 302)

cap vasc Sergio D' Agostino (Roma, 131)
dott Antonio D' Ali Staiti (Trapani, 303)
gen Romolo Dalla Chiesa (Roma, 500)
cap Giuseppe D' Allura (Palermo, 892)
dott Federico D' Amato (Roma, 554)
dott Antonio D' Ancona (Palermo, 941)
on Emo Danesi (Livorno, 752),
dott Mario D'Angelo (Viterbo, 763),
col Salvatore Dargenio (Roma, 209)
ing Giovanni D' Arminio Monforte (Milano, 936)
dott Lorenzo Davoli (Roma, 659)
avv Sergio De Almeida Marques (Brasile, 616)
dott Stefano De Andreis (Roma, 939)
dott Gabriele De Angelis (Roma, 277)
dott Gustavo De Bac (Roma, 657)
dott Hans De Belder (Vienna, 208)
magg Umberto De Bellis (Venezia, 304)
dott Svandiro De Blasis (Roma, 663)
rag Antonio De Capoa (Roma, 21)
on Massimo De Carolis (Milano, 624)
dott Matteo De Cillis (Roma, 22)
sen dott Danilo De' Cocci (Roma, 404)
dott Pietro De Feo (Firenze, 432)
prof Domenico De Giorgio (Reggio Calabria, 216)
Domenico De Giudici (Arezzo, 652)
geom Giancarlo Degl'Innocenti (Firenze, 708)
dott Renzo De Grandis (Bologna, morto, 433)
ten col Sergio Deidda (Roma, 215)
on Filippo De Jorio (Roma, 511)
dott Guglielmo De La Plaza (Uruguay, 589)
dott Cesar De La Vega (Argentina, 590)
Alessandro Del Bene (Firenze, 745)
geom Vittorio Del Bianco (Firenze, 709)
col Mario Del Bianco (Roma, 133)
rag Giampiero Del Gamba (Livorno, 863)
ten col Manlio Del Gaudio (Roma, 117)
Pierluigi Del Guerra (Firenze, 710)
dott Giuseppe Dell' Acqua (Roma, 305)
dott Massimo Dell' Aquila (Bari, 306)
ten col Bruno Della Fazia (Livorno, capo gruppo 7, fasc 23)
dott Giuseppe Dell' Ongaro (Roma, 739)
dott Pietro De Longis (Genova, 768)
dott Jorio Del Moro (Firenze, 707)
on Ferruccio De Lorenzo (Napoli, 25)
dott Giuseppe Del Pasqua (Arezzo, passato al Grande Oriente, 353)
dott Pietro Del Piano (La Spezia, 212)
dott Michele Del Re (Roma, 661)
prof Edoardo Del Vecchio (Roma, 143)
magg Vittorio De Marco (Roma, 890)
avv Fulviano De Mari (Roma, 24)
Romolo De Martino (Firenze, 744)
dott Paolo De Michelis (Roma, morto, 213)
dott Vincenzo De Nardo (Roma, 307)
ing Salvatore Dente (Roma, 214)
Sergio Denti (Firenze, 643)
dott Bonifacio De Oliveira (Brasile, 606)
dott Carlo De Risio (Roma, 733)
col avv Antonio De Salvo (Firenze, 194)
gen Luigi De Santis (Roma, capo gruppo 8, fasc 359)
dott William De Sena (Brasile, 603)
dott Ercole De Siati (Teramo, 308)
avv Jorge De Souza (Brasile, 612)
Denis De Stafanis Baiardo (Tirrenia, 218)
Dott Levy De Suoza (Brasile, 597)
dott Osvaldo De Tullio (Roma, 309)
Vincenzo De Vito (Roma, 310)
dott Franco Di Bella (Milano, 655)
avv Alberto Di Caro (Bra, 98)
ten col Sergio Di Donato (Roma, 158)
dott Leonardo Di Donna (Roma, 827)
ten vasc Bruno Di Fabio (Roma, 210)
dott Rodolfo Di Filippo' (Roma, 311)
prof Giuseppe Di Giovanni (Palermo, 935)
rag Sergio Di Lallo (Firenze, 211)
gen Sebastiano Di Mauro (Milano, 207)
dott Mario Diana (Roma, 555)
dott Luigi Dina (Milano, passato al Grande Oriente, 118)
dott Vincenzo D' Isanto (Firenze, 777)
prof Giuseppe Donato (Roma, 902)
Massimo Donelli (Napoli, 921)
avv Pedro Dos Santos (Brasile, 611)
dott Duilio Dottorelli (Roma, 434)
cap Gian Carlo D'Ovidio (Roma, 569)
avv Giovanni Druetti Di Ussel (Roma, 940)
dott Mario Duce (Cagliari, 799)
mar Maurizio Durigon (Arezzo, 418);

on Mario Einaudi (Roma, 552)
dott Antonio Esposito (Roma, 251)

rag Claudio Fabbri (Milano, 132)
dott Giovanni Fabbri (Roma, 816)
dott Carlo Fabricci (Trieste, 26)
dott Luigi Fadalti (Treviso, 938)
col Nicola Falde (Roma, in sonno, 119)
dott Carlo Falla Garetta (Cremona in sonno, rest tessera, 96)
dott Giovanni Fanelli (Roma, capo gruppo 5, fasc 219)
cap Giovanni Fantini (Livorno, 406)
dott Francesco Farina (Arezzo, 510)
Mario Elpidio Fattori (Milano, 755)
dott Tito Favi (La Spezia, 435)
gen Enrico Favuzzi (Roma, 633)
dott Mario Alberto Fazio (Roma, 27)
ten col Luciano Federici (Arezzo, 568)
prof Franco Ferracuti (Roma, 849)
dott Ruggero Ferrara (Roma, passato ad altra Loggia, 28)
Alberto Ferrarese (Firenze, 746)
dott Alberto Ferrari (Roma, 520)
dott Aldo Ferrari (Roma, 891)
avv Giuseppe Ferrari (Roma, 538)
dott Mario Ferrari (Firenze, 401)
rag Ivo Ferretti (Livorno, 29)
dott Antonio Ferri (Roma, 729)
ten col Domenico Fiamengo (Cosenza, 837)
dott Cirino Fichera (Catania, 312)
dott Wilson Filomeno (Brasile, 613)
dott Gerardo Finauri (Argentina, 595)
dott Beniamino Finocchiaro (Molfetta, 522)
dott Ennio Finocchiaro (L' Aquila, 436)
dott Walter Fernandes Fins (608)
dott Ovidio Fioretti (Cagliari, 873)
dott Publio Fiori (Roma, 646)
dott Ruggero Firrao (Roma, 498)
dott Alessandro Flora (Bari, 30)
dott Fabrizio Flumini (Roma, 784)
gen Carlo Foce (La Spezia, 120),
dott Marco Folonari (Brescia, 927)
amm Vittorio Forgione (Roma, 31)
on dott Franco Foschi (Roma, 680)
prof Arnaldo Foschini (Roma, 32),
sen Franco Fossa (Roma, 354)
Michele Fossa (Genova, 954)
dott Artemio Franchi (Firenze, 402)
Giorgio Franchini (Firenze, 776)
cap Luciano Francini (Pisa, 574)
dott Gianfranco Franco (Roma, 579)
dott Luigi Franconi (Roma, 437)
dott Francesco Franzoni (Torino, 438)
on Aventino Frau (Roma, 533)
dott Luis Fugasot (Uruguay, 596)
dott Sebastiano Fulci (Messina, passato ad altra Loggia, 313)
dott Silvestro Furgas (Cagliari, 798)
cap Silvio Fusari (Livorno, 788)
dott Ugo Fuxa (Palermo, 314)
dott Gian Piero Gabotto (Roma, 928)
gen Eduardo Gallardo Rincon (Messico, 610)
dott Salvatore Galante (Palermo, 315)
dott Giuseppe Gallo (Genova, 33)
col Salvatore Gallo (Roma, 933)
gen Vitaliano Gambarotta (Livorno, 225)
dott Adolfo Gamberini (Ravenna, 224)
dott Edoardo Gasser (Trieste, passato ad altra Loggia, 316)
comm Licio Gelli (Arezzo, 440)
dott Mario Genghini (Roma, 523)
dott Carmelo Genoese Zerbi (Stati Uniti, 159)
ten col Francesco Genovese (Pisa, 860)
col Pasqualino Gentile (Roma, 357)
amm Antonino Geraci (Roma, 809)
dott Roberto Gervaso (Roma, 622)
dott Antonio Jose' Ghirelli Garcia (Argentina, 620,
geom Giancarlo Ghironi (La Spezia, 879)
dott Giuseppe Giacchi (Roma, 217)
dott Ado Giacci (Ravenna, 35)
prof Giacomo Giacomelli (Massa, 441)
Romano Giagnoni (Firenze, 748)
dott Domenico Gialli (Roma, 222)
ing Mario Giannetti (Firenze, 712)
ing Osvaldo Giannetti (Massa, 36)
gen Orazio Giannini (Roma, 832)
dott Orazio Giannone (Firenze, 650)
gr uff Piero Giannotti (Viareggio, 403)
prof Gennaro Giannuzzi (Livorno, 735)
dott Renato Giaquinto (Firenze, 711)
col Renato Giarizzo (Roma, 223)
on Ilio Giasolli (Roma, 556)
rag Renzo Giberti (Genova, 895)
prof Luigi Gioffre' (Roma, 883)
dott Tommaso Giorgeschi (Firenze, 747)
avv Raffaello Giorgetti (Arezzo, 541)
dott Angelo Giovanelli (Roma, morto, 317)
dott Giovanni Giraudi (442)
dott Vincenzo Gissi (Bergamo, 227)
gen Raffaele Giudice (Roma, 535)
cap Giovanni Giuffrida (Reggio Emilia, 561)
dott Ezio Giunchiglia (Tirrenia, capo gruppo 11, fasc 639)
ten col Umberto Giunta (Reggio Calabria, 904)
dott Michele Giovanni Giuratrabocchetta (Potenza, 951)
Vittorio Gnocchini (Arezzo, 698)
dott Gherardo Gnoli (Roma, 318)
ten col Vittorio Godano (Bologna, 226)
dott Giordano Goggioli (Firenze, 444)
dott Cesare Golfari (Galbiate, 817)
prof Egone Golimari (Trieste, passato ad altra Loggia, 443)
col Umberto Granati (Siena, 248)
dott Osvaldo Grandi (Massa, 37)
dott Pietro Paolo Grassi (Potenza, 319)
gen Giulio Grassini (Roma, 515)
dott Gianfranco Graziadei (Roma, 679)
gen Giulio Cesare Graziani (Roma, 503)
dott Giuseppe Graziano (Palermo, 320)
Mario Grazzini (Firenze, 445)
Mario Luigi Gregoratti (Firenze, 858)
dott Francesco Gregorio (Roma, 803)
dott Angelo Grieco (Novara, 446)
dott Matteo Grillo (Livorno, 439)
cap Ernesto Grossi (Firenze, 636)
ten col Santo Gucciardo (Siena, 867)
dott Ferdinando Guccione Monroy (Pavia, 136)
dott Giovanni Guidi (Roma, 830)
dott Paolo Gungui (Cagliari, 859)
gen Giuseppe Guzzardi (Roma, capo gruppo 1, fasc 694)

dott Ever Haggiag (Roma, 137)
dott Julio Haratz (Brasile, 604)

col Rubens Iannuzzi (Roma, 138)
dott Giuseppe Impallomeni (Palermo, 920)
Francesco Imperato (Genova, 865)
Dott Waldemar Incrocci (Torino, morto, 97)
dott Oreste Innocenti (Milano, in sonno, 355)
dott Antonio Ioli (Torino, 852)
dott Francesco Ioli (Torino, capo gruppo 16, fasc 572)
dott Carmelo Isaia (Cagliari, 38)
dott Luigi Ivaldi (Roma, 230)
dott Jose' Isaac Katz (Buenos Aires, 688)

dott Guido Kessler (Verona, in sonno, 39)
gen Giuseppe Kunderfranco (Palermo, 372)
dott Adolfo Kunz (Firenze, 766)

on dott Silvano Labriola (Roma, 782)
cap Antonio La Bruna (Roma, 502)
dott Luciano Laffranco (Perugia, in sonno, 232)
dott Ippolito La Medica (Roma, 121)
ten col Michele La Medica (Firenze, 447)
comm Remo Landini (Verona, 109)
dott Claudio Lanti (Roma, 914)
dott Giovanni La Rocca (Perugia, 672)
dott Raul Alberto Lastiri (Argentina, 621)
Gennaro (Gino) Latilla (Firenze, 41)
dott Armando Lauri (Firenze, 588)
dott Silvio Lauriti (Roma, 952)
col Fulberto Lauro (Roma, 542)
dott Pablo Lavagetto (Buenos Aires, 480)
cav lav Mario Lebole (Arezzo, 139)
dott Antonio Leccisotti (Roma, 662)
dott Giovanni Ledda (Nuoro, 42)
col Federico Lenci (Buenos Aires, 558)
avv Vito Lenoci (Bari, morto, 231)
Luigi Lenzi (Pistoia, sospeso, 236)
avv Leonardo Leonardi (Roma, in sonno, 373)
dott Emilio Leonelli (Roma, 448)
dott Vincenzo Leporati (Torino, morto, 324)
dott Enzo Lerario (Firenze, 405)
dott Walter Levitus (Trieste, in sonno, 325)
cap Matteo Lex (Firenze, 724)
dott Antonino Li Causi (Roma, 526)
cap Serafino Liberati (Roma, 389)
dott Vittorio Liberatore (Ancona, 804)
on Gaetano Liccardo (Napoli, 557)
dott Bruno Lipari (Roma, 693)
dott Vincenzo Lipari (Roma, 326)
gen Vittorio Lipari (Bologna, capo gruppo 13, fasc 449)
prof Gianfranco Lizza (Roma, 233)
ing Glauco Lolli Ghetti (Genova, 539)
magg Giovanni Longo (Roma, 234)
prof Pasquale Longo (Alberobello, 165)
on Pietro Longo (Roma 926)
dott Gaetano (Nino) Longobardi (Roma, 368)
dott Luigi Loni Coppede' (Firenze, 278)
avv Gaetano Lo Passo (Messina, 43)
dott Antonio Lopes (Brasile, 598)
dott Jose Lopez Rega (Argentina, 591)
gen Donato Lo Prete (Roma, 482)
col Giancarlo Lorenzetti (Roma, 44)
Giancarlo Lorenzini (Roma, 855)
prof Massimo Losappio (Siena, 697)
dott Domenico Lo Schiavo (Australia, 247)
cap Mario Lotta (Udine, in sonno, 377)
col Giuseppe Lo Vecchio (Roma, 514)
avv Rocco Lo Verde (Palermo, 328)
dott Alvaro Luciani (Roma, 329)
ing Luciano Luciani (Trieste, 451)

dott Otello Macchioni Di Sela (Roma, 45)
dott Giuseppe Macina (Arezzo, 868)
dott Luigi Madia (Milano, in sonno, 46)
sottoten vasc Fulvio Mafera (Pisa, 725)
gen Gianadelio Maletti (Roma, 499)
dott Francesco Malfatti di Montetretto (Roma, 812)
prof Giancarlo Maltoni (Firenze, 415)
on dott Enrico Manca (Roma, 864),
col Pierluigi Mancuso (Piacenza, 206)
dott Andre' Mandi (Roma, 363)
ten col Roberto Manniello (Firenze, in sonno,249)
dott Giuseppe Mannino (Palermo, 452)
dott Dario Manzini (Firenze, 407)
cap fr Vito Marano (Livorno, 369)
geom Guglielmo Marcaccio (Roma, 160)
col Carlo Marchi (Reggio Emilia, 241)
arch Antonio Marchitelli (Roma, 862)
Maresco Marini (Firenze, 408)
dott Pasquale Marino (Roma, 566)
on Luigi Mariotti (Firenze, in sonno, 489)
dott Renato Marnetto (Roma, 677)
dott Giovanni Marras (Cagliari,737)
dott Osvaldo Marras (Firenze, 453)
cap fr Mariano Marrone (Ancona, 840)
Franco Marsili (Firenze, in sonno, 753)
Mario Marsili (Arezzo, in sonno, 506)
dott Carlo Martino (Torino, 252)
on Anselmo Martoni (Molinella, in sonno, 123)
cap Antonio Marturano (948)
dott Massimo Mascolo (Roma, 781)
dott Marco Masini (Roma, 237)
on Renato Massari (Milano, 889)
amm Aldo Massarini (Roma, 695)
dott Sergio Massenti (Pisa, 253)
gen Emilio Eduardo Massera (Buenos Aires, 478),
dott Carlo Massimo (Firenze, 409)
prof Paolo Matassa Marchisotto (Palermo, 943)
dott Carlo Mauro (Roma, 565)
dott Giacomo Mayer (Roma, 47)
dott Giorgio Mazzanti (Roma, 826)
col Rocco Mazzei (Milano, morto, 386)
sen Luigi Mazzei (Roma, 48)
col Giuseppe Mazzotta (Livorno, 818)
dott Giuseppe Mazzotti (Roma, 454)
dott Roberto Memmo (Roma, 564)
ten col Gaetano Mendolia (Roma, 550)
dott Gianni Mercatali (Firenze, 778)
gen Francesco Mereu (Roma, morto, 490)
dott Giorgio Merli (Roma, in sonno, 49)
cap Pietro Mertoli (Livorno, 734)
prof Renzo Merusi (Roma, 240),
dott Marco Messeni Petruzzelli (Roma, in sonno, 50)
dott Antonio Messina (Cosenza, 250)
prof Michele Messina (Firenze, 414)
rag Elio Messuri (La Spezia, 51)
dott Roberto Romero Meza (Genova, 686)
dott Leo Micacchi (Roma, 330)
gen Vito Miceli (Roma, 491)
gen Giuliano Micheli (Padova, 653)
dott Franco Michelini Tocci (Roma, in sonno, 331)
rag Enrico Michelotti (Messina, 52)
col Giuseppe Midili (Roma, 244)
arch Aladino Minciaroni (Roma, 931)
col Giovanni Minerva (Roma, 517)
avv Sergio Minervini (Livorno, 513)
gen Osvaldo Minghelli (Roma, 142)
avv Pietro Minnini (Bari, passato al Grande Oriente, 456)
gen Igino Missori (Roma, 559)
geom Roberto Misuri (Pisa, 962)
dott Arrigo Molinari (Genova, 767)
on prof Ottorino Monaco (Roma, 53)
cap Giuseppe Mongo (Firenze, 684)
on Amleto Monsellato (Lecce, 54)
col Giuseppe Montanaro (Brescia, 906)
ten col Anselmo Montefreddo (Pavia, 246)
Riziero Monti (Ravenna, 55)
dott Flavio Montisci (Cagliari, 823)
gen brig aerea Otello Montorsi (Roma, 144)
ten col Franco Morelli (Reggio Calabria, 918)
dott Mario Moretti (Roma, 932)
cap Carlo Mori (Roma, 841)
dott Gaetano Morreale (Firenze, 56)
dott Flaviano Morri (Forli', 674)
dott Panfilo Morroni (Venezia, 239)
dott Paolo Mosca (Roma, 813)
dott Francesco Mosciaro (Palermo, passato ad altra Loggia, 245)
comm Bruno Mosconi (Firenze, capo gruppo 9, fasc 392)
dott Giovanni Motzo (Cagliari, capo gruppo 3, fasc 57)
cap fr Angelo Murru (Savona, 58)
magg Franco Murtas (Nuoro, 930)
dott Arrigo Musiani (Siena, 59)
gen Fausto Musto (Bolzano, 457)
col Pietro Musumeci (Roma, 487)

dott Franco Nacci (Roma, 759)
dott Paolo Nannarone (Cortona, 536)
on Vito Napoli (Roma, 887)
dott Luigi Nebiolo (Roma, 810)
arch Mario Negri (Firenze, 713)
prof Rosario Nicoletti (Roma, 950)
ten col Renato Nicoli (Firenze, 455)
dott Edilio Nicolini (Genova, 916)
col Domenico Niro (Torino, capo gruppo 10, fasc 458)
dott Giovanni Nistico' (Roma, 675)
mar magg Enrico Nocilli (Livorno, 923)
Alighiero Noschese (Roma, morto, 343)
Alberto Nosiglia (Livorno, 869)
col Franco Novo (Arezzo, 459)
prof Angelo Nunziante (Messina, 460)
Antonio Nunziati (Firenze, 885)

ten col Salvatore Oddo (Roma, 937)
prof Gianluigi Oggioni (Firenze, 637)
dott Luigi Oliva (Rapallo, 770)
Carlo Onnis (Oristano, 898)
dott Giovanni Organo (Padova, in sonno, 332)
dott Giampiero Orsello (Roma, 60)
avv Umberto Ortolani (Roma, 494)

dott Antonio Pacella (Livorno, 671)
dott Gian Carlo Pagano (Torino, morto, 202)
dott Antonio Paladini (Roma, in sonno, 61)
dott Giovanni Palaia (Roma, 792)
dott Claudio Palazzo (Cagliari 821)
avv Giampaolo Pallotta (Firenze, 258)
dott Bruno Palmiotti (Roma, 220)
gen Giovambattista Palumbo (Firenze 135)
ing Pasquale Palumbo (Roma, in sonno, 62)
comm Costantino Panarese (Torino, 461)
dott Roberto Pandolfini (Firenze, 900)
ten col Giancarlo Panella (Milano, 371)
dott Andrea Panno (Genova, 802)
dott Sergio Panzacchi (Roma, 290)
col Marco Paola (Bologna, passato ad altra Loggia, 462)
avv Mario Paola (Firenze, 257)
dott Enrico Paoletti (Firenze, 254)
prof Ivan Papadia (Bari, 922)
rag Nicolino Pappalepore (Paganica, in sonno, 382)
Angelo Paracucchi (La Spezia, 769)
dott Maurizio Parasassi (Roma, 582)
cap dott Giuseppe Paratore (Arezzo, 845)
dott Angelo Parisi (Pesaro, 806)
Pieruggero Partini (Roma, 255)
dott Tito Pasqualigo (Torino, 874)
dott Andrea Pasqualin (Firenze, 683)
dott Bruno Passarelli (Roma, sospeso, 141)
dott Vito Passero (Torino, 63)
dott Ferdinando Pastina (La Spezia, 801)
ten col Franco Pastore (Nuoro, 370)
cap Giovanni Pastore (Tirrenia, 894)
dott Salvatore Pastore (Roma, 960)
Marcello Pastorelli (Livorno, 833)
dott Giovanni Pattumelli (Roma, 64)
Alvaro Pazzagli (Firenze, passato al Grande Oriente, 259)
dott Franco Peco (Milano, 110)
avv Carmine (Mino) Pecorelli (Roma, morto, 235)
on Mario Pedini (Brescia, 570)
dott Vitaliano Peduzzi (Milano, 111)
dott Davide Pellegrini (Roma, 387)
dott Olivo Pelli (Roma, 107)
prof Renato Pellizzer (Siena, 682)
dott Walter Pelosi (Roma, 754)
dott Francesco Pennacchietti (Roma, 65)
dott Corrado Pensa (Roma, in sonno, 333)
dott Maurizio Pepe (Torino, 263)
Claudio Perez Barruna (Costa Rica, 594),
dott Aldo Peritore (Roma, passato al Grande Oriente, 261)
dott Alberto Perna (Torino, 796)
dott Cesare Peruzzi (Firenze, 716)
dott Carlo Pesaresi (Forli', 172)
rag Lamberto Petri (Ancona, 567)
cap Gianfranco Petricca (Livorno, 627)
Antonio Petrucci (Firenze, 715)
on Sergio Pezzati (Firenze, 528)
Claudio Pica (in arte: "Claudio Villa") (Roma, in sonno, 262)
on dott Rolando Picchioni (Torino, 808)
gen Franco Picchiotti (Roma, capo gruppo 4, fasc 495)
ten col Antonio Piccirillo (Como, 264)
mar cav Romano Piccolomini (Firenze, 256)
prof Claudio Pierangeli (Siena, 463)
dott Giuseppe Pieri (Roma, 530)
Roberto Pieri (Firenze, 756)
Giovanni Pieroni (Firenze, 714)
on Giulio Pietrosanti (Roma, 66)
dott Michele Pignatelli (Roma, 334)
dott Waldimiro Pinto (Brasile, 602)
magg Francesco Pirolo (Roma, 260)
gen sq aerea Luigi Pirozzi (Roma, 854)
cap Gino Pisani (Genova, 40)
dott Giorgio Pisano (Cagliari, 642)
dott Sergio Piscitello (Roma, 507)
dott Alberto Pistolesi (Firenze, 749)
dott Giuseppe Pizzetti (Firenze, morto, 410)
dott Giulio Pizzoccheri (Milano, passato ad altra Loggia, 242)
dott Michele Pizzullo (Roma, 145)
dott Giovan Vincenzo Placco (Roma, 947)
prof Carlo Poglayen (Macerata, 267)
dott Giuseppe Pluchino (Ragusa, 957)
cap fr Giuliano Poggi (Caracas, 464)
cap fr Osvaldo Poggi (Padova, passato ad altra Loggia, 161)
dott Marcello Poggini (Roma, 388)
dott Duilio Poggiolini (Roma, 961)
col Italo Poggiolini (Livorno, 575)
avv Wolfango Polverelli (Roma, 162)
dott Domenico Pone (Roma, 421)
prof Leonello Ponti (Roma, 660)
dott Saverio Porcari Li Destri (Cuba, 831)
cap Fausto Porcheddu (67)
cap Roberto Porcheddu (68)
dott Pasquale Porpora (Milano, capo gruppo 14, fasc 70)
dott Michele Principe (Roma, 829)
dott Massimo Pugliese (Roma, 266)
prof Clemente Pulle' (Messina, 955)
prof Pietro Pulsoni (Roma, 69)
cap Giuseppe Putignano (Firenze, 764)

ten col Giuseppino Quartararo (Livorno, 577)
amm Giovanni (Juan) Questa (Argentina, 617)

dott Domenico Rabino (Modena, 825)
dott Giorgio Ramella (Genova, 771)
prof Vincenzo Randi (Ravenna, morto, 71)
dott Giacomo Randon (Roma, 146)
Bruno Ranieri (Roma, morto, 465)
dott Domenico Raspini (Ravenna, 72)
gen Osvaldo Rastelli (Bologna, 105)
maestro Giulio Razzi (Roma, morto, 466)
dott Angelo Rega (Roma, 73)
cap Aldo Renai (Firenze, 268)
avv Lucio Riccardi (Bari, 74)
avv Emilio Riccardi (Torino, morto, 95)
dott Giuseppe Ricci (Viterbo, 467)
gen Giovanni Riffero (Torino, 486)
dott Renato Righi (Firenze, 122)
dott Giovanni Rizzi (Verona, 760)
dott Angelo Rizzoli (Milano, 532)
col Vincenzo Rizzuti (Roma, 811)
dott Enrico Rocca (Cagliari, 884)
col Fausto Rodino' (Ostia, 269)
Carlo Rolla (Genova, 881)
dott Francesco Romanelli (Roma, 75)
dott Ovidio Romanelli (Roma, 335)
ten col Antonio Romano (Roma, 549)
dott William Rosati (Genova, capo gruppo 15, fasc 673)
cap Andrea Roselli (Potenza, 585)
gen Roberto Roselli (Roma, 99)
prof Edmondo Rossi (Roma, 805)
dott Giorgio Rossi (Milano, 323)
Mario Rossi (Frosinone, 730)
dott Bruno Rozera (Roma, passato al Grande Oriente, 76)
ing Mario Rubino (Palermo, 336)
dott Carlo Ruffo della Scaletta (Firenze, 717)
dott Felice Ruggiero (Roma, 847)
dott Domenico Russo (La Spezia, 846)
dott Francesco Russo (Agrigento, 196)
cap Guido Ruta (Stati Uniti, 628)

dott Claudio Sabatini (Roma, 783)
ten col Gianfranco Sabatini (Aosta, 953)
dott Elio Sacchetto (Roma, 634)
arch Ambrogio Sala (Torino, 228)
magg Mario Salacone (Roma, 163)
ing Simonpietro Salini (Roma, in sonno, 531)
dott Francesco Salomone (Roma, 678)
arch Francesco Sanguinetti (Roma, morto, 337)
Ermido Santi (Genova, 772)
geom Ferruccio Santini (Roma, 775)
dott Mario Santoro (Bologna, 77)
gen Giuseppe Santovito (Roma, 527)
dott Roberto Sarracino (L'Aquila, 383)
geom Stefano Sassorossi (Firenze, 719)
cav Carlo Satira (Reggio Calabria, 78)
dott Vittorio Emanuele di Savoia (Ginevra, 516)
dott Vittorio Sbarbaro (Roma, 934)
dott Francesco Scalabrino (Messina, morto, 469)
dott Leonardo Scali (Roma, 958)
ten col Pasquale Scarano (Oristano, 839)
ten col Michele Schettino (Torino, 761)
dott Darcy Schettino Rocha (Brasile, 607)
Aldo Schiassi (Bologna, 924)
avv Giulio Schiller (Padova, 654)
ten col Mario Scialdone (Firenze, 147)
dott Santo Sciarrone (Milano, 635)
gen Salvatore Scibetta (Roma, 124)
col Domenico Scoppio (Roma, 274)
ing Alberto Scribani (Parigi, 198)
on Loris Scricciolo (Chiusi, 125)
dott Piero Scricciolo (Arezzo, passato al Grande Oriente, 149)
prof Albino Secchi (Firenze, 411)
dott Gustavo Selva (Roma, 623)
dott Mario Semprini (Roma, 544)
dott Pasquale Setari (Padova, 106)
ing Lucien Sicouri (Genova, 580)
dott Elio Siggia (Roma, 656)
ten vasc Giuseppe Silanos (Roma, 271)
dott Enrico Silvio (Genova, 338)
prof Augusto Sinagra (Roma, 946)
avv Michele Sindona (501)
magg Giovanni Sini (Livorno, 578)
dott Raffaele Sinisi (Arezzo, 297)
gen Giuseppe Siracusano (Roma, 496)
dott Fiorello Sodi (Firenze, 34)
dott Edgardo Sogno Del Vallino (Torino, 786)
Ugo Soldani (Firenze, 718)
dott Angelo Raffaele Soldano (Roma, 272)
dott Gerolamo Sommo (Aosta, 912)
dott Girolamo Sorrenti (Roma, 339)
dott Franco Sorrentino (Cagliari, 79)
ten col Lino Sovdat (Firenze, 471)
gen Pietro Spaccamonti (Roma, 472)
dott Ettore Spagliardi (Aosta, 915)
dott Carmelo Spagnuolo (Roma, in sonno, 545)
dott Piero Spalluto (Milano, 872)
dott Paolo Sparagana (Losanna, 537)
dott Aldo Spinelli (Milano, in sonno, 80)
on Gaetano Stammati (Roma, 543)
dott Antonio Stanzione (Forli', 793)
ten col Savino Stella (Firenze, 722)
dott Domenico Stellini (Treviso, in sonno, 81)
magg Marcello Stellini (Roma, 273)
dott Giorgio Sternini (Venezia, 82)
dott Giorgio Florio Stilli (Firenze, 648)
dott Randolph K Stone (Los Angeles, 899)
dott Bruno Strappa (Ancona, 584)
cap dott Giuseppe Strati (Reggio Calabria, 959)
dott Francesco Sturzo (Palermo, 340)
gen Carlos Suarez Mason (Argentina, 609)
dott Giuseppe Szall (Milano, 524)

Leandro Tacconi (Roma, 632)
cap Ezio Talone (Napoli, 276)
ing Gennaro Tampone (Firenze, 750)
dott Vittorio Tanassi (Roma 473)
magg Giacomo Tarsi (Roma, 151)
avv Paolo Tartaglia (Roma, 842)
dott Bruno Tassan Din (Milano, 534)
Giovanni Tassitano (Pisa, 925)
dott Elijak Taylor (Liberia, 619)
dott Alberto Teardo (Albissola, 341)
dott Mario Tedeschi (Roma, 853),
on Emanuele Terrana (Roma, morto, 356)
cap Corrado Terranova (Taranto, 83)
prof Carlo Terzolo (Torino, morto, 342)
gen Guido Tesi (Firenze, in sonno, 587)
Augusto Tibaldi (Roma, sospeso, 100)
dott Mario Tilgher (Roma, passato al Grande Oriente, 84)
dott Alessandro Tizzani (Torino, 795)
col Mario Tognazzi (Firenze, morto, 412)
dott William Tolbert (Liberia, morto, 618)
dott Emanuele Tomasino (Palermo, 669)
Osvaldo Tonini (Brasile, 614)
amm Giovanni Torrisi (Roma, 631)
cap Menotti Tortora (Firenze, 275)
Silvano Tosi (Arezzo, 477)
Massimo Tosti (Roma, 929)
dott Gaetano Trapani (Milano, 779)
ten col Mario Traversa (Brindisi, 758)
dott Roberto Trebbi (Tirrenia, 685)
prof Fabrizio Trecca Trifone (Roma, capo gruppo 17, fasc 327)
comm Lorenzo Tricerri (Torino, in sonno, 85)
cav Aurelio Tripepi (Reggio Calabria, morto, 474)
col Giuseppe Trisolini (Roma, morto, 547)
avv Francesco Troccoli (Bari, 86)
dott Francesco Trois (Cagliari, 820)
ten col Domenico Tuminello (Perugia, 148)
gen Mauro Turini (Roma, 740)
dott Vincenzo Tusa (Palermo, 344)

comandante Paolo Uberti (Roma, 280)
dott Asdrubale Ugolini (Firenze, 413)
geom Mauro Ugolini (Firenze, 720)
ten col Giacomo Ungania (Roma, 901)
prof Antonio Urbano (Catania, 279)
ten col Ottavio Urciuolo (Firenze, 126)

dott Salvatore Vagnoni (Roma, 468)
avv Mario Valenti (Arezzo, morto, 644)
dott Roberto Valenza (Roma, 757)
dott Vincenzo Valenza (Roma, 243)
gen Enzo Vallati (Roma, 508)
dott Cesare Valobra (Milano, in sonno, 87)
dott Giancarlo Elia Valori (Roma, espulso, 283)
prof Walter Vannelli (Roma, 88)
prof Cesare Vannocci (Livorno, 89)
dott Giuseppe Varchi (Trapani, 908)
gen Dante Venturi (Palermo, morto, 346)
dott Aldo Vestri (Genova, 90)
dott Giovanni Viarengo (Torino, 91)
cap Massimo Vicard (Roma, 866)
col Mario Pompeo Vicini (Roma, 127)
col Antonio Viezzer (Roma, 509)
dott Alberto Vignes (Argentina, morto, 592)
dott Luigi Nello Villa (Torino, 374)
dott Vincenzo Villata (Roma, 391)
dott Maria Jose' Villone (Buenos Aires, 690)
avv Enrico Vinci (Roma, 282)
dott Francesco Viola (Torino, 375)
magg Enrico Violante (Livorno, 284)
dott Ferdinando Visciani (Firenze, morto, 281)
dott Annibale Viscomi (Montecatini, 647)
Roberto Visconti (Firenze, 751)
dott Angelo Visocchi (Roma, 791)
dott Gaetano Vita (Roma, 390)
dott Fabio Vitali (Torino, in sonno, 347)
dott Vincenzo Vitali (Siena, 348)
avv Mario Vitellio (Roma, 666)
gen Ambrogio Viviani (Novara, 828)
avv Carlo Voccia (Roma, 667)
avv Gaetano Vullo (Milano, 856)

dott Fernandes Wilson De Valle (Buenos Aires, 687)

dott Mario Zaccagnini (Roma, 92)
cap Maurizio Zaffino (La Spezia, 285)
dott Leonida Zanaria (Milano, 896)
dott Mario Zanella (Roma, 476)
dott Lelio Zappala' (Roma, 475)
ing Lucio Zappulla (Palermo, 349)
dott Aldo Zecca (Roma, 350)
dott Sergio Zerbini (Modena, 93)
dott Giorgio Zicari (Roma, 844)
dott Alfredo Zipari (Roma, 470)
prof Amonasro Zocchi (Roma, 571)
Elie Zocheib (Modena, 893)
on Michele Zuccala' (Roma, 492)
comm Antonio Zucchi (Arezzo, 128)
dott Paolo Zucchini (Roma, 362).

La stessa lista, pubblicata sul sito di Clarence, ha suscitato la reazione del generale Panella che riportiamo qui sotto.

l signor Fabio Panella ha scritto alla Banca Dati della Memoria invitando a pubblicare, a norma della legge sulla stampa, la smentita che segue. I responsabili della Banca Dati della Memoria si adeguano, ma tengono a precisare che l'elenco degli iscritti riportato in questa pagina è stato tratto da svariate pubblicazioni (in cui è apparso nella stessa forma) edite in data successiva alla sentenza che viene menzionata.
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:
"Il sottoscritto Gen Div. CC (A) Giancarlo Panella, in relazione all'elenco degli iscritti alla Loggia Massonica P2 (di cui al sito indicato in oggetto), in cui il proprio nome appare tra gli affiliati alla Loggia P2, sottolinea che:
1) non ha mai fatto parte della Loggia P2, come è stato riconosciuto dalla Sentenza del TAR del Lazio, sez. I, del 15 marzo 1988, n° 353 che ha affermato testualmente "...non è dato rinvenire, nella pur copiosa realtà documentale, il benchè minimo elemento dal quale possa trarsi, sia pure con sufficiente approssimazione, l'appartenenza alla Loggia P2 del Ten. Col Giancarlo Panella...";
2) contro tale sentenza non è stato proposto appello, su conforme parere dell'Avvocatura dello Stato, perchè ritenuto conforme a gustizia.
Soggiunge, infine, che non è mai stato in possesso, né gli è mai stata consegnata, alcuna tessera della Loggia, il cui numero è stato rilevato incomprensibilmente negli elenchi sequestrati al Gelli, nei quali, come accertato dall'inchiesta giudiziaria, erano incluse persone del tutto estranee alla Loggia P2.
Pertanto s'invita a pubblicare questa smentita a norma della legge sulla stampa, accanto al nome dello scrivente alla vs. pagina web «http://www.clarence.com/ memoria/p2/iscritti.htm» per un periodo di 30 giorni. Dopodichè vorrete provvedere alla cancellazione del mio nome dall'elenco in questione.
In caso di inadempienza si procederà a norma di legge.

Gen. Div. CC (A) Giancarlo Panella"







22.9.03

IL MINISTERO DELLA COMUNICAZIONE ATTACCA E UCCIDE UNA TELEVISIONE DI STRADA


Il quattro dicembre del duemilaedue un nucleo di carabinieri, su mandato del Ministero della Comunicazione tentò di chiudere Telefabbrica, una telestreet nata a Termini Imerese per sostenere la lotta degli operai della Fiat minacciati di licenziamento.

Oggi 19 settembre duemilatre alcuni funzionari dello stesso Ministero hanno disattivato e sigillato la street tv di Senigallia Disco Volante ( 071.65033, studio.zelig@tiscali.it ) perché non provvista di concessione governativa. Disco Volante trasmetteva da alcuni mesi in un raggio di qualche centinaio di metri ed e' stata chiusa. Più o meno è come impedire a due sordomuti di farsi dei gesti di saluto dai due lati della strada. Il messaggio che arriva dal governo appare chiaro. Nessuno ha più il diritto di comunicare, solo Lui (e i suoi inservienti). Disco Volante non aveva la concessione governativa che autorizza a trasmettere, violava dunque un articolo Legge Mammì. Anche Rete4 non dispone della concessione, e il suo raggio di azione non è di centocinquanta metri. Ma Rete4 può trasmettere, il Ministero della Comunicazione non la chiude.

Telestreet è nata per diffondere la coscienza che è possibile rompere il monopolio della comunicazione prendendosi semplicemente la responsabilità di comunicare, con tutti gli strumenti, anche quello televisivo. E' possibile farlo, costa poco, e mette in moto energie creative e politiche.

Telestreet è nata per portare democrazia nella comunicazione, proprio ciò che in questo paese si cerca di distruggere.

Perciò Telestreet chiama tutte le persone sensibili a provare lo stesso disprezzo che noi proviamo per questa comica repressione che impedisce alla gente di trasmettere parole ed immagini nel raggio di centocinquanta metri. Per parte sua Telestreet insiste nel rivendicare il diritto alla comunicazione e dichiara che continuerà con tutti i mezzi a riaffermare questo diritto sancito dall'art. 21 della Costituzione.

Telestreet network

19 settembre 2003

Tele Monte Orlando, la prima tv di quartiere d'Italia, aderisce.

Il complotto del panino al prosciutto


"SATIRA PREVENTIVA" di Michele Serra

Chi è il Grande Vecchio che stabilisce i prezzi dei prodotti?
Una cosa è certa: si tratta di un idiota

Italia, settembre 2003, dati rilevati dal sottoscritto. Un panino al prosciutto alla Festa dell'Unità di Bologna 4,5 euro, 9 mila lire. Due televisori a colori da 18 pollici in offerta in un vicino ipermercato a 155 euro, 150 mila lire l'uno. Poiché la matematica non è un'opinione, un tivucolor, oggi in Italia, costa come 18 panini al prosciutto. E siccome pochi grammi di frumento cotto e di maiale conservato non possono costare così tanto, e un televisore non può costare così poco, se ne deduce che deve esistere un piano, un complotto, una strategia politica mondiale tendente a qualcosa. Già, ma a che cosa? Ipotesi e previsioni.

Il tivucolor è venduto a un prezzo politico, cioè sottocosto, perché non è più un apparecchio di riproduzione audio-video. È il medium pubblicitario per eccellenza, il persuasore palese che in ogni casa veglia sulla nostra docilità di consumatori - presto ce lo regaleranno. Serve a vendere più panini al prosciutto. E siccome i consumi si contraggono (i panini al prosciutto costano troppo), il Grande Vecchio, all'ultimo piano del suo grattacielo scintillante, ha deciso di correre ai ripari abbassando il prezzo dell'hard-ware pubblicitario. Se non può abbassare i prezzi, alza il volume.

Ma poiché le immagini affamano, ma non si mangiano, ridurre troppo il loro prezzo può essere rischioso. Difatti il Grande Vecchio ha saputo dal suo staff che è prevedibile, entro il decennio, una rivolta mondiale di teleutenti sempre più ossessionati dall'idea dei panini al prosciutto e sempre meno in grado di acquistarli. Daranno l'assalto ai forni, bava alla bocca. E contro la bava alla bocca, Bava Beccaris che spara sulla folla non è più una contromossa praticabile: l'Upa, associazione degli inserzionisti pubblicitari, lo farebbe subito licenziare perché ogni uomo morto è una carta di credito in meno.

Il Grande Vecchio sta dunque pensando da un lato a come speculare su rivolte e rivoluzioni (gadgets, magliette, concorsi per black-block , con Teo Mammuccari che fa battute su chi ha la mazza più grossa), dall'altro si interroga sulla reale efficacia della televisione come strumento di controllo. Si dà il caso, infatti, che il suo staff gli stia sottoponendo, proprio in questi giorni, uno studio sui due grandi paradossi televisivi.

Il primo paradosso, già accennato sopra, è che la televisione è un Messia dilettante: moltiplica i succhi gastrici ma non i pani e i pesci, e alle nozze di Cana i parenti degli sposi lo avrebbero linciato.

Il secondo paradosso, anche più paradossale del primo, è che la televisione è fatta per la pubblicità, ma la pubblicità distrugge la televisione. Tutti si ingegnano a rastrellare audience per avere sempre più pubblicità, ma appena va in onda la pubblicità, l'audience crolla di parecchi punti. La pubblicità, dati alla mano, è la trasmissione televisiva di maggiore insuccesso, e gli spot vengono maneggiati, nei palinsesti, come una imbarazzante rottura di coglioni, neanche fossero la diretta del Supercampiello.

Ergo, il Grande Vecchio potrebbe anche decidere che la televisione non è più un alleato affidabile per il suo business. Ma è abbastanza intelligente, è abbastanza colto, è abbastanza cinico per accorgersi che un mondo nel quale il pane costa più del companatico rischia di rivoltarglisi contro? No, non lo è. Il Grande Vecchio (e non so se sia una fortuna o una sfortuna), nonché ricchissimo e potentissimo, è palesemente scemo. Difatti, sta progettando televisori commestibili, con schermo al prosciutto. Costi insostenibili, con quello che costa, oggigiorno, far sfilare un maiale a Salsomaggiore Terme.

21.9.03

Prefabbricato in poche ore vicino alla tomba di Cecilia Metella
Quella villa nel parco spuntata in poche ore

Gli abusivi nello spazio verde dell'Appia. Fuori legge 40 campi da tennis, 7 piscine, 44 capannoni industriali, 35 abitazioni

di Gian Antonio Stella


ROMA - Una calda notte di agosto, a pochi passi dalla celeberrima tomba di Cecilia Metella, nel cuore dell'Appia Antica, è spuntata una villa abusiva. E' venuta su così, come un fungo. In poche ore tra il sabato e la domenica, mentre l'Italia era distratta dalla strage di Rozzano e dalla catena di anziani uccisi dall'afa. Villa prefabbricata, ma villa vera, con le camere e il salone e i bagni e la veranda e un bel tetto verde per un totale di oltre 150 metri quadri. Degno suggello alla notizia che il governo aveva ormai praticamente deciso di varare un nuovo condono edilizio. Direte: ma come è possibile costruire una villa fuorilegge lì, dentro uno dei parchi archeologici più famosi del mondo, protetto da regole di salvaguardia rigidissime, sorvegliato da un manipolo piccolo ma appassionato di guardiaparco? E' possibile.
Basta seguire le regole che tutti gli abusivi di questa zona, una delle più prestigiose di Roma, abitata da nomi illustri che vanno da Franco Zeffirelli al sarto Valentino Garavani, da Gina Lollobrigida a Marta Marzotto a grandi protagonisti dell’imprenditoria e della finanza, hanno ormai mandato a mente. Uno: si piantano fitti fitti un po’ di alberi per una prima barriera che impedisca la vista ai curiosi. Due: si fa stendere una parete di canne, la più alta possibile, ma comunque oltre i due metri. Tre: si rafforza la barriera di alberi e di canne con un telo verde da cantiere. E via così. Ormai il comandante Guido Cubeddu e i suoi uomini capiscono al volo. E anche lì, in via del Pago Tropio, alle spalle dei magnifici resti della basilica di San Nicola e del Castello dei Caetani, a non più di settanta metri dalla tomba della figlia del console Quinto Metello che costituisce uno dei punti di maggior richiamo di questo parco fortissimamente voluto e imposto con le sue battaglie giornalistiche dal grande Antonio Cederna, avevano capito da tempo che era in preparazione un progetto edilizio.
Un anno fa, più o meno di questi tempi, avevano sorpreso una ditta specializzata a scavare le fondamenta di una villa. Certo, non una villa in muratura. Quella avrebbe dovuto arrivare dopo, di condono in condono. Ma una casa comunque molto bella. In legno di primissima qualità. Dalle rifiniture di pregio e dallo stile vagamente orientale. Progettata e costruita pezzo per pezzo da una società romana specializzata. Immediata denuncia, intervento della magistratura, sequestro del cantiere, ordine perentorio di rimuovere immediatamente i pannelli e le travi e i tramezzi già pronti per essere montati.
Un ordine mai rispettato dalla proprietaria, Annapia Greco, della famiglia romana diventata immensamente ricca scoprendo per prima verso la metà degli anni Settanta il business dell’importazione di prodotti di abbigliamento cinesi di buona qualità e bassissimo prezzo. Prodotti venduti in Italia con il marchio oggi famoso di Balloon. La donna non è l’unica della famiglia, in zona. La madre vive in una antica e splendida villa in via della Caffarella e il fratello Roberto, l’amministratore delegato e l’anima del gruppo, abita in un’altra dimora straordinariamente bella nel cuore del Parco. Mai un abuso, mai una forzatura, mai un problema. Rispettosissimo.
Per mesi e mesi i guardiaparco hanno tenuto d’occhio il posto, arrampicandosi sul tetto della camionetta per dare ogni giorno un’occhiata al di là della impenetrabile cortina di alberi, canne e teli. E per mesi e mesi il cantiere è rimasto bloccato. Deserto. Finché la mattina del lunedì 25 agosto dietro la barriera, in plastica coincidenza coi titoli dei giornali che la settimana prima avevano dato ormai per scontato il condono per bocca di vari membri del governo, hanno finalmente visto qualcosa. Allungato il collo, hanno intravisto un tetto: la casa, come avrebbero poi dimostrato le foto scattate dall’elicottero, era spuntata. Stupore? Zero.
I dati elaborati per Legambiente da Mauro Veronesi sull’abusivismo edilizio non lasciano dubbi: dal 1994 ad oggi si sono edificate mediamente nel territorio del comune di Roma 23.145 case abusive: sette al giorno. Anche nelle zone più sorvegliate, anche nelle zone soggette ai vincoli più stretti. Certo, è un fenomeno che riguarda tutta l’Italia. E ce lo dice un rapporto del 1998 dei carabinieri del Nucleo Ecologico, che avevano censito allora (e da allora le cose sono peggiorate) 3.309 abusi edilizi nei parchi naturali, 12.899 nelle aree protette, 2.194 in quelle demaniali. Cifre preoccupanti, ma mai quanto la percentuale delle demolizioni effettivamente eseguite di edifici destinati dalla legge, con sentenza, all’abbattimento: 2,4%.
Figuratevi la situazione in un parco urbano, collocato proprio dentro la capitale, ricco di un patrimonio edilizio accumulatosi dal medioevo al novecento e creato solo nel 1988 come quello dell’Appia Antica. A far la lista degli abusi censiti non si finisce più: 40 campi da tennis, 7 piscine, 35 case, 4 campi da calcetto, 44 capannoni industriali, un campo da baseball, una pista di pattinaggio... Un disastro. Testimoniato dalla indifferenza che mostrano in troppi davanti alle regole.
Prendete la società Tosinvest, di proprietà della famiglia di Antonio Angelucci, l’ex portantino diventato uno degli uomini più ricchi d’Italia, editore prima dell’«Unità» e oggi di «Libero». Possiede da un po’ di anni quattro ettari e mezzo a pochi metri dalla porta San Sebastiano. Una volta, stando ai rapporti, alle fotografie e ai rilievi aerofotogrammetrici, c’erano due baracche. Oggi, nonostante il divieto assoluto di edificare, ci sono una villa a un piano di 292 metri quadri, una «casa custode» di 106, un «magazzino attrezzi agricoli» di 120, un «recinto cavalli»...
E il Centro Motoristico Appia Antica, anche questo a pochi passi da Porta San Sebastiano? Spiega la direzione del parco che nell’ottobre 1988 i vigili urbani denunciarono l’esistenza di «un laboratorio di autofficina con annesso deposito di materiali di ricambio sprovvisto di autorizzazione comunale». Bene: oggi «l’attività si svolge su immobile di proprietà pubblica regionale in affidamento al Comune, occupato senza titolo da ex affittuari in quanto il Comune di Roma aveva dato formale disdetta del contratto già dal 1992, e su un’area privata occupata abusivamente di circa 10.000 metri quadri destinata alla pubblica fruizione nell’ambito del piano del parco della Caffarella». Area trasformata «con sbancamenti e risistemazioni in un grande parcheggio (per almeno 200 auto) all’aperto». Salvatore Bonanno, il titolare della concessionaria, presenta nel gennaio 1999 una dichiarazione d’inizio attività. Per perfezionare la pratica gli serve il parere favorevole del Parco, della Sovrintendenza, di vari uffici comunali: non ne avrà neanche uno. Eppure, accusa la direzione del Parco, è ancora lì. E, come dimostrano le foto scattate in anni diversi, ha pure «trasformato in un villino» un vecchio rudere.
Poche centinaia di metri più in là, l’«effetto serra» ha dato lo stesso frutto di tante altre finte serre lungo l’antica Appia fino ai confini della Campania: sotto il cellophane tirato su per coltivare zucchine e pomodori, giorno dopo giorno è spuntata una casa abusiva. Col comignolo. E lo chiamano «parco»...
Gli abusi a Roma: dopo la denuncia di ieri sul Corriere
Demolita la villa. «Ci ho provato, è andata male»
Parla Annapia Greco: fece costruire sull'Appia Antica una casa prefabbricata con camere, salone i bagni e la veranda

di Gian Antonio Stella
ROMA - «Dico: 'sti poveri romeni! Quello che mi dispiace è per questi poveri romeni senza casa!». Per loro, gorgheggia al telefono Annapia Greco, fece costruire la villa abusiva sull'Appia Antica denunciata ieri mattina dal Corriere e abbattuta ieri sera dalle ruspe sotto gli occhi del sindaco di Roma, Walter Veltroni, tornato apposta da un viaggio: «Che
«Ho una casa tanto bella in piazza del Colosseo e ci vivo tanto felice! Tanto serena! Tutta questa pubblicità! Tutte queste cattiverie sulla mia famiglia! E che ho fatto mai? Ci ho provato, d’accordo, è andata male, pazienza. Me volete crocefigge’? Chiedo: me volete crocefigge’? Che ho fatto mai: ho solo cercato di fare del bene a ’sti romeni. Di dar loro una casa. Vedesse i loro occhi.... Poverini».
Romana, 57 anni, soave rappresentante dei troppi italiani indifferenti alle leggi di tutela, sorella di quel Roberto Greco che a metà degli anni Settanta intuì per primo l’affarone di importare camicie e magliette dalla Cina e creò con gli altri fratelli il marchio con la mongolfiera «Balloon», Annapia giura che proprio non riesce a capacitarsi di tutto questo fracasso intorno alla lussuosa residenza fuorilegge tirata su a settanta metri dalla tomba di Cecilia Metella: «Io l’avevo venduta, l’avevo...».
E quando?
«Da tantissimo tempo.... Tantissimo...».
Quando?
«Ma come posso ricordarlo? Tantissimo...».
Eppure fu lei un anno fa a metter giù le fondamenta, lei a essere denunciata, lei a essere nominata custode giudiziario...
«Sì, ma... Insomma... Guardi: io tenevo quel terreno per fare la contadina...».
La contadina.
«Sì. Volevo fare l’orto... La frutta... Siccome che poi ho ospitato dei rumeni che non sapevano dove andare a dormire... Mi facevano pena. Vedesse la moglie, il figlio... Li potevo lasciare senza una casa? Mi dica: li avrebbe lasciati lei, senza una casa?».
Non mi dirà che ha fatto costruire una villa sull’Appia Antica per...
«Certo! Per questa povera gente. Erano i miei protetti. Comunque, per essere precisi, io non ho costruito niente».
Solo perché l’hanno beccata...
«D’accordo: ma non ho costruito io».
Sperava nel condono?
«Casomai ci speravano quelli che l’hanno costruita».
Insiste? L’ha comprata lei o no, quella casa? Ha fatto scavare lei o no le fondamenta?
«Fondamenta? Due buchi, erano. Profondi come un vaso di fiori».
Fatto sta...
«Va bene, gliel’ho detto: ci ho provato ed è andata male. Pazienza. Capita... Ho detto: vabbè, allora la vendo...».
Ma pensava davvero di farla franca?
«Senta, io capisco le sue osservazioni. Sono d’accordo. Sa, ho fatto l’istituto d’arte... La battaglia contro gli abusi è nobilissima. Ma perché tutto questo parlare di me? Della mia famiglia? Vi rendete conto del danno fatto con questa pubblicità negativa all’azienda dei miei fratelli? Perché ce l’avete con noi?»
No, signora: anche suo fratello Roberto ha una villa sull’Appia ma di lui le autorità del Parco parlano solo bene. È lei la discola... Ma si rende conto? Una villa abusiva a due passi da Cecilia Metella...
«Lo so: me lo sono posto il problema. Sa dove sono, in questo momento? Nelle Marche. Con il Fai, il Fondo ambiente italiano...».
Scherza?
«No, davvero. Quando hanno visto il Corriere mi volevano buttar giù dal pullman: "Traditrice! Sei peggio di Giuda"».
Ammetterà che...
«Ma che ammetto? La casa l’hanno costruita quelli che hanno comprato il terreno... Che c’entro io? Capisco, voi fate il vostro dovere ma mi state rovinando i rapporti con i miei fratelli. Metta che poi fanno un infarto...».
Andiamo, signora: l’infarto!
«Non capisco... Ce l’avete coi ricchi? Tutto questo guardare le cose nostre... Perché ci fate del male?»
Senta: fu lei a far tirar su la barriera di canne, lei a far stendere la rete verde per nascondere i lavori agli ispettori del Parco...
«Ma no, ma no... L’hanno fatto dopo che l’avevo venduta...».
Aveva l’ordine del magistrato di rimuovere i pannelli e tutto il materiale comprato per costruire la villa: perché l’avrebbe lasciato lì se non per aspettare il momento giusto per fare i lavori?
«Con tutto quello che mi era costata! Dovevo pure fare un’altra spesa? Che ne sapevo che poi quelli che hanno comprato...».
Ma davvero non ricorda quando ha venduto?
«Tanto tempo fa. All’inizio dell’estate, forse...».
No: da quel che risulta lei ha fatto il preliminare il 22 agosto.
«Ma no, ma no...».
Esattamente il giorno prima di far montare la villa...
«Ma no, c’è un errore...» .
...E il passaggio di proprietà l’ha fatto davanti al notaio Renato Caraffa addirittura il 5 settembre, quando la villa era già lì: quindi l’ha fatta montare lei, prima di vendere.
«Ma no, c’è un errore».
L’atto ufficiale è lì: 5 settembre.
«L’avrà registrato allora... Che ne so, io? Faccio come Berlusconi: giuro sulle mie figlie che non sapevo niente, dell’abuso».
La visura camerale è chiara.
«Ma per carità! Per carità! Io non so neanche cos’è una visura camerale! Ripeto: io avevo venduto».
Per curiosità: a quanto?
«Due lire. Giuro. Per colpa proprio del sequestro e di tutte quelle storie. Due lire. O se vuole diciamo due euro».
Quanto?
«Poco! Pochissimo! Davvero! Guardi: quando l’ho vista in fotografia sul Corriere mi sono detta: quant’è bella... Che peccato averla venduta...».
Mica tanto: l’hanno buttata giù...
«Non potevano, è proprietà privata».
Signora: una casa abusiva sull’Appia!
«Non hanno avuto pietà, poveri rumeni».
Ancora? E su: mica l’ha venduta ai rumeni, la villa. L’ha ceduta a una signora quasi ottantenne, Adele Gattoni Celli, che contestualmente ha girato la nuda proprietà a una certa Albertina Marinelli.
«Ma non guardi le carte, non creda alle carte... Le dico che l’ho data ai rumeni».
E sa dove abita questa signora che ha comprato?
«Mi dica».
Guarda caso, proprio al suo indirizzo: piazza del Colosseo 9.
«Ma davvero? Ah, le coincidenze della vita...».

19.9.03

LE STATISTICHE


Periodicamente mi occupo di Statistica, la scienza esatta la cui inutilita' è statisticamente dimostrata da un pezzo. Ora è tornata alla ribalta, con dati controversi ed in alcuni casi addirittura contro la stessa sensibilita' della gente, che se dice che i prezzi al mercato sono aumentati, e lo vede nel borsellino, hai voglia a dirgli che l'Istat invece dice il contrario!

La verita' è che i numeri statistici sono come i prigionieri di guerra: se li torturi un poco ti dicono tutto quello che ti fa piacere. Faccio qualche esempio: le statistiche sostengono INCONTROVERTIBILMENTE che piu' tempo si passa in automobile sulle strade e piu' aumenta la probabilita' di incidenti. La prudenza consiglierebbe quindi di possedere un'auto molto veloce e di correre a tavoletta fino a casa. O no?

Credo invece che la statistica sia come un bikini: cio' che rivela e' suggestivo, ma cio' che nasconde e' vitale. Un altro esempio: le statistiche italiane dicono che in campo sessuale, il 30% degli uomini pratica il cunnillingus ed il 30% delle donne la fellatio. C'è pure un 30% che pratica il coitus interruptus, a questo punto la domanda da porci è la seguente: Non sara' che il 70% dell'italiano medio non conosce il latino?

Ma poi chi sara' mai questo italiano medio? Prendi tutta la popolazione sul territorio nazionale, poi fa la media, e troverai che è un individuo con poco meno di due gambe, una tetta ed un coglione che si riproduce per via sessuale, probabilmente.

E poi come si mette insieme una statistica? E' facile: innanzi tutto si fa un sondaggio. Ora se e' vero che i numeri sono come le vacche: toccagli un poco le tette ed essi ti daranno un casino di latte. E' anche vero pero' che ai numeri, per fargli dire quello che vuoi prima devi barare col sondaggio.

La prima regola del sondaggio e' che deve piacere al committente. Il risultato, ovviamente. Ed allora ecco che se malauguratamente ti ritrovi davanti ad uno di questi moduli con la matita in mano pronto a rispondere, scoprirai che il novanta per cento delle risposte possibili, non sono possibili con un semplice si o no, ma tu hai davanti a te solo tre caselle: Si o no oppure forse.

Domanda numero uno:
Hai finalmente smesso di picchiare tua moglie?
Si No Forse
Domanda numero due:
Tua figlia si lamenta mentre la stupri?
Si No Forse.

E via cosi', finche' leggi sui giornali il risultato dell'inchiesta in cui risulta che:
"Cosa fanno gli uomini italiani dopo aver fatto l'amore?
Il 5% si gira dall'altra parte e dorme; il 9% si alza e va in cucina a bere un bicchiere; il 15% fuma una sigaretta. E il restante 71 si alza, si veste e torna a casa dalla moglie! "

Intendo dire che se' e' vero come e' vero che il 90% delle statistiche e' sbagliato e il rimanente 50% e' inattendibile, cosa ce ne faremo del rimanente 30%?
A questi dati sommiamo poi il fatto che secondo un'indagine americana il 90 % degli italiani e' asino in matematica!

Il 90% hai capito? Poco meno della metà !

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questo e altro su http://www.mhumphrey.com/notizie/
Atti della "Commissione Moro",
audizione di Romano Prodi del 10 giugno 1981

Tema: la seduta spiritica organizzata il 2 aprile del '78 nella casa di campagna di Alberto Clò a Zappolino, Bologna, da un gruppo di professori universitari con mogli e figli. Fra i presenti, appunto, l'ex Presidente del Consiglio Prodi con la moglie Flavia, Alberto, Adriana, Carlo e Licia Clò. E' una giornata di pioggia?

Prodi. "Dovete pensare che tutto questo è avvenuto in campagna, durante tre o quattro ore di pioggia mentre i bambini andavano e venivano".
Presidente. "Ma chi ebbe l'idea?".
Prodi. "All'inizio il padrone di casa, non so. Io ero in disparte con i bambini e poi il gioco mi ha incuriosito. Le domande erano: "Dove è Moro? Come si chiama il paese, il posto in cui è? In quale provincia? E' nell'acqua o nella terra?".
Pres. "La comitiva riunita a casa Clò era composta in tutto da 17 persone: chi mise il dito sul piattino?".
Prodi "A turno tutti: era una cosa buffa. Non crediamo all'atmosfera degli spiriti o che ci fosse un medium. Anch'io ho messo il dito nel piattino".

Pres. "Ma perché segnalò l'episodio?".
Prodi "Uscirono Bolsena, Viterbo, Gradoli. Nessuno ci ha badato: poi in un atlante abbiamo visto che esisteva un paese con questo nome. Abbiamo chiesto se qualcuno ne sapeva qualcosa e visto che nessuno ne sapeva niente, ho ritenuto mio dovere, anche a costo di sembrare ridicolo, come mi sento in questo momento, di riferire la cosa. Se non ci fosse stato quel nome sulla carta geografica, oppure se fosse stato Mantova o New York, nessuno avrebbe riferito. Il fatto è che il nome era sconosciuto e allora ho riferito immediatamente".

Pres. "Come venne fuori la specificazione "casa con cantina"?".
Prodi "Ne sono venute fuori diecimila di queste cose: è venuto fuori "cantina", "acqua". In questo momento non ricordo: il gioco è andato avanti per ore; è venuta fuori la strada statale con diversi numeri: sia "casa con cantina", sia "acqua" o "non acqua".
Pres. "Qualcuno, secondo lei, aveva interesse a ispirare gli spiriti?".
Prodi "E' proprio la domanda che mi sono sempre posto anch'io".
Pres. "E a questo interrogativo come ha risposto? Cioè, qualcuno poteva aver ispirato gli spiriti?".
Prodi "Lo escluderei assolutamente".
Pres. "Quindi si è trattato di spiriti...".
Prodi "O del caso... Non so... Mi sembra che il senso della domanda sia quello di chiedere se c'era qualcuno che voleva fare il furbetto spingendo in un certo modo o rallentando. Questo no (?) Potrei mettere le mani sul fuoco sulle persone che conosco perché con loro lavoro da molti anni. Non vi è nessuno, neppure politicamente, di un certo tipo. Questo è quello che io posso dire di fronte alla commissione".

18.9.03

Chi non sa scusarsi è un debole
E il Cav. ha questo vizio di difendere una inesistente infallibilità


(editoriale de Il Foglio)

Aveva deciso lui in persona, il Cav., di bere quello spumante (il Foglio senza saperlo aveva già informato i lettori della gaia ebbrezza di quelle ore con i giornalisti inglesi, esclusi i pazzi e i cani). Ha deciso lui o Lui di straparlare su Mussolini. Ha deciso lui di recarsi presso la comunità ebraica, italiani tra i quali si contano coloro che hanno sofferto più di altri la benevolenza del Duce del fascismo, e di chiarire l’equivoco parlando a un segmento del paese per comunicare qualcosa al resto del paese. Ha deciso lui di chiarirlo, l’equivoco, nel solito modo: imbrogliando le carte, mescolando rammarico e strumentalizzazioni, scuse pelose e richieste d’affetto, comunicati ufficiali “sul filo del paradosso” e una palloccolosa dichiarazione di un suo ministro. Non ha capito che un uomo serio e forte sa scusarsi senza se e senza ma, mentre una persona fragile di gesti simili è strutturalmente incapace. Poteva dire: mi sono espresso male, me ne scuso. Una roba da applauso finalmente sincero, diverso da quello dei talk show e delle assemblee delle giovani marmotte di Forza Italia. Oppure, e sarebbe stato l’epilogo maldestro ma comprensibile di un’estate del nostro scontento, poteva dire: confermo e contro-argomento. Si è invece di nuovo intrappolato nella goffaggine logorroica di chi gira intorno alle questioni, e scappa tra il brusio delle parole. Qualche mestierante del marketing politico moderno, proprio in un periodo in cui a un leader si richiederebbero gesti classici e ben disegnati, deve averlo convinto, magari a colpi di sondaggi, che i veri capi devono presumersi infallibili, che non indietreggiano mai e a qualunque costo fuggono sempre in avanti nel brodo della parlantina per difendere la loro cara immagine. Una visione buffonesca della politica a disposizione di un italiano che ha avuto coraggio da vendere, e ci ha offerto insieme ai suoi molti difetti idee nuove e uno stile nuovo che ha fatto invecchiare la storia della Repubblica. Non c’è spontaneità né verità né allegria nella burocrazia dei comunicati che dicono tutto e il contrario di tutto, e giocano sempre allo scaricabarile. Se uno decide di parlare come mangia, prima di tutto deve imparare a mangiare meglio, e poi deve essere coerente con il proposito: non si può essere chiari e diretti come in uno scompartimento ferroviario quando si elogia Mussolini per grottesco patriottismo, e poi obliqui e diplomatici quando (non) si chiede scusa né si conferma quanto detto sopra.

Gomito


(da Il Riformista)

«Il presidente Berlusconi ha espresso due volte il suo rammarico per come sono andate le cose e ha chiesto due volte scusa, non a noi, ma agli italiani». Lo ha detto, secondo l'agenzia Adnkronos, Guido Di Veroli, membro della comunità ebraica di Roma, dopo l'incontro di ieri alla sinagoga. Secondo Amos Luzzatto, invece, citato dalla Reuters, Berlusconi si è? scusato «con me e con gli ebrei, ma non con il popolo italiano, anche se io gli ho detto che mi aveva offeso anche come cittadino italiano». Problemi dell'excusatio. Ma il punto è: di che cosa si scusato Berlusconi? A leggere la dichiarazione di Di Veroli sembra che sia rammaricato di aver alzato il gomito: «Il premier ha detto che lui credeva che non fosse un'intervista, ma una chiacchierata tra amici. Pertanto, tra una bottiglia di spumante e l'altra, tra un rinfresco sulla terrazza e l'altro, ecco che gli sono uscite fuori queste parole su Mussolini». Un'eruttazione, insomma.

17.9.03

Buongiorno, botte


di Marco Travaglio

Si racconta che, quando gli hanno portato i primi lanci d'agenzia con gli ultimi delirii del Principale su Mussolini e dintorni, Gianfranco Fini abbia intimato ai suoi: «Per favore, controllate subito che non sia uno scherzo». Non era uno scherzo. Non è mai uno scherzo. È tutto vero.
Non è uno scherzo Berlusconi che si rende improcessabile per legge e poi denuncia gli altri che ancora processabili sono. Lui può dire e fare ciò che vuole senza rischiare nulla, mentre se uno gli dice «burattinaio», scatta immediatamente la querela. Se poi si dovesse per ipotesi scoprire che il burattinaio è davvero lui, sarebbe impossibile dimosrarlo con un processo: e chi ha dato del burattinaio non avrebbe alcuna possibilità di dimostrare di avere ragione, nemmeno se ce l'ha.
Non è uno scherzo il gerarca Renato Schifani che insolentisce le sorelle di Falcone e Borsellino definendole «militanti politiche» e lamentando il fatto che «Rita Borsellino è stata ospitata dal Tg3 senza contraddittorio» (giusto: dovevano invitare pure un boss mafioso, possibilmente coinvolto nell?assassinio del fratello Paolo, per garantire la dovuta par condicio).
Non è uno scherzo il gerarca in capo Sandro Bondi, che annuncia «sganceremo una bomba al giorno sui leader dell'Ulivo, così risulterà chiara la loro indegnità morale», lui che lavora nella villa di Arcore al servizio di un noto campione di dignità morale.
Non sono uno scherzo i molti onorevoli Taormina e Consolo, i quali annunciano «nomi di politici», ovviamente dell'opposizione, fra le carte svizzere di Igor Marini, «nomi scritti a caratteri cubitali», salvo poi non farne nemmeno uno, per la semplice ragione che non esistono. O, se esistono, se li sono persi per strada come quello del «vero assassino» di Cogne che da un anno l'avvocato granturismo dice di aver identificato ma che si guarda bene dal rivelare.
Non è uno scherzo il ministro Pisanu che parla di «maramaldi in toga» che a Genova «confondono aggressori e aggrediti» e a Milano «distrussero tutti i partiti tranne l'ex Pci», poi dice che non si riferiva a Genova, ma a Milano invece sì. E continua a non dire una parola sulle botte da orbi che volarono quella notte. Forse convinto che, nel sonno, i no-global abbiano preso a testate i manganelli e gli scaroni della polizia.
Tanto poi, alla peggio, arriva la smentita. La rettifica. Il chiarimento. L'interpretazione autentica. È veramente straordinaria la capacità di lorsignori di non farsi capire, di lasciarsi equivocare, fraintendere, mal interpretare. Quando parlano loro, i giornalisti capiscono sempre il contrario. Berlusconi dice che i giudici sono golpisti, poi smentisce. Parla di «criminalità giudiziaria» (e non a proposito di Squillante, Metta, Previti & C.), poi smentisce. Dice che Saddam non ha le armi di distruzioni di massa, poi smentisce. Dice che Ciampi è d'accordo sulla Gasparri, poi Ciampi lo smentisce e allora lui si smentisce. Dice che tutti i giudici sono tutti matti, poi precisa che non ce l'aveva con tutti i giudici, poi Bonaiuti precisa che era una battuta paradossale, poi Bondi precisa che non era affatto una battuta ma il pensiero di tutti gli italiani e soprattutto il suo. Dice che Mussolini era un tour operator, poi smentisce, poi - come spesso accade - smentisce la smentita.
Tutto questo, come ha notato Marcello Bernacchia nella sua rubrica «Fuori dai denti» sul sito www.centomovimenti.it, non esclude che talvolta anche lorsignori vengano effettivamente equivocati. Prendete per esempio James Bondi: dopo i nobili concetti espressi sul fascismo e sui martiri di Marzabotto, si è proclamato erede di «Piero Calamandrei e del Partito d'Azione». Ma forse, viste certe abitudini del Capo, voleva dire «Partito Dazione».

12.9.03

TUTTO QUELLO CHE E' STATO DETTO SU BERLUSCONI E MUSSOLINI CHE MANDAVA IN VACANZA GLI OPPOSITORI POLITICI

ANSA

ROMA - 'Non ho mai inteso rivalutare Mussolini. Ho reagito da patriota'. Berlusconi smorza cosi' le polemiche dell'opposizione per il suo giudizio sul regime mussoliniano. 'Basta con le strumentalizzazioni, ha aggiunto, soprattutto da parte di chi ha condiviso per una vita gli orrori del comunismo, che si vergognino!'. Nella seconda puntata dell'intervista a Spectator il premier ha sostenuto che e' improponibile un confronto tra Saddam, un assassino, e Mussolini, che mandava gli oppositori 'in vacanza' al confino.

Il premier ha anche detto di aver ''avuto qualcosa come piu' di 500 visite della Guardia di Finanza, piu' di novanta indagini, cosa si deve pensare di fronte ad una cosa di questo genere? Qual e' il rimedio? Ci sono intere procure, come Milano e Palermo, che non fanno altro che inventarsi teoremi contro di me. Qual e' il rimedio? Io devo governare o rispondere a tutte queste accuse continue? O governo o rispondo alle accuse''.

''Solo l'8 per cento degli italiani - ribadisce il premier - si fida della magistratura, anche a sinistra capiscono che la magistratura e' politicizzata. L'unico rimedio che sembrava possibile era dire: capo dello Stato, presidente del Consiglio, presidenti di Camera e Senato e il presidente delle Corte Costituzionale hanno sospesi i processi per il periodo in cui sono al servizio dello Stato. Sospesi, non chiusi. In Francia e Spagna e' la stessa cosa. Io ero contrario a questo provvedimento anche perche' mi restava solo un processo, gli altri li ho vinti tutti, ma stavano facendo quello che hanno fatto nel 1994''.

''Nel 1994 - ricorda inoltre Berlusconi - il mio governo e' caduto perche' mi hanno accusato di corruzione e poi io sono stato assolto in Appello e in Cassazione, dopo sei anni, per non aver commesso il fatto. Eppure hanno fatto cadere il mio governo con quelle accuse. Perche' il capo dello Stato di allora (Oscar Luigi Scalfaro, ndr) ha chiamato Bossi e gli ha detto ''guarda che e' sicuro che Berlusconi cada e ti porta con lui nel baratro'' e Bossi poi me lo ha raccontato. E quindi hanno cambiato la storia d'Italia non attraverso la verita' ma attraverso delle accuse false, Adesso gli stessi giudici, della stessa procura fanno la stessa cosa con un' accusa falsa sulla Sme, dove io ho detto che voglio la medaglia d'oro perche' Prodi aveva svenduto tutto della Sme, e questo verra' fuori''. Quindi, il lodo Maccanico: ''E' sembrato un rimedio condiviso da tutti, anche dal capo dello Stato''.

''Per chi non ha fatto politica e' un grande sacrificio adattarsi alle istituzioni della politica''. Lo afferma Silvio Berlusconi nell'intervista a The Spectator e La Voce di Rimini. ''Per me - aggiunge - non potere agire con la liberta' dell'imprenditore e' sempre una diminuzione. Certe volte e' drammatico perche' io vedo quello che si potrebbe fare ma non posso farlo. Mentre molto spesso nell'imprenditore tra la decisione e la realizzazione c'e' una linea retta, in politica c'e' un blocco bizantino, un arabesco''

''Io su dell'Utri metto la mano sul fuoco. Non ha nessun rapporto di nessun tipo con la criminalita'. Perche' e' un cattolico, un credente, un uomo di cultura, ha una straordinaria famiglia, ha un padre che era un dirigente benestante di un'azienda americana''. Lo afferma il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nella seconda parte dell'intervista a Nicholas Farrel e Boris Johnson di ''The Spectator'' pubblicato oggi in Italia dai quotidiani del gruppo Donati. ''Dell'Utri - dice Berlusconi - e' nato a Palermo. A Palermo la nostra magistratura comunista, di sinistra, ha creato un reato, un tipo di delitto che non e' nel codice. E' il concorso esterno in associazione mafiosa. Cosa vuol dire: che se uno non fa parte della banda, ma in qualche modo parla, chiacchiera...? Io le domando: se un cittadino del Nord va in Sicilia e parla con una persona che lo accoglie in casa, che lo saluta, se questa persona e' libera e non e' nelle prigioni italiane, questo cittadino del Nord e' obbligato a sapere che questa persona e' un mafioso? Se non lo sanno i giudici che sono li' e che non lo mettono in galera, come fanno a saperlo gli altri? Non c'e' bisogno che si prepari un delitto, non c'e' bisogno che ci sia un reato. Non solo: non c'e' stato delitto e non e' stato progettato, basta il fatto che lui mi abbia telefonato per essere incriminato. Il presidente della regione Sicilia accusato di questo reato, che non c'e' nel codice, perche' un mafioso ha telefonato ad un suo collaboratore chiedendo la nomina di una persona a direttore di un ospedale. La nomina non e' avvenuta, quindi la telefonata non ha avuto esito. Quindi, per il semplice motivo che il suo collaborate ha parlato al telefono per tre volte con un mafioso, che insisteva, questo e' accusato di concorso in associazione mafiosa. Ma e' una follia''.


BERLUSCONI: VASSALLI, IL DUCE ORDINO' MORTE ED ESILIO
Roma, 12 set. - (Adnkronos) - ''Mussolini e' il dittatore dei tribunali speciali, delle condanne a morte, dei dissidenti spediti al confino. Questa e' la storia. Berlusconi gioca con i paragoni, si diletta con le battute, ma sono battute ridicole''. Commenta cosi' l'intervista del premier Berlusconi al settimanale britannico 'The Spectator' Giuliano Vassalli, 87 anni, ex presidente della Corte costituzionale, ex Ministro di Grazia e Giustizia, che e' stato antifascista e giovane partigiano. E, a proposito dei dissidenti mandati al confino, con ''La Repubblica'' Vassalli sottolinea: ''Non fu una vacanza, e' ovvio''.


BERLUSCONI: VASSALLI, IL DUCE ORDINO' MORTE ED ESILIO
Roma, 12 set. - (Adnkronos) - ''Mussolini e' il dittatore dei tribunali speciali, delle condanne a morte, dei dissidenti spediti al confino. Questa e' la storia. Berlusconi gioca con i paragoni, si diletta con le battute, ma sono battute ridicole''. Commenta cosi' l'intervista del premier Berlusconi al settimanale britannico 'The Spectator' Giuliano Vassalli, 87 anni, ex presidente della Corte costituzionale, ex Ministro di Grazia e Giustizia, che e' stato antifascista e giovane partigiano. E, a proposito dei dissidenti mandati al confino, con ''La Repubblica'' Vassalli sottolinea: ''Non fu una vacanza, e' ovvio''.


BERLUSCONI: TAORMINA, ERRORI MUSSOLINI NON NE NEGANO GRANDEZZA
IL DUCE ED IL FASCISMO APPARTENGONO ALLA NOSTRA STORIA
Roma, 11 set. - (Adnkronos) - ''Non comprendo le incertezze e le dimenticanze su Benito Mussolini. Mussolini ed il fascismo appartengono alla storia del nostro Paese che fu da lui aperto sul paino della crescita economica e dello Stato Sociale''. Carlo Taormina sottolinea come ''gli errori commessi da Mussolini non possono far dimenticare la sua grandezza''.


BERLUSCONI: MUSSI, OPPOSIZIONE DEVE CHIEDERE DIMISSIONI
''ANALFABETA DELLA STORIA, HA NATURALE INCLINAZIONE PER FASCISMO''
Firenze, 11 set. - (Adnkronos) - ''Dopo le esternazioni sui magistrati matti e sulla bonta' di Mussolini, Berlusconi se ne deve andare. Penso che l'opposizione debba chiedere a gran voce le dimissioni di Berlusconi, la cui posizione e' terribilmente aggravata dal fatto che e' presidente del semestre europeo''. Lo ha affermato Fabio Mussi, vicepresidente della Camera e leader del correntone Ds, parlando a Firenze alla Festa della Margherita.


BERLUSCONI: VIOLANTE, SU MUSSOLINI NE RISPONDERA' ALLE CAMERE
IL PREMIER DOVRA' SPIEGARSI IN PARLAMENTO
Roma, 11 set. (Adnkronos) - ''Berlusconi deve rispondere al Paese e al Parlamento delle gravi dichiarzioni che ha formulato sulla dittatura fascista e su Mussolini''. Il capogruppo Ds alla Camera Luciano Violante, annuncia che prendera' contatto con gli altri gruppi di opposizione per ''decidere insieme'' come articolare la richiesta di confronto parlamentare con il premier.


BERLUSCONI: PEZZOTTA, SI DISCUTONO COSE FUORI DAL REALE
Firenze, 11 set. - (Adnkronos) - ''Sicuramente Mussolini non era uno stinco di santo e sarebbe bene dirlo. Tuttavia sarebbe meglio che si discutesse di economia. Invece il nostro e' un Paese strano: si discutono cose fuori dal reale, in modo che delle cose della realta' e delle situazioni reali non si discuta''. Lo ha detto Savino Pezzotta, segretario della Cisl, commentando le ultime esternazioni di Silvio Berlusconi. ''Io continuo a pensare che invece di discutere di queste cose, che servono a poco o a nulla, sarebbe meglio -ha proseguito il leader della Cisl- che si discutesse di economia, dei prezzi che aumentano, degli anziani che non sanno come arrivare a fine mese, dei lavoratori poveri che stanno aumentando. Se si parlasse di questi problemi veri il Paese ne trarrebbe piu' benefici''.


BERLUSCONI: RUTELLI, MERAVIGLIA CHE NON SFILI A MISS ITALIA...
''CREA TRAPPOLE PER DISTRARRE ATTENZIONE DA FALLIMENTO GOVERNO''
Firenze, 11 set. - (Adnkronos) - ''Mi sorpredo del fatto che Berlusconi non abbia ancora annunciato la sua patecipazione a Miss Italia. Potremmo lanciare una petizione per modificare il regolamento consentire cosi' anche agli uomini di sfilare''. E' questa una delle battute che Francesco Rutelli ha riservato alla platea della Festa della Margherita a Firenze, accusando il presidente del Consiglio di ''creare ogni giorno delle trappole per attirare l'attenzione e distrarla dal fallimento del suo governo''.


BERLUSCONI: DINI, ASPETTO GAFFE CON CUI SUOI ALLEATI LO ELIMINERANNO
Firenze, 11 set. (Adnkronos) - ''Il presidente del Consiglio ci ha abituato a tante di quelle gaffe, a tanti di quegli strafalcioni, a dichiarazioni che poi smentisce lui stesso, che non c'e' da prenderlo molto in considerazione. Io mi aspetto che un giorno fara' una gaffe ancora piu' grossa e i suoi partner della coalizione decideranno di sbarazzarsene''. Lo ha detto a Firenze l'ex ministro degli esteri Lamberto Dini commentando le ultime dichiarazioni di Silvio Berlusconi pubblicate oggi dalla rivista 'The Spectator'.


BERLUSCONI: DS SICILIA, MINACCIA QUOTIDIANAMENTE LA DEMOCRAZIA
Palermo, 11 set. (Adnkronos) - ''Siamo di fronte alla minaccia quotidiana della democrazia e delle istituzioni. Da tempo ha oltrepassato ogni limite''. Cosi' il segretario siciliano dei Democratici di sinistra, Antonello Cracolici, ha commentato le dichiarazioni, del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, riportate da un periodico inglese. Per Cracolici, Berlusconi ''non perde occasione per minare alle fondamenta e alla credibilita' delle istituzioni come la magistratura. Il concorso esterno in associazione mafiosa e' stato votato dal Parlamento ed e', quindi, una legge dello Stato''.


BERLUSCONI: SCALFARO, NON VERA RICOSTRUZIONE 'RIBALTONE' BOSSI
''E' DEL TUTTO NUOVA E CONTRARIA ALLA VERITA'''
Roma, 11 set. (Adnkronos) - ''Il giornale 'La voce di Romagna' mette in bocca al presidente del Consiglio, sempre che cio' sia esatto, una ricostruzione del tutto nuova del cosiddetto 'ribaltone' operato da Bossi nel '94. Tale ricostruzione e' del tutto contraria alla realta'''. L'ex presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, in una nota, smentisce cosi' la ricostruzione del 'ribaltone' compiuta da Silvio Berlusconi nell'intervista pubblicata oggi. Ricostruzione che addossa appunto a Scalfaro, all'epoca presidente della Repubblica, la responsabilita' di aver spinto Umberto Bossi a portare la Lega fuori dalla maggioranza.


BERLUSCONI: EPIFANI, SCONCERTO E INDIGNAZIONE
LESIONE PRESTIGIO ITALIA CON DEGRADO ECONOMICO E SOCIALE
Roma, 11 set. (Adnkronos) - ''Esprimo sconcerto e indignazione per le affermazioni del presidente del Consiglio e sulle modalita' con cui ha tentato di correggersi''. E' il leader della Cgil, Guglielmo Epifani a commentare cosi' le affermazioni del premier su Mussolini. ''Non si puo' assolutamente chiudere cosi' questa vicenda che lede il prestigio dell'Italia e delle sue istituzioni e che si accompagna al degrado sociale ed economico del paese''.


BERLUSCONI: ERAVAMO D'ACCORDO SU COLLOQUIO INFORMALE
PREMIER SPIEGA COM'E' NATA INTERVISTA A 'SPECTATOR'
Roma, 11 set. (Adnkronos) - Al termine della conferenza stampa congiunta con il leader egiziano Mubarak, Silvio Berlusconi si sofferma con la stampa italiana per spiegare come e' nata l'intervista concessa a due giornalisti britannici e poi pubblicata sul quotidiano locale 'La Voce di Rimini' e il periodico inglese 'Spectator'. Il premier si difende dalle accuse dell'opposizione assicurando che si e' trattato di una ''chiacchierata'' dal ''tono colloquiale'', perche c'era un accordo in questo senso.


BERLUSCONI: NON HO INTESO RIVALUTARE MUSSOLINI
MA EVITARE COMPARAZIONE ITALIA A DITTATURA SADDAM
Roma, 11 set. - (Adnkronos) - ''Non ho inteso fare un'analisi critica ne' del fascismo ne' del suo leader. Non ho inteso rivalutare Mussolini ma semplicemente, da italiano, non ho accettato la sua comparazione, la comparazione del mio paese, ad un altra dittatura, quella di Saddam Hussein, che ha provocato milioni di morti. Tutto qui''. Lo ha precisato Silvio Berlusconi al termine di una onferenza stampa congiunta con il leader egiziano Mubarak.


BERLUSCONI: SINISTRA SI VERGOGNI, HA CONDIVISO ORRORE COMUNISMO
Roma, 11 set. - (Adnkronos) - ''Basta con le strumentalizzazioni. Soprattutto da parte di chi ha condiviso per una vita gli errori del comunismo. Che si vergognino!''. Lo ha detto Silvio Berlusconi replicando alle critiche dell'opposizione dopo le sue dichiarazioni su Mussolini.


BERLUSCONI: NOSTALGICO FASCISTA? E' UN'ASSURDITA'
SINISTRA STRUMENTALIZZA CON NUOVO TORMENTONE PROPAGANDISTICO
Roma, 11 set. (Adnkronos) - ''Ancora una volta, come otto giorni fa, la sinistra strumentalizza quella che era solo, lo ripeto, una chiacchierata estiva condotta inoltre sul filo del paradosso, mettendo in scena una nuova puntata di un tormentone propagandistico. Stavolta, addiritura, i capigruppo della sinistra, mi accusano di essere un nostalgico del fascismo. E' una assurdita', che non ritengo sia degna nemmeno di una smentita''. Lo ha detto Silvio Berlusconi, leggendo un testo scritto sul palco della Sala La Loggia di Villa Madama al termine di una confernza stampa congiunta con il presidente egiziano Mubarak.


BERLUSCONI: TREMAGLIA, STORIA NON SI RISOLVE CON LE BATTUTE
NON RINNEGARE MA NON RESTAURARE, SU MUSSOLINI RICORDO PAROLE CHURCHILL
Roma, 11 set. (Adnkronos) - ''Non si puo' risolvere la storia con le battute'', ne' ''va mai strumentalizzata sul piano politico''. Lo dice il ministro per gli Italiani nel mondo Mirko Tremaglia, intervenendo nelle polemiche suscitate dalle affermazioni del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi su Benito Mussolini.


BERLUSCONI: GALANTE (PDCI VENETO) A PREMIER, SI INFORMI
IL DUCE 'LE SUE VITTIME LE HA FATTE AMMAZZARE DA ALTRI'
Venezia, 11 set. - (Adnkronos) - ''Berlusconi ha ragione: Mussolini non ha mai ammazzato nessuno. Non lo ha fatto con le sue mani''. Lo afferma, in una nota, il consigliere regionale dei Comunisti Italiani, Severino Galante, ricordando che Mussolini ''le sue vittime le ha fatte ammazzare da altri: Matteotti, Rosselli, Gramsci arrivando ai tanti morti delle guerre di oppressione che ha scatenato, o a cui ha voluto partecipare''.


BERLUSCONI: PRC SICILIA, DICHIARAZIONI GRAVISSIME SU MAFIA
Palermo, 11 set. - (Adnkronos) - ''Le dichiarazioni di Berlusconi sulla mafia in Sicilia e i suoi rapporti con esponenti della politica sono gravissime''. Lo ha affermato Francesco Forgione capogruppo di Rifondazione comunista all'Assemblea regionale siciliana commentando l'intervista rilasciata dal premier al periodico inglese 'The spectator'. ''Il presidente del Consiglio -continua l'esponente- offende la magistratura palermitana che, nella lotta contro Cosa nostra, ha pagato prezzi altissimi fino a sacrificare la vita di diversi suoi rappresentanti. Contestualmente difende un uomo come Dell'Utri sui cui rapporti con la mafia e' in corso un processo. Riduce la vicenda Cuffaro ad una barzelletta''. ''La cosa inaccettabile -ha aggiunto Forgione- e' che queste farneticazioni vengano dal capo del governo. Chi ha come nemici i magistrati e non la mafia non puo' che ringraziare''.


BERLUSCONI: CAPIGRUPPO OPPOSIZIONE, MUSSOLINI FU UN ASSASSINO
PREMIER INDEGNO DI RAPPRESENTARE DEMOCRAZIA ED EUROPA ANTIFASCISTA
Roma, 11 set. (Adnkronos) - ''Mussolini fu un assassino. Berlusconi dimostra di non avere la dignita' di rappresentare una democrazia nata dalla lotta contro il fascismo e una Europa nata dalla lotta al nazifascimo''. Lo affermano, in uan dichiarazione congiunta, i capigruppo dell'opposizione alla Camera Luciano Violante, Pierluigi Castagnetti, Marco Boato, Marco Rizzo, Ugo Intini, Alfonso Pecoraro Scanio, Pino Pisicchio e Franco Giordano.


BERLUSCONI: FASSINO, PAROLE VERGOGNOSE E INAUDITE
MANCANZA RISPETTO A MILIONI ITALIANI, DOVRA' SPIEGARE AL PARLAMENTO
Roma, 11 set. (Adnkronos) - ''Sono parole vergognose e inaudite che danno l'idea dell'irresponsabilita' e dell'ignoranza abissale del presidente del Consiglio''. Piero Fassino commenta cosi' le ultime dichiarazioni del presidente del Consiglio, in particolare quelle su Mussolini, nell'intervista a 'La voce di Rimini' e 'The spectator' .


BERLUSCONI: COFFERATI, DICHIARAZIONI GROTTESCHE E GRAVI
''CREANO NEI CITTADINI MOLTA, MOLTA PREOCCUPAZIONE''
Bologna, 11 set. (Adnkronos) - ''Affermazioni talmente prive di qualsiasi fondamento dall'apparire grottesche, surreali oltre che gravi''. Cosi' Sergio Cofferati commenta la seconda parte dell'intervista del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi al giornale britannico 'The Spectator', a margine del suo intervento allo stand dei Verdi al Sana, il salone internazionale del biologico che si e' aperto oggi a Bologna


BERLUSCONI: CONCORSO ESTERNO MAFIA INVENZIONE PM COMUNISTI
SU DELL'UTRI METTO LA MANO SUL FUOCO
Roma, 11 set. - (Adnkronos) - ''A Palermo la nostra magistratura comunista, di sinistra, ha creato un reato, un tipo di delitto che non e' nel codice. E' il concorso esterno in associazione mafiosa. Cosa vuol dire: che se uno non fa parte della banda, ma in qualche modo parla, chiacchiera...''. Lo afferma il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, nel corso dell'intervista con Boris Johnson e Nicholas Farrel pubblicata su 'La Voce di Romagna'.


BERLUSCONI: 'ECONOMIST' SCAMBIA GUARDIE CON LADRI
NOI GUARDIANI DI DEMOCRAZIA E LIBERTA'
Roma, 11 set. (Adnkronos) - ''L''Economist' ha commesso un grande, fondamentale errore, scambiando le guardie per i ladri. Ha semplicemente sbagliato. Ha preso le guardie della democrazia e della liberta' per i ladri, e ha preso i ladri per guardie. Ha confuso i ruoli. Semplicemente questo''. Lo dice il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in un passaggio della sua intervista con Boris Johnson e Nicholas Farrel pubblicata da 'La Voce di Romagna'.


IRAQ: BERLUSCONI, SADDAM AVEVA ARMI DISTRUZIONE
FATTE SPARIRE PER EVITARE VOTO ONU, CREDO IN BUSH E BLAIR
Roma, 11 set. - (Adnkronos) - ''Saddam ha eliminato le armi o le ha mandate all'estero. Le armi le aveva perche' le ha usate contro l'Iran e contro i curdi. Aveva gli specialisti in grado di fabbricarle''. Lo dice il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, nel corso dell'intervista con Boris Johnson e Nicholas Farrel alla 'Voce di Romagna'.


BERLUSCONI: MUSSOLINI MANDAVA GENTE IN VACANZA AL CONFINO
NON HA MAI AMMAZZATO NESSUNO

Roma, 11 set. (Adnkronos) - ''Mussolini non ha mai ammazzato nessuno, Mussolini mandava la gente a fare vacanza al confino''. Lo dice il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, in un passaggio dell'intervista con Boris Johnson e Nicholas Farrel, nel quale si parla della dittatura di Saddam Hussein.


BERLUSCONI: LODO MACCANICO PER EVITARE UN ALTRO '94
BOSSI MI RACCONTO' CHE SCALFARO LO CONVINSE A LASCIARE

Roma, 11 set. (Adnkronos) - Il cosiddetto lodo Maccanico e' stata una legge necessaria per evitare che il governo cadesse con le stesse procedure usate nel 1994, dopo l'emissione dell'avviso di garanzia durante il vertice mondiale sulla criminalita' a Napoli. Lo dice il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, nell'intervista con il direttore del settimanale 'The Spectator' Boris Johnson e l'editorialista de 'La Voce di Romagna' Nicholas Farrel, realizzata il 27 agosto scorso a Porto Rotondo, della quale oggi il giornale romagnolo pubblica ampi stralci.


Berlusconi precisa:
''Non ho inteso rivalutare Mussolini''
Il presidente del Consiglio:
''Basta con le strumentalizzazioni da parte di chi per una vita ha condiviso orrori del comunismo''


Roma, 11 set. (Adnkronos) - ''Non ho inteso fare un'analisi critica ne' del fascismo ne' del suo leader. Non ho inteso rivalutare Mussolini ma semplicemente, da italiano, non ho accettato la sua comparazione, la comparazione del mio paese, ad un altra dittatura, quella di Saddam Hussein, che ha provocato milioni di morti. Tutto qui''. Lo ha precisato Silvio Berlusconi al termine di una conferenza stampa congiunta con il leader egiziano Mubarak.''Ancora una volta, come otto giorni fa, la sinistra strumentalizza quella che era solo, lo ripeto, una chiacchierata estiva - ha aggiunto il presidente del Consiglio - condotta inoltre sul filo del paradosso, mettendo in scena una nuova puntata di un tormentone propagandistico. Stavolta, addiritura, i capigruppo della sinistra, mi accusano di essere un nostalgico del fascismo. E' una assurdita', che non ritengo sia degna nemmeno di una smentita''. Berlusconi passa poi all'attacco della sinistra. ''Basta con le strumentalizzazioni. Soprattutto da parte di chi ha condiviso per una vita gli orrori del comunismo. Che si vergognino!''. Al centro della nuova bufera una frase del premier Berlusconi su Mussolini contenuta nella famigerata intervista a 'The Spectator'. ''Mussolini non ha mai ammazzato nessuno - aveva detto Berlusconi in un passaggio della ''chiacchierata'' - Mussolini mandava la gente a fare vacanza al confino''. Parole definite ''vergognose e inaudite'' dall'opposizione. ''Danno l'idea dell'irresponsabilita' e dell'ignoranza - dice il segretario dei Ds, Piero Fassino - abissale del presidente del Consiglio''. ''Varra' forse la pena che qualcuno ricordi a Berlusconi i nomi di Piero Gobetti, Giovanni Amendola, Giacomo Matteotti, Antonio Gramsci, don Minzoni e di tanti assassinati dallo squadrismo, morti nelle carceri della dittatura, mandati a morire in una guerra insensata e folle -prosegue il segretario dei Ds-. Questa volta non basteranno comunicati di palazzo Chigi per giustificare la mancanza di rispetto per milioni di italiani che pagarono con terribili sofferenze le conseguenze delle leggi razziali, le persecuzioni politiche del fascismo, la tragedia della guerra''. In una dichiarazione congiunta i capigruppo dell'opposizione alla Camera affermano: ''Mussolini fu un assassino. Berlusconi dimostra di non avere la dignita' di rappresentare una democrazia nata dalla lotta contro il fascismo e una Europa nata dalla lotta al nazifascimo''.