27.2.02

I NUOVI PALINSESTI


(anonimo dipendente rai)

PALINSESTO DI RAIUNO




Ore 6,00 Cartoni. “Gli antenati” Con Alessandra Mussolini
Regia e (saluto al Duce) di Pasquale Squitieri
Ore 6,30 Attualità. “Cosa accade nella
stanza dell’ex Direttore...”

a cura di Pier Luigi Celli
Conduce Sonia Raule
Ore 8,00 Attualità. “Un minuto di storia”
Con Giano Accame e Pigi Battista
Ore 10,00 Quiz. “Il grande gioco dell’oca”
Con Gabriella Carlucci
Ore 10,50 Medicina. “Dica P2” Con il dr. Fabrizio Trifone Trecca
Regia di Paolo Mosca
Ore 11,00 Varietà. “La prova del cuoco fatuo”
Ai fornelli Michele
della “Cascina di Arcore”
Regia di Luca Barbareschi
Ore 12,35 Telefilm. “La Duce Vita”
Da un urlo di Assunta Almirante
“Claretta” (primo episodio)
Regia (a mano) di Pasquale Squitieri
Ore 13,25 Aspettanto il Tg.
“Fratelli d’Italia”
a cura del servizio
stampa del Quirinale
e di Aldo Biscardi (voce solista)
Ore 13,30 Tg1.Telegiornale
Ore 14,00 Tg.Economia&Astronomia
Presenta Monica Setta. A cura dell’ufficio
studi della Confindustria
Ore 14,25 Sceneggiato tv. “Il Grande Oriente”
Dal romanzo di Roger Peyrefitte
Regia (sul canapè) di Franco Zeffirelli
Consulenza di Antonio Baldassarre
(CastelFibocchi Film)
Ore 16,00 Cartoni. “Taglia ch’è rosso”
Disegni e testi di Giorgio Forattini
Ore 16,15 Varietà. “E non se ne vogliono andare...”
Conduce Maurizio Gasparri
Regia di Anton Giulio Magliaro
Ore 17,10 Che tempo fa (a palazzo Chigi).
A cura di Paolo Guzzanti
Ore 18,00 Cultura&Musica
“I canti della filanda” a cura del prof. Ettore Albertoni
Conduce Luca Sardella
Regia di Daniele Vimercati
Ore 19,00 Quiz. “Bingo!” Consigliato dalla
Lottomatica di Marco Staderini
Conduce Martufello
Ore 19,55 Riaspettando il Tg1.
“Fratelli d’Italia”
a cura dei servizio
stampa del Quirinale
e di Aldo Biscardi (duetto con la Sora Franca)
Ore 20,00 Tg1. Telegiornale
Ore 20,35 Attualità. “Mi consenta di Roberto Gervaso” Con Roberto Gervaso
Ore 21,00 Varietà. “Carramba...che retata!” A cura dell’Arma dei Carabinieri
Conducono Bruno Vespa
e Carlo Taormina.
Musiche della Banda dell’Arma
Regia a cura del Sismi
Ore 23,05 Teatro. “TuttoGovi”
“Pignasecca e Pignaverde”
Con Gilberto Govi
Adattamento dal genovese
di Antonio Baldassarre
Ore 0,50 Attualità. “Linea Verde”
“La spremitura dell’Ulivo” A cura della redazione
del quotidiano “La Padania”
Ore 1,30 Attualità. “Sonno o son destro?”
Con Gigi Marzullo




PALINSESTO DI RAIDUE



Ore 6,05 Attualità. “Entrando nel tunnel”
A cura della Famiglia Lunardi
In collaborazione
con il ministero Infrastrutture
Ore 6,40 Attualità. “Donne&Feluche”
“Amori poco diplomatici” Conduce l’ambasciatore
Antonio Puri Purini
Consigliere diplomatico
del Presidente della Repubblica
Ore 6,50 Attualità. “Rassegnati stampa” A cura di Fabrizio Rondolino
Ore 8,00 Cartoni. “La banda bassotti”
“L’opposizione c’è”
animazione di Ezio Mauro
e Piero Chiambretti
Ore 9,00 Teatro. “TuttoGovi”
“Gildo Peragallo ingegnere” Con Gilberto Govi
Adattamento dal genovese
di Antonio Baldassarri
Ore 10,30 Telefilm. “Vento della Padania” Da un sogno del
Prof. Ettore Albertoni
Ore 11,30 Attualità. “I fatti nostri”
Programma di Cesare Previti
Conduce Antonio Di Pietro
Regia di Paolo Cirino Pomicino
Ore 12,48 Aspettando il Tg
“Fratelli d’Italia”
a cura del servizio
stampa del Quirinale
e di Aldo Biscardi (porta-voce)
Ore 13,00 Tg Giorno
Ore 13,30 Attualità. “Il Miglio verde”
Da una idea del prof.
Gianfranco Miglio
Con Vittorio Feltri
Ore 15,00 Sceneggiato. “I voltagabbana”
Dall’opera di Claudio
Sabelli Fioretti
Consulenza di Marilù Agnese
Con Fabrizio Rondolino.
Regia, scena e costumi
di Fabrizio Rondolino
Ore 16,10 Tv dei Ragazzi.
“Maurì e il pappagallo”
Con Maurizio Belpietro
Ore 17,00 Varietà. “La ruota della filanda”
Quiz musicale ideato
Da Ettore Albertoni
Conduce Milva
Ore 18,10 Soap opera. “La freccia nel fianco”
Di Paolo Flores d’Arcais
e Marco Travaglio
Con Giovanna Melandri, Dario Fo
Roberto Zaccaria e la partecipazione
straordinaria di Nanni Moretti
Regia di Ettore Scola-piatti
Ore 19,15 Telefilm. “Avvocati in divisa”
Programma a cura di Lino Jannuzzi
Con Memmo Contestabile
e Frankstein Ghedini jr
Ore 20,00 Cultura. “La tv deficiente” Da una idea di Franca Ciampi
Con Milly Carlucci e Puffo Peluffo
Ore 20,28 Riaspettando il Tg2
“Fratelli d’Italia”
a cura del servizio
stampa del Quirinale
e Aldo Biscardi (che fa il basso)
Ore 20,30 Tg2
Ore 20,55 Film-Tv Drammatico
“Mutande pazze”
di Roberto D’Agostino (1992)
Con Monica Guerritore (Amalia),
Eva Grimaldi (Stefania),
Barbara Kero (Beatrice),
Raul Bova, Umberto Raho (Roberto
il presidente tv)
Presentazione di Anna La Rosa
Ore 22,55 Cultura. “Il divino in piazza”
Con Vittorio Sgarbi
Conduce Alain Elkann, con le Sgarbine Sabrina Colle e Rosi Greco.
Ore 24,00 Attualità. “Dopo un lungo silenzio”
Con Vittorio Sgarbi
Regia della mamma di Sgarbi
Ore 0,48 Riaspettando il Tg2
“Fratelli d’Italia”
a cura del servizio
stampa del Quirinale
e Aldo Biscardi (coro a bocca aperta)
Ore 1,00 Tg2 Notte
Ore 1,30 Quiz. “Il sistemone” A cura di Agostino Saccà
Ballandi productions





PALINSESTO DI RAITRE



Ore 7,00 Documenti “Terre promesse”
“La Padania” (prima puntata)
di Daniene Vimercati
Ore 8,00 Attualità. “Aspettando Prodi” Di Arturo Parisi
e Francesco Rutelli
Con Massimo Ponzellini
Musiche di Lucio Dalla
Prodotto da Nonisma
Ore 9,05 Cartoni. “Lothar il fantasma” Animazione di Velardi,
Rondolino, La Torre
Regia di Marco Minniti
Ore 10,00 Tg3 Italie. “L’Italia
dei valori”
con
Antonio Di Pietro
Regia di Dario Fo
Ore 10,45 Telefilm. “Il ritorno di Kojak”
Con Sandro Curzi
Regia di Citto Maselli
Edizioni Telekabul
Ore 12,00 Documenti. “Geo&Geo”
“Animali sconosciti
il Pardi (Francesco)”

Con Sveva Sagramola
Ore 12,55 Varietà. “M’ama, non m’ama
Sfogliando la Margherita”

Da una idea di Luigi Zanda
Presenta Gigliola Cinquetti
Ore 13,55 Aspettando il Tg3
“Fratelli d’Italia”
a cura dell’ufficio
stampa del Quirinale
e di Aldo Biscardi (assolo di fisarmonica)
Ore 14,00 Tg3 – Regionale-Meteo
Ore 14,50 Tg3 Economia
“C’è una imposta per te”
A cura di Giulio Tremonti
Ore 15,30 Tg3 Ragazzi
“Grissino di ferro” Le avventure di Pier Pier Fassino
Prodotto da Carmine Donzelli
Ore 16,00 Telefilm- Colombo (Furio)
“Agnelli sacri” Nel corso del programma
collegamento con l’Unità
Ore 17,00 Telefilm. “Un cinese
in Corso d’Italia”

Avventura. Con Sergio Cofferati
Ore 17,50 Documenti. “La Bolognina” Con Achille Occhetto
e il filosofo Stefano Bonaga
Presenta Alba Parietti
Ore 18,55 Anteprima Tg3
“Fratelli d’Italia” a cura dell’ufficio
stampa del Quirinale
e di Aldo Biscardi (alla batteria)
Ore 19,00 Tg3 – Regionale – Meteo
Ore 20,00 Varietà. “Sblob”
Versione per i non udenti
di Enrico Grezzi
Regia di Elisabetta Sgarbi
Ore 20,30 Soap opera. “Un posto al sole
(a viale Mazzini)”
Nuova serie a cura
di Luigi Zanda
e Carmine Donzelli
Ore 20,50 Film. Dal Palavobis “I vinti” Drammatico (Italia 1952)
Regia di Michelangelo Antonioni
Ore 23,35 Documenti. “Sfide”
“Il risotto di casa
D’Alema contro
la crostata di casa Letta”

Un programma di Simona Ercolani.
Regia di Simona Ercolani.
Arbitro Aldo Grasso
del “Corriere della Sera”
Ore 0,30 Attualità. “Fuori orario. Cose
(mai) viste a sinistra”

Di Massimo D’Alema, Piero Fassino,
Walter Veltroni, Fabio Mussi,
Luciano Violante, Fausto Bertinotti,
Sciuscià Santoro, Stefano Balassone.
Ore 1,30 Attualità. “TeleCamere” Con Anna La Rosa
Da una idea di Wanna Marchi
Ore 2,00 Attualità. “Velisti per caso” Disavventure in mare
di Linda e Massimo D’Alema

RISPOSTA A GIOVANNA SPASSKI


da Germano Paciocco



Ho molto rispetto per chi ha vissuto le esperienze in prima persona, e
ce le racconta senza viziare la storia con interpretazioni discutibili,
e sono più che sicuro che Giovanna Spasski racconta una verità preziosa
per chiunque la voglia ascoltare con le giuste intenzioni.
Ma io sono giovane, inesperto e impulsivo e non resisto a fare domande
a chi credo mi possa fornire delle buone risposte.
Signora Spasski, io non mi ritengo comunista, ma l'idea che ho del
mondo, il mio ateismo (che non è la conseguenza di una scelta politica,
casomai il contrario) e le mie esperienze di vita mi avvicinano alla
sinistra. A questo contribuisce il fatto che non mi riconosco
nell'attuale governo, e ancora di più non mi riconosco in tutti
i "berluscones" e "ducetti" che incontro ogni giorno, e ne incontro
tanti.
Inoltre mi sforzo sempre di pensare con la mia testa (è una cosa che mi
ha insegnato mio padre, che non era di sinistra); anche se non è sempre
facile.
Lei sicuremente sa cose che io non so. Io sono un dilettante, vuoi per
mia ignoranza, vuoi perchè non ho ancora letto tutti i testi
fondamentali, vuoi perchè il mio ambito di studi non mi permette di
approfondire come vorrei le teorie politiche e umanistiche, e mi devo
accontentare di leggere appena poche pagine di qualche libro
interessante in questo senso solo la sera prima di andare a letto.
Per questo chiedo umilmente lumi a chi ne sa più di me, riservandomi il
diritto di non prendere nulla per oro colato..
E' evidente l'impasse della sinistra italiana, che sembrerebbe dovuta
più ai "leader" che ad altro. E' anche evidente che negli anni di
governo del centro-"sinistra" si sia fatta tutto tranne che instaurare
un regime totalitario di stampo sovietico, deviando anzi verso un
preoccupante tatcherismo.
Lei ritiene che -folklore sui "comandanti sudamericani" a parte-
l'attuale classe dirigente della sinistra, dal sindacalo ai DS,
passando per Rifondazione siano degli irriducibili nostalgici?
Mi sembrano più appropriate le parole inetti e inconcludenti (ma visti
i tempi sarebbe come sparare sulla croce rossa).
E' contenta del fatto che la sinistra italiana non la potrà mai
costringere a rivivere la sua gioventù; mi creda, ne sono entusiasta
anch'io, ma credo che questo pericolo sia estinto almeno da vent'anni.
Allora cos'è? Un problema di nome? Se Rifondazione, invece di
comunista, si fosse chiamata, diciamo Radicali di sinistra (RS, invece
di DS), e avesse abbandonato la falce e il martello le cose sarebbero
diverse?
L'attuale alternativa a Berlusconi è abbastanza penosa, è vero, ma non
credo abbia o avrebbe mai avuto negli ultimi vent'anni o poco meno,
l'intenzione di trasformare l'Italia in un Gulag stalinista, quindi
rallegrarsi dell'attuale crisi per questo mi sembra almeno inesatto.
Non mi sembra poi che la parte secondo me migliore di tutto questo, la
gente di cui parla il sig. Giorgio Forzese nel documento immediatamente
sotto il suo, la famosa "base" rappresenti un pericoloso manipoli di
spetznatz assetati di sangue; molti di loro Marx non l'hanno mai letto
(nemmeno io l'ho ancora fatto se è per questo), per loro Stalin
rappresenta solo la figura di un orribile dittatore, e l'unico motivo
per il quale hanno simpatia per i "comandanti sudamericani" è perchè è
francamente difficile averne per Pinochet o Videla.
In Italia forse ci dovremo preoccupare di più di cose strettamente
italiane, e ricordare un'altra storia, che merita di essere raccontata
tanto quanto quella sovietica.
Quella della P2, e dei suoi tesserati, molti dei quali saldamente
attacati a posizioni di potere.
Proprio ora, in questo momento, mentro io sto scrivendo e lei sta
leggendo.

26.2.02

INTERVENTO DI GIOVANNA SPASSKI



Questa volta non posso tacere. Non posso tacere e lasciare che la storia segua il suo corso senza che io abbia fatto nulla per non doverla rivivere. Intendo riferirmi ad unargomento che oggi appassiona molti: "La disfatta della sinistra ITALIANA". Forse perché sono nata e cresciuta a Mosca. Probabilmente perché homilitato, da giovane idealista, nei ranghi di quasi tutte le organizzazioni sovietiche preposte alla formazione di tutti i bravi cittadini (me compresa) trasformandoli in Comunisti DOC. Forse perché conosco abbastanza la teoria e la storia e seguo con attenzione gli sviluppi di quel mondo meraviglioso, sviluppi in parte conosciuti e per lo più sconosciuti al pubblico. Quel mondo del quale ho fatto parte per troppo tempo, per tutto il tempo della mia gioventù che non è stata ne¹ gioiosa ne¹ spensierata, ne¹ tutto ciò che avrebbe dovuto essere essere una gioventù. Per queste ed altre ragioni parlo. Il mio risveglio è avvenuto nel 1968, improvvisamente, all'Università di Mosca durante un raduno informale di giovani studenti, allorché un nostro amico cecoslovacco ci ha annunciato: "Da oggi NOI siamo sotto di VOI". Solo allora ho appreso la notizia della occupazione della SUA terra da parte dei MIEI compatrioti. Nessun¹altra informazione mi è pervenuta quel giorno a questo proposito. Non c'erano manifestazioni "spontanee" in piazza. Niente girotondi. Tacevano i giornali. Non esisteva ancora "il popolo dei fax". La vita si svolgeva normalmente. Solite code ai negozi, solite trasmissioni alla radio, dedicate alle nostre conquiste nel campo agricolo ed industriale, interviste agli operai e mungitrici ..."quanto latte, quante patate, quanti trattori, quanta carne".... ("Avercene!² diceva la Marchesini.) Ma non pensiamo più a queste cose squallide, tristi e comunque finite da tanto tempo. Oggi tutti sanno che "Il re è nudo". Tutti, tranne i Comunisti Italiani. Anzi, lo sanno, PERO¹ sono convinti che il loro Comunismo è diverso. Hanno avuto la faccia tosta di RIFONDARLO. Poi si sono scissi in più correnti. Confesso di esser stata molto preoccupata un tempo. Ma come! Dopo il crollo del muro di Berlino, dopo la caduta di tutte le verità che una volta sembravano incrollabili, dopo che è risaputo che la mafia russa è nata sfruttando i fondi del Partito Comunista Russo, utilizzando le strutture, i metodi e gli uomini migliori e più intraprendenti del KGB, di nuovo mi toccava assistere alla riesumazione di concetti a me familiari fino alla nausea? In Italia, in questo splendido paese, dove finalmente mi sento libera (e a casa) non può, non deve accadere! E poi ho capito e mi sono tranquillizzata. Non accadrà. Innanzitutto perché gli italiani non sono i russi e dopo aver cianciato per un po', si mettono a lavorare e con maturità acquisiscono la saggezza. Non tutti, purtroppo, e' ovvio, ma quanto basta. Inoltre, perché la sinistra proprio per la sua costituzione, organizzazione e conduzione dogmatica ed acritica non e' capace di costituire un potere esecutivo ed una politica costruttivi. Sento già le obiezioni: ³... A Bologna...². Bologna ha funzionato non per la lungimirante amministrazione comunista, ma perché a Bologna c¹erano e ci sono i Bolognesi. Quindi, mi sento tranquilla. La sinistra italiana non potrà mai costringere a rivivere la mia gioventù. Adesso potrà solo divertirmi. E' sorprendente come possono certe dogmi, anzi, tutti i dogmi rovinare il cervello di un essere umano e la sua capacità di usare autonomamente il proprio cervello. Dicono, che per svegliarsi ed acquisire la capacita' di pensare, capire e correggersi bisogna toccare il fondo. Bisogna soffrire a sufficienza. Oggi mi rivolgo a tutti quelli che assistono impassibili, indignati o contenti, alla Disfatta della Sinistra Italiana. Vi prego, in nome della democrazia, carità cristiana ed eutanasia. Lasciateli soffrire!. Loro non possono guarire. Non possono più trasformarsi ne¹ in laburisti ne¹ in niente altro. L'ulivo serve per fare l¹olio. I Comunisti rifondati possono e devono solo morire da Comunisti. Altri diventeranno fiori (garofani, margherite ed altro ancora). Ne hanno il diritto. Non contradditeli. Ci penserà la storia. Ci sarà sempre meno gente disposta ad essere povera per professione e soprattutto si troverà sempre più lontana e quindi... Lasciateli sognare, cantare le canzoni sui comandanti latino-americani che non ci sono più o si sono trasformati e quindi non sono più utilizzabili per il folclore specifico. Lasciateli indignarsi, accusarsi a vicenda, esprimersi (purché non tocchino la roba altrui e non sfascino le vetrine), viaggiare (purché non lo facciano con i soldi nostri), disertare le aule durante le votazioni (quando uno è a corto di parole va' via sbattendo la porta). Insomma, hanno sbagliato il secolo, il paese e i presupposti storico-economici. Il comunismo è finito. La Rifondazione (di qualsiasi Cosa) ha il sapore della minestra riscaldata. La sinistra italiana è fatto di uomini ³duri e puri². Sono molto bravi nella loro innocenza e/o ignoranza. Lasciateli stare. Non parlate più della disfatta. Succederà quello che deve succedere, è inevitabile. Viva l'Italia, ultima culla del comunismo mondiale!

PALAVOBIS: IO C'ERO


da Gigi Forzese



Ho visto com'è stato rappresentato nelle varie televisioni (e uso il termine "rappresentare" a ragion veduta) il raduno al Palavobis per il decennale di Mani Pulite. Da una parte si vedeva qualcosa che poteva sembrare il pubblico di un cinema nell'interno e una certa folla all'esterno. Be', non era così. Non era semplicemente così.
Perché, vedete, io c'ero. Io ho visto. Io ho sentito. Io c'ero in mezzo. Non sto a parlarvi di argomenti politici. Volevo parlarvi invece di chi c'era. Non di chi stava sul palco, ma dellagente che avevo intorno. Ho avuto molte ore di tempo per guardarmi in giro, per sentire quale fosse l'amosfera, per notare le persone e i gruppi. Bene, era gente beneducata, non i facinorosi violenti immaginati dal ministro Castelli. Erano moltissimi i gruppi famigliari. C'erano anche dei bambini piccoli. Ma la loro non era l'atmosfera di festa, di sagra paesana. Erano tutti mortalmente seri. Hanno riso soltanto per gli intervalli piacevolissimi di Fo, di Sabina Guzzanti e di (sorpresa) Nando Dalla Chiesa. Per il resto erano serissimi. Il loro apporto era l'applauso. Applusi ordinati, com'era ordinata la gente. Applausi che diventavano scroscianti su determinati argomenti su cui tutti erano d'accordo, più scarsi quando c'era una base di disaccordo.Gli applausi più "scroscianti" venivano quando qualcuno metteva in chiaro che si era dalla parte della legalità e del rispetto delle leggi. E (altra sorpresa) quando Paolo Flores d'Arcais ha pregato di non fumare.E si trattava di persone anziane, vestite decorosamente, di giovani tranquilli, di donne di tutte le età, la maggior parte con l'aria di maestre di scuola. Vedete, io sono sempre stato restio a stare in mezzo alla folla, per qualche motivo in casi del genere ero inquieto, mi sentivo minacciato. Probabilmente, se avessi immaginato quella fiumana, non sarei andato al Palavobis, e avrei sbagliato. Perché questa volta mi sono sentito al sicuro, non solo fisicamente, ma proprio per la sensazione comune che mi davano di civile dissenso contro gli stessi fanfaroni che nemmeno io sopporto più. Per questo voglio ringraziare tutti quelli che c'erano. E, visto che già da "popolo dei fax" (a cui non appartenevo) è stato coniato il termine "popolo delle e-mail", mando questa a tutti gli amici (compresi quelli che politicamente dissentono da me, ma ricordate: io c'ero), con la preghiera di far girare. Tanto per dare informazioni che le televisioni non danno più.

Discorso di Tzvetan Todorov


-PREMIO NONINO 2002 A UN MAESTRO DEL NOSTRO TEMPO-


Il nuovo disordine mondiale




Per noi europei del XX secolo, il vecchio ordine mondiale, quello del secolo scorso, si basava sulla rivalità fra due superpotenze, gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica, a sua volta fondata sull'opposizione fra due sistemi politici e ideologici, democrazia e comunismo totalitario. Da quando è crollato il Muro e quindi dalla fine di questa contrapposizione, sembra si stia instaurando un nuovo ordine. Gli attentati terroristici alle torri gemelle di New York e al Pentagono a Washington, l'11 settembre 2001, hanno dato l'impressione di introdurre un elemento inedito e di mescolare ulteriormente le carte.


Ma in che cosa consiste esattamente la novità? O meglio si potrebbe dire perché questa azione terroristica non è una novità assoluta. Sarebbe un errore vedervi l'inizio di una nuova era dove lo scontro fra civiltà prende il posto della lotta ideologica che ha dominato il XX secolo. Forse i protagonisti del conflitto in corso hanno interesse a presentarlo sotto questa veste per assicurarsi l'adesione dei propri popoli: guerra santa islamica per gli uni, crociata cristiana per gli altri. Ma le loro dichiarazioni non vanno prese per buone. Non è vero che tutto l'Islam è guerrafondaio, almeno non più del cristianesimo; ovviamente non tutte le cause della guerra sono religiose. Gli attentati non rappresentano un nuovo attacco della barbarie contro la civiltà o dell'oppressione contro la libertà, o del male contro il bene: termini che hanno un forte potere di mobilitazione, ma allo stesso tempo uno scarso valore descrittivo. Le guerre sono sempre condotte in nome di nobili ideali e il fanatismo stesso è sempre esistito. Il terrorista dell'uno, lo sappiamo bene, non è altro che il combattente per la libertà dell'altro, capo di Stato in potenza. Prima di prendere il potere, le milizie sioniste in Palestina erano terroriste, come lo era l'FLN in Algeria, l'ANC in Sud Africa, i Mujaidin in Afghanistan o l'UCK in Jugoslavia…Inoltre non è una novità che degli esseri innocenti, dei civili, siano stati vittime dell'attacco, come "danni collaterali": non solo questo avviene in tutti gli attacchi terroristici, basti pensare all'Algeria o ai Paesi Baschi; ma diverse sono le popolazioni che sono state colpite dall'intervento militare americano, basti pensare a Belgrado e a Bagdad, a Panama e al Guatemala, a Hanoi e a Pnom Pen, a Hiroshima e a Nagasaki…


La novità in questo caso è ben limitata: sta nel fatto che la popolazione degli Stati Uniti avrà lo stesso destino di tutti gli altri Stati del mondo, potrà essere dall'oggi all'indomani, oggetto di attacchi esterni.


Ma la novità principale che gli attentati dell'11 settembre hanno rivelato sta a mio avviso nel maggior potere degli individui o dei gruppi d'individui. Prima, solo uno Stato, e quello fra i più potenti, poteva organizzare un'azione così complessa; stavolta è stata messa in atto da alcune decine di individui. Questa situazione ha lasciato intravedere la possibilità di conseguenze ancora più drammatiche. Questi stessi individui potrebbero procurarsi armi di distruzione di massa (chimiche, biologiche o perché no, nucleari). Oggi, il progresso della tecnica ne rende la fabbricazione accessibile a gruppi privati e inoltre queste armi costano sempre meno e la miniaturizzazione permette di trasportarle con maggior facilità.


E' come se il mondo immaginato un tempo da George Orwell, dove si affrontavano imperi totalitari immensi, avesse ceduto il posto ad uno scenario in cui si muovono i nemici di James Bond, nei romanzi di Ian Fleming: questa volta l'impero vacilla di fronte alle azioni di un miliardario megalomane che dalle sue grotte sotterranee, manda aerei suicida contro le grandi città americane. I malfattori non sono più gli Stati: e possono quindi nascondersi senza troppe difficoltà e sfuggire ad una risposta militare; un individuo non ha territorio. Ciò che sappiamo dei terroristi antiamericani lo conferma: vengono da diversi paesi, ma non si identificano con nessuno di loro. Fortunatamente per il governo americano, uno Stato, l'Afghanistan, ha scelto di difendere i terroristi; solo allora l'azione militare è divenuta possibile. Se ciò non fosse avvenuto, i terroristi sarebbero sfuggiti ad una azione immediata.


A dire il vero, questo maggior potere degli individui non è una novità: era già emerso in quella che abbiamo definito la globalizzazione economica. Non che la definizione non sia appropriata: i contatti fra le diverse parti del mondo si sono effettivamente moltiplicati negli ultimi anni. Ma il cambiamento più importante, per il destino dei popoli interessati, è che adesso queste operazioni sfuggono al controllo politico degli Stati. Questi possono al limite difendere le proprie frontiere - ma il denaro non si ferma alle frontiere. Un individuo o un gruppo di individui, che tuttavia non godono di alcuna legittimità politica, possono, schiacciando un tasto del computer, tenere i propri capitali dove sono o trasferirli altrove, e così gettare un paese nella disoccupazione o al contrario portarlo alla prosperità. Possono scatenare disordini sociali o contribuire ad evitarli. Sono dunque a loro volta individui con un potere enorme, e metterli di fronte alle loro responsabilità non è più facile che catturare gli autori degli attentati.


Eccoci confrontati ad una sorprendente conclusione: il pericolo che minaccia le nostre società non è solo la conseguenza di attacchi esterni, ma dipende anche da tratti caratteristici delle nostre stesse società, tratti dei quali andiamo addirittura fieri. Non è una vera sorpresa: nel XX secolo abbiamo imparato che l'uomo era diventato una minaccia per la sua stessa sopravvivenza. Grazie agli straordinari progressi della scienza, l'uomo ha scoperto il segreto della materia ed è stato capace di trasformarla; ma questo ha anche fatto sì che ora siamo minacciati dalle esplosioni nucleari e dal surriscaldamento del pianeta, dall'effetto serra e dalla mutazione della specie, effetti della manipolazione genetica. Queste minacce erano esattamente il rovescio dei progressi tecnologici. Quelle che scopriamo oggi sono l'effetto del nostro modo di vivere, dei progressi sociali dei quali siamo così orgogliosi. La promozione e la realizzazione dell'individuo, non sono forse fra gli obiettivi sbandierati dalle nostre società?


Siamo fieri della libertà di cui godono i cittadini dei nostri paesi, dell'assenza di controlli meticolosi, della possibilità di viaggiare senza dover rendere conto a nessuno, della permeabilità delle frontiere. Oggi scopriamo che questa libertà a noi così cara, facilita notevolmente le azioni terroristiche. Siamo fieri del libero accesso al sapere, che l'informazione scientifica sia alla portata di tutti; ma ciò significa anche che su Internet si può trovare la ricetta della fabbricazione dell'antrace o del plastico; che i futuri kamikaze possono imparare nelle nostre scuole di volo a pilotare gli aerei e a lanciarli sugli edifici delle nostre città. Siamo fieri dell'onnipresenza dell'informazione e della velocità con la quale è diffusa; ma ci rendiamo conto che quest'informazione serve anche a quelli che ci vogliono male e che d'altronde conoscono quanto noi la manipolazione mediatica. Siamo fieri che le macchine possano fare dei lavori particolarmente faticosi al posto nostro, di avere allungato la durata della vita grazie alle medicine, di abitare in case confortevoli. Ma tutti questi vantaggi della nostra civiltà aumentano anche la nostra vulnerabilità: che cosa faremmo senza energia, benzina o elettricità, senza le nostre medicine e i controlli sanitari, senza l'acqua e il cibo ai quali siamo abituati? L'uomo delle caverne come il contadino medievale temevano innanzi tutto gli elementi; la nostra vita dipende da tante di quelle comodità che è facile farci del male. Di fronte alla sfida lanciata dal nuovo terrorismo, al tempo stesso individuale e globale, alcuni sarebbero tentati da un reazione altrettanto globale, un'evoluzione che permetterebbe di instaurare un governo mondiale. Tutte le grandi potenze e persino gli Stati sono ostili al terrorismo, perché questo minaccia l'ordine costituito; perché non mettersi d'accordo per sconfiggere insieme questo nemico? Ci sarebbe una mano armata comune e una giustizia comune; la legge e l'ordine sarebbero garantiti ovunque e l'umanità potrebbe finalmente dormire tranquilla.


Tuttavia basta guardare gli embrioni di Stato mondiale, così come sono oggi, per spegnere qualsiasi ottimismo. La ragione è semplice: la forza resta fra le mani dei singoli paesi ed è sempre utilizzata, innanzi tutto, nel loro interesse. Gli Stati Uniti, la prima potenza militare del mondo, sospendono il pagamento delle quote ONU fintanto che rischiano di subirne gli obblighi, ma regolano i conti il giorno in cui hanno bisogno del mandato ONU per punire l'Afghanistan: possiamo leggervi il segno di un rafforzamento dell'organizzazione mondiale? E chi può credere seriamente che il Tribunale penale internazionale dell'Aia possa farsi portavoce di una giustizia mondiale, quando vediamo, da una parte, che i suoi interventi servono esclusivamente gli interessi dei suoi finanziatori, gli Stati Uniti per esempio, mentre dall'altra, nessuna ingerenza internazionale è prevista laddove la giustizia è quotidianamente calpestata, come avviene nei confronti della popolazione palestinese in Israele?
Gli organismi internazionali non sono purtroppo, e non possono essere nel mondo attuale niente altro che un riflesso dei rapporti di forza fra paesi; qualunque altra pretesa sarebbe ingenua o ipocrita. Se questo rimedio è inefficace, come fare per proteggerci dalle nuove minacce, in che cosa dovrebbe consistere il nuovo ordine mondiale? Possiamo constatare che faremmo meglio a preservare e rafforzare le nostre istituzioni politiche e prima di tutto lo Stato o il gruppo di Stati, come nel caso dell'Unione Europea. Non lo Stato-nazione, etnia, razza o religione, ma lo Stato-entità politica. Solo lui può proteggerci. Da un lato il potere smisurato degli individui. Dall'altro la tutela vincolante di un gendarme universale, dell'impero unico: un mondo policentrico, pluralista, fondato sull'equilibrio e la reciprocità, è preferibile a un pianeta unificato. Entità intermedia fra l'universale e l'individuale, il corpo politico resta il miglior garante delle fragili conquiste della nostra civiltà. Ma ricordiamoci soprattutto che l'esistenza umana è destinata a restare per sempre, come scrive Montaigne, un "giardino imperfetto" e che il rimedio miracoloso non esiste: ogni vittoria ha il suo prezzo.

23.2.02

ALLARME VIRUS! DA NON SOTTOVALUTARE!!!




Attenzione: un pericolosissimo virus è in circolazione dal 14 maggio.



Si cela sotto diverse forme e nomi: ad es. silvio.exe fini.zip siamoqui.cdl ma il suo effetto è comunque devastante.




Sembra inoltre che siano in circolazione virus simili: ad es. bossi.exe e lega.zip ma al momento sembrano pressoché inoffensivi.



Dotato di pochi capelli ma di moltissimi denti esso è pronto a distruggere non solo il contenuto del vostro hard disc, ma anche a rovinare le vostre giornate per una durata (minima) stimata di cinque anni.



Non sono ancora stati individuati tutti i suoi effetti, ma i primi di cui si è a conoscenza sono i seguenti:



* cancellazione di tutti i brani .mp3 e inserimento di un unico file di questo formato (*.mp3), contenente l'inno di Forza Italia;



* cancellazione di tutti i file .wav e sostituzione con la marcetta "Faccetta nera", fischiettata da Maurizio Gasparri, che verrà eseguita all'accensione, allo spegnimento del vostro pc e a ogni azione che prevede l'esecuzione di suoni;



* sostituzione delle donnine presenti nei vostri file in formato .jpg e .bmp con immagini di Emilio Fede (nelle analoghe pose);



* sostituzione delle immagini di fustacchioni presenti nei vostri file in formato .jpg e .bmp con immagini nude e audaci di Claudio Scajola;



* cancellazione di tutti i file Excel e inserimento del file *.xls contenente i risultati della tornata elettorale del 13 maggio, completi di grafici esplicativi;



* cancellazione di tutti i file Word e inserimento del file *.doc riportante il "Contratto con gli Italiani";



* modifica del dizionario interno di Word, attraverso l'inserimento delle seguenti correzioni automatiche (Termine inserito - Sostituisci con):



Comunista = Maledetto bolscevico



Sinistra = Covo di rivoluzionari



Assistenza sanitaria = Cavoli vostri



Sciopero = Intollerabile insubordinazione delle classi inferiori



Che Guevara = Brigante



Opposizione = Ostacolo da schiacciare



Costituzione Italiana = Work in progress



Giustizia = Impedimento da scavalcare



Mafioso = Birichino



Roberto Benigni = Cabarettista poco noto al di fuori dell'ambito famigliare



Dario Fo = Anziano comico insignito, pochi anni addietro di un premio di modesta entità (probabilmente assegnatogli da una giuria bulgara)



Enzo Biagi = Anziano giornalista ormai privo di credibilità



Ferilli Sabrina = Donna di malaffare



Parietti Alba = Vedi "Ferilli Sabrina"




...disattivazione del tasto sinistro del vostro mouse (tutte le funzioni sono demandate al destro)...




...blocco immediato della pallina del mouse se non viene utilizzata, quale mouse pad, la copertina del volume "Una storia italiana"...




...trasmissione di ogni file creato, modificato, letto o elaborato al sito www.silviotivede.com anche in mancanza di collegamento in rete...




...blocco immediato dell'abilitazione all'accesso a tutti i siti internet non recanti il bollino "Autorizzato dalla commissione presieduta da Ignazio La Russa"...



...qualora il pc infettato si trovi a meno di 10 mt da un apparecchio televisivo, su quest'ultimo resteranno visibili esclusivamente le reti mediaset.




Non sono conosciuti antidoti a questo virus. Un noto esperto di informatica, dopo averlo analizzato, ha stilato la seguente lista di consigli per limitarne gli effetti:




1. Spegnere il pc e non accenderlo per almeno cinque anni.




2. Impiegare il tempo lasciato libero in questo periodo per meditare sul voto espresso domenica 13 maggio e fare in modo che per la prossima volta le cose vadano diversamente.



Come una rana d'inverno



intervista con Liliana Segre




L'obiettivo dei nazisti era cancellare dal mondo gli ebrei, uomini o donne che fossero, e tutti, nell'indicibile orrore dello sterminio, seguirono lo stesso percorso di fame, sfruttamento e morte. Tuttavia per le donne, generatrici di un popolo odioso e nude di fronte al disprezzo dei maschi nazisti, l'umiliazione fu ancora più forte




DANIELA PADOAN




" Nel lager ho sentito con molta forza il pudore violato, il disprezzo dei nazisti maschi verso donne offese. Non credo assolutamente che gli uomini provassero la stessa cosa" racconta Liliana Segre, deportata nel lager femminile di Auschwitz-Birkenau a 13 anni. "Qualunque delinquente comune aveva diritto di vita e di morte su noi donne ebree, generatrici di un popolo odioso. E tuttavia noi di questo, allora, non eravamo consapevoli. Sapevamo la sopraffazione, la vergogna, la brutale umiliazione che ci spogliava della nostra umanità, e con essa anche della nostra femminilità."



Mi ha sempre colpito l'immagine usata da Primo Levi quando paragona le donne di Auschwitz a rane d'inverno.



Sì, il secondo passo del celebre comando con cui si rivolge ai lettori di Se questo è un uomo: "Considerate se questa è una donna/ senza capelli e senza nome/ Senza più forza di ricordare/ Vuoti gli occhi e freddo il grembo/ Come una rana d'inverno." Una rana d'inverno fa pensare a una bestiolina che rabbrividisce nuda. Mettere nudo un uomo davanti a un altro uomo è senz'altro una cosa umiliante e terribile. L'uno è vestito, magari in divisa, con le armi; l'altro è nudo, inerme, in stato di completa debolezza. Eppure mi pare che la donna nuda davanti all'uomo armato sia sottoposta a un oltraggio ancora maggiore. Ti insegnano a stare sempre composta, a vestire accollata, a provare pudore del corpo. Poi, di colpo, nello stesso giorno in cui ti strappano ai tuoi familiari, in cui scendi da un treno della deportazione e arrivi in un posto che non sai nemmeno collocare geograficamente su una cartina, ti ritrovi nuda insieme ad altre disgraziate che, come te, non capiscono quello che sta succedendo. Non c'è nulla, lì attorno, che non faccia paura. Sei terrorizzata, e intanto i soldati passano sghignazzando, oppure si mettono in un angolo discosto a osservare la scena di queste donne che vengono rasate, tatuate, già umiliate, torturate per il solo fatto di essere lì, nude.



Poi venivano le selezioni...



Le donne sfilavano per essere lasciate in vita o essere messe a morte, sempre nude, tra i soldati in divisa. Quando facevo la doccia con le mie compagne, all'uscita dal turno nella fabbrica di munizioni Union, dovevamo tenere con un braccio i nostri vestiti perché nessuno li rubasse e con l'altro lavarci sotto uno sgocciolio d'acqua di volta in volta bollente o ghiacciata, con un pezzetto di sapone che non bisognava perdere, altrimenti non ce ne sarebbe più stato dato un altro. Poi uscivamo nel gelo della notte, grondanti, rimettendoci i nostri stracci. Durante tutto quel balletto grottesco sotto la doccia, passavano i soldati, sbeffeggiandoci. Era questo sprezzo a essere intollerabile, questo punire ogni minima disobbedienza facendoci stare inginocchiate nude per ore. La nudità è stata una costante e l'ho vissuta come una grande persecuzione morale, aggiunta a una situazione già di per sé terribile.



E la vergogna della nudità provata dalle madri davanti alle figlie...



Mia madre è morta poco dopo la mia nascita e il rapporto fondamentale è stato quello con mio padre. Ho visto pochi gruppi familiari, nel lager. I legami familiari, se da un lato potevano costituire un grande conforto, potevano trasformarsi in un dolore insostenibile qualora all'altra, sorella, madre, o peggio ancora, figlia, succedesse qualcosa. Non dico che fossi contenta di essere sola, perché ho sofferto tantissimo di solitudine, però forse è stato meglio.



La spoliazione della femminilità, la rasatura, la perdita delle mestruazioni, sono state comuni a tutte.



Vuoi per lo spavento, per l'assoluta mancanza di cibo, o perché nell'orribile zuppa mettevano, come si diceva, del bismuto, a quasi nessuna vennero più le mestruazioni. Il seno sparisce, le ossa ti bucano la pelle. Ti guardi le gambe e ti sembra impossibile che ti possano sorreggere. Hai la testa rasata, non hai uno specchio, non hai nulla. Sei una persona che non ha più nulla. Non possiedi altro che quei pochi stracci che ti metti addosso. Avevo una giacca con la fodera mezzo strappata, e quella fodera l'ho usata tutta per andare in gabinetto. Queste cose, giorno dopo giorno, vanno tutte a scapito del tuo essere una donna che lotta per non abbrutirsi completamente. Erano tutti passaggi che portavano via un pezzo di te.



Come tentavate di mantenere una sorta di integrità?



Ti racconto di quando mi hanno rasato i capelli. E' una storia che racconto molto raramente. Come si vede nell'unica fotografia che è rimasta di me a 13 anni, qualche mese prima dell'arresto, avevo una massa enorme di capelli neri, ricci, ribelli, proprio come mia figlia oggi. Quando sono stata deportata ad Auschwitz erano già due mesi che non potevo lavarmi la testa, però avevo un pettine e una spazzola e cercavo di tenerli ravviati. Il giorno dell'arrivo a Birkenau passa una sorvegliante SS e dice alla prigioniera addetta alla rasatura di non tagliarmeli, perché erano così belli che sarebbe stato un peccato. Mi danno un fazzoletto da legarmi in testa. Di tutto il gruppetto sceso dal treno, in quel gelo di Birkenau, eravamo rimaste trenta ragazze non mandate a morte; le altre tutte rasate, io con i miei capelli. Così, per un capriccio, un arbitrio. Non più un pettine, non più una spazzola, non più una doccia per tutto il tempo della quarantena. Avere i capelli era un segno distintivo. Tutte le kapò, tutte le prigioniere più anziane che evidentemente avevano dei meriti, tutte le politiche avevano i capelli; eravamo noi a non averli. Dopo quindici giorni, mentre lavoravo in fabbrica, mi sento camminare qualcosa sulla guancia. Tocco, prendo in mano, è un pidocchio, quell'immondo insetto che è il pidocchio e che io non avevo mai visto nella mia vita. La prigioniera vicino a me ha chiamato la kapò e questa mi ha fatto subito uscire, prendendomi il numero. La mattina dopo mi hanno mandato in una baracca che si chiamava la Sauna, dove mi hanno rapato a zero. Non so se posso dire che sia stato il giorno più brutto della mia vita, ma certamente uno dei peggiori. Sono rimasta da sola per ore, nuda, la testa glabra che era un orrore solo da toccare, aggrappata a una piccola stufa in quella stanza gelida, enorme, con una finestra rotta. Fuori c'era una tormenta di neve. Era febbraio. Non c'era da sedersi, non c'era da mangiare, nessuno che mi dicesse una parola. Ero veramente a un punto di non ritorno psichico quando è entrata un'altra ragazza, anche lei appena rapata, in attesa che le disinfestassero i vestiti. Forse cecoslovacca, o polacca. Non ci capivamo, perché nessuna delle due aveva ancora imparato il tedesco. Volevamo così tanto comunicare che ci facevamo dei segni, ma non sapevamo come rivolgerci l'una all'altra. Alla fine abbiamo trovato il latino. Mea familia pulchra est. Mea patria pulchra est. E poi non so cos'altro ci dicessimo: il mio cuore è triste... bello che tu sia qui... Pochissime frasi imbastite a fatica in quella specie di esperanto dei colti, che abbiamo continuato a ripetere infinite volte, perché dire la mia casa è lontana, la famiglia è bella, il mio cuore è triste, in quel contesto, nella nostra nudità - lì sì, proprio rane, mentre continuavano a passare i soldati che si sganasciavano dalle risate - ci dava una grande gioia.



Quali strategie di sopravvivenza hai usato?



Quando c'era sereno cercavo nel cielo sempre la stessa stellina, e immaginavo di essere quella stellina, di essere libera. E poi proibirmi i ricordi, perché come si fa a ricordare e a sopravvivere senza impazzire? Non ho sviluppato quei meccanismi di autodifesa psicologica che, molti anni dopo, ho letto in Bettelheim. Non mi sono riconosciuta nella violenza che sostiene si sviluppi in chi è passato attraverso queste esperienze. Sono una persona di pace, non ho mai cercato vendette, non sarei mai stata capace di fare nulla di violento neanche contro il mio carnefice.



Vi scambiavate delle ricette.



Spesso i ragazzi delle scuole mi domandano di che cosa parlassimo nel lager. Credono che tra noi prigioniere facessimo discorsi molto elevati, che analizzassimo la nostra situazione, che cercassimo di capire i meccanismi dell'odio contro gli ebrei, e mi sono sempre resa conto di deluderli nella mia risposta, ma le prigioniere non facevano discorsi aulici. Ci sarà certamente stata qualcuna che li avrà fatti, ma non quelle disgraziate con cui stavo io. Man mano che i corpi diventavano scheletri, man mano che i crampi si facevano più forti, era tutto un immaginarsi, a seconda del luogo di provenienza, montagne di spaghetti, di crauti, di palacinche. Soprattutto i dolci. Nella nostra fantasia creavamo torte ricchissime, piramidi di bignè con la crema, la panna, il cioccolato. Oppure ci ripetevamo: se riusciremo a tornare, io ti invito a casa mia e ti faccio questo e poi quello e poi quell'altro... Adesso che siamo vecchie, io e Luciana Sacerdote qualche volta andiamo al ristorante, e sempre ci diciamo: io ti invito, e mangiamo questo e quell'altro. E poi una ha mal di stomaco, l'altra sta attenta a non ingrassare. Siamo vecchie e la fame non è quella di allora, però ce lo ricordiamo sempre.



Quindi, pur nella solitudine, hai avuto delle relazioni significative.



Con qualcuna, ma non mi volevo attaccare. Sentivo che non avrei più potuto sopportare un distacco. Sicuramente se avessi incontrato una Goti Bauer sarebbe stato diverso. Le persone eccezionali come lei potevano dare qualcosa anche in quella situazione, ma gli altri, noi comuni mortali, noi che non abbiamo la ricchezza spirituale di una Goti, o di Etty Hillesum o Anna Frank... Là dove sei un essere qualunque con altri esseri qualunque a cui capita una cosa di questo genere, pretendere di trovare la grande umanità, la generosità, la disponibilità per l'altro sarebbe chiedere molto. Io non l'ho chiesta, ma neanche l'ho data. Eravamo delle isole... Quelle isole in mezzo agli oceani, attorno alle quali, per paura che le onde spazzino via il faro, si costruiscono muraglie, contrafforti. Così eravamo noi. Così immagino la mia mente, la mia anima, com'era allora. Per non farmela portar via, forse.



E le donne dall'altra parte?



Avevo sempre visto l'uomo come carnefice. Invece a Birkenau, dove erano rinchiuse 60 mila donne, c'erano tutte le gerarchie femminili. Per me è stato terribile vedere che le peggiori efferatezze erano compiute da donne su altre donne. Eravamo le pariah del campo, noi triangoli gialli. Le altre categorie di prigioniere - delinquenti comuni, prostitute, non parliamo delle politiche - avevano qualunque diritto su di noi, potevano farci qualsiasi cosa. Le kapò erano scelte tra le assassine delle carceri in modo che potessero tranquillamente bastonare a morte una prigioniera che non obbedisse ciecamente agli ordini. Al di sopra delle kapò c'erano le SS donne. Venivamo trattate con una violenza infinita. Passavi e ti tiravano un ceffone da voltarti la faccia. Nella donna devo dire che questo comportamento mi faceva molto effetto, così come sapere che ci sono state anche delle kapò ebree. Goti, che ne avevano conosciute, con la sua nobiltà d'animo, diceva, sai, anche condannare una persona è molto difficile, perché quando una invece di stare lì dentro sei mesi, un anno, come siamo state noi, ce ne sta cinque, come si deve trasformare per sopravvivere giorno dopo giorno? Per me è difficile giudicare, perché allora, in un certo senso, anche la prigioniera che rubava i vestiti o le scarpe all'altra, avendo necessità di scambiarli con una fetta di pane, non era colpevole. E invece era estremamente colpevole. Chi ti ruba una cosa senza la quale non puoi sopravvivere è estremamente colpevole. Andare senza scarpe nella neve poteva significare morire di polmonite.



E il dopo, il ritorno?



Dopo la liberazione, gli americani avevano organizzato il rimpatrio di tutti, anche di quei 600 mila soldati italiani di cui non si parla mai, quelli che non hanno aderito alla Repubblica Sociale e che avrebbero potuto uscire dai campi e tornare in Italia, se avessero scelto di combattere a fianco dei nazi-fascisti. Sono stata liberata il 1 di maggio e rimpatriata con loro in agosto. Durante quei quattro mesi io, che ero 32 chili, pesata dagli inglesi, sono ingrassata di 40 chili, dieci al mese. Sono tornata che ero grossa, gonfia, mi sono tornate le mestruazioni a luglio. I miei parenti - i nonni materni che si erano salvati a Roma, e mio zio paterno che si era salvato in Valsesia in una zona di partigiani - quando mi hanno visto, cosa ti posso dire? si aspettavano lo scheletro e hanno trovato questa ragazzona selvaggia, brutta, malmessa, goffa. Non hanno celato sufficientemente quanto gli dispiacessi. Mentre alla ragazza scheletro avrebbero fatto un certo tipo di accoglienza, di questo personaggio quasi irriconoscibile, così diverso dalla ragazzina bene che era uscita da casa, non sapevano che farsene. Sono stata ingombrante da subito. Baci, abbracci, io stavo lì come un pupazzo. E' stato tremendo. Ero abituata a stare con i soldati, dicevo parolacce. Ero profondamente cambiata, e me l'ero cavata da sola. Al ritorno, quando la tradotta militare ha passato il confine al Brennero per poi fermarsi a Bolzano, ho visto un foglio in una bacheca: c'era scritto che per sei mesi avrebbero dato vitto, alloggio e un minimo stipendio a chi non avesse ritrovato casa e lavoro. Sono andata subito a mettere il mio nome e l'indirizzo di amici cattolici, che quindi speravo esistessero ancora, perché, mi sono detta, se non trovo nessuno cosa faccio? torno qua per sei mesi e qualcosa succederà. Non avevo ancora 15 anni.



E' stato più duro per le donne?



Ho incontrato all'Aned le famose operaie della Franco Tosi. Una mi rccontava che, tornata a casa, i genitori l'avevano apostrofata: cosa hai fatto, te? Cosa hai fatto per cavartela? Si dava per scontato che la donna fosse andata a letto con tutti, per cavarsela, mentre a nessuno veniva in mente di chiedere a un uomo se si fosse prostituito. L'altro sospetto era: sei diventata una kapò? Io ero di un'ingenuità tale, nonostante la vita con i soldati, che è stata una mia cugina, al ritorno, a raccontarmi come funzionava la vita sessuale tra uomo e donna. Poi, quando sono entrata sotto la tutela dei miei parenti, sono iniziati anni tremendi: non uscire se non sei accompagnata, vai a lavarti le mani, saluta educatamente, non pensare più alle brutte cose, è tutto passato. Ero un animale ferito e veramente mi sono sentita di una solitudine... non posso dire maggiore che nel lager, perché, certo, avevo un bel letto, potevo fare un bagno ogni volta che lo desideravo, mangiare quanto volevo, andare dal parrucchiere. Non avevo più pidocchi. I vantaggi erano tantissimi, ma la solitudine era maggiore, perché non c'era la condivisione con le altre prigioniere. Anche se le condizioni di vita erano così orripilanti da renderci guardinghe l'una nei confronti dell'altra, eravamo tutte prigioniere, tutte oppresse dallo stesso dolore. Qui io non ero più niente. Cosa avevo a che fare con le mie coetanee, interessate ai vestiti, ai ragazzi? Io che sono una persona molto socievole, allora ero... cerco una parola più forte di solitudine. Era proprio l'unicità della Shoah che si rifletteva in me. Ricordo la prima volta che uno zio mi ha accompagnato al cinema. Mi ha guardato e mi ha detto come sei conciata? Sei brutta. Stai malissimo. Volevo essere accettata, bella o brutta che fossi. Il desiderio di essere decente è venuto dopo. Al momento ero viva, ed era già una cosa così straordinaria. Che cosa mi importava di essere mal vestita? Avrei voluto essere morta, veramente. Avevo tanto lottato per essere viva, per tornare, per sperare, sperare, sperare. Tutte le mie difese erano cadute, e niente e nessuno era come me lo immaginavo. Ero un essere disgraziato che voleva morire, che riteneva una gran disgrazia non essere morta là. Sono stati anni molto duri in cui non so che cosa avrei potuto diventare, forse una disadattata mentale. Poi invece, piano piano, prima di tutto lo studio, e poi la fortuna immensa di incontrare mio marito, che faceva parte di quei 600 mila soldati rimasti volontariamente nel
lager per non aver aderito alla Repubblica, un cattolico preso dopo l'8 settembre in Grecia e portato in Germania dove ha fatto sette campi di concentramento... Ho avuto la fortuna di diventare mamma, non una ma tre volte. Ancora adesso ci sono cose che mi fanno molta impressione, il fuoco, la ciminiera, il treno merci, e poi certi odori, il buio... però nel complesso sono una donna normale che lavora, che ha una casa, una famiglia. Nella vita mi è mancata una spalla su cui piangere, però l'amore l'ha sostituita. Con mio marito volevo ridere, non piangere.




5.2.02

IL DOCUMENTO FINALE



Ecco il testo del documento finale del Forum sociale mondiale che si è chiuso a Porto Alegre.,



Resistenza al neoliberismo, al militarismo, alla guerra: per la pace le la giustizia sociale
1) Di fronte al continuo deterioramento nelle condizioni di vita dei popoli, noi, movimenti sociali del mondo intero, ci siamo incontrati in decine di migliaia nel Secondo Forum sociale mondiale di Porto Alegre. Siamo qui a dispetto dei tentativi di spezzare la nostra solidarietà. Ci incontriamo di nuovo per continuare le nostre lotte contro il neoliberismo e la guerra, per confermare gli accordi dello scorso Forum e riaffermare che un altro mondo è possibile.

2) Siamo diversi donne e uomini, adulti e giovani, popoli indigeni, contadini e urbani, lavoratori e disoccupati, senza casa, anziani, studenti, persone di ogni credo, colore, orientamento sessuale. L'espressione di questa diversità è la nostra forza e la base della nostra unità. Siamo un movimento di solidarietà global, unito nella nostra determinazione di lottare contro la concentrazione della ricchezza, la proliferazione della povertà e delle ineguaglianze e la distruzione della nostra terra. Stiamo costruendo alternative, utilizzando modi creativi per promuoverle. Stiamo costruendo una ampia alleanza a partire
dalle nostre lotte e dalla resistenza a un sistema che è fondato sul patriarcato, il razzismo e la violenza, che privilegia gli interessi del capitale sui bisogni e le aspirazioni dei popoli.

3) Questo sistema produce il dramma quotidiano di donne e bambini e anziani che muoiono di fame, dell'assenza di cure sanitarie e di malattie che potrebbero essere prevenibili. Intere famiglie sono obbligate a lasciare le loro case a causa delle guerre, dell'impatto del "megasviluppo", della mancanza di terra e in presenza di disastri ambientali, disoccupazione, attacchi ai servizi pubblici e distruzione della solidarietà sociale. Al Sud come al Nord forti lotte e resistenze stanno nascendo per far valere la dignità della vita.

4) L'11 settembre ha segnato una svolta drammatica. Dopo gli attacchi terroristici, che condanniamo assolutamente, così come condanniamo tutti gli altri attacchi sui civili in altre parti del mondo, il governo degli Stati Uniti e i suoi alleati hanno lanciato una massiccia operazione militare. In nome della "guerra al terrorismo" vengono attaccati in tutto il mondo i diritti civili e politici. Con la guerra contro l'Afghanistan, in cui sono stati usati anche metodi terroristici e con le nuove che si preparano, ci troviamo di fronte a una guerra globale permanente, per estendere scatenata dal governo degli Usa e dai suoi alleati per stabilire il loro dominio. Questa guerra rivela l'altra faccia del neoliberismo, la più brutale e inaccettabile.

L'Islam viene demonizzato, mentre il razzismo e la xenofobia vengono deliberatamente diffusi. La stessa informazione e i mass media prendono attivamente parte a questa campagna bellicista che divide il mondo tra il "bene" e il "male". L'opposizione a questa guerra è uno degli elementi costitutivi dei nostri movimenti.

5) La situazione di guerra ha ulteriormente destabilizzato il Medioriente, fornendo il pretesto per un'ulteriore repressione del popolo palestinese. Di fronte all'occupazione brutale di Israele, un compito urgente del nostro movimento è quello di mobilitare la solidarietà per il popolo palestinese e la sua lotta all'autodeterminazione. Questo è vitale per la sicurezza collettiva di tutti i popoli della regione.

6) Allo stesso tempo, anche nuovi eventi confermano l'urgenza delle nostre lotte. In Argentina la crisi finanziaria causata dal fallimento degli aggiustamenti strutturali del Fondo monetario internazionale e il debito crescente hanno fatto precipitare la crisi sociale e politica. Questa crisi ha prodotto proteste spontanee delle classi lavoratrici e della classe media, una repressione che ha causato morti, cambiamenti nel governo e nuove alleanze tra gruppi sociali diversi. Con la forza dei "cacerolasos" il popolo ha potuto assicurarsi la soddisfazione dei principali bisogni di base.

7) Il collasso della multinazionale Enron è un esempio della bancarotta dell'economia "del casinò" e della corruzione degli uomini d'affari e dei politici. I lavoratori sono rimasti senza impiego e senza pensioni. Nei paesi in via di sviluppo questa multinazionale impegnata in attività fraudolenti e i suoi progetti hanno cacciato la popolazione dalle loro terre aumentando smisuratamente i prezzi dell'elettricità e dell'acqua.

8) Il governo degli Stati Uniti nel suo sforzo di proteggere gli interessi delle grandi imprese, ha abbandonato con arroganza i negoziati di Kyoto sul riscaldamento globale, il trattato sui missili antibalistici, la convenzione sulla biodiversità, la conferenza dell'Onu sul razzismo e l'intolleranza e il confronto per ridurre la fornitura di armi leggere, dimostrando ancora una volta che l'unilateralismo degli Stati Uniti fa saltare i tentativi di trovare soluzioni multilaterali ai problemi globali.

9) A Genova il G8 ha completamente fallito nella sua pretesa di governo globale. Di fronte a una massiccia mobilitazione e resistenza, hanno risposto con la violenza e la repressione, denunciando come criminali coloro che avevano osato protestare. Ma non sono riusciti a intimidire il nostro movimento.

10) Tutto ciò avviene nel contesto di una recessione globale. Il modello economico neoliberista distrugge i diritti, le condizioni e i livelli di vita dei popoli. Usando ogni mezzo per proteggere i loro dividendi, le mulitinazionali licenziano, riducono i salari e chiudono fabbriche, spremendo fino all'ultimo i lavoratori. I governi di fronte a questa crisi economica rispondono con la privatizzazione, il taglio delle spese sociali e una riduzione permanente dei diritti di lavoratori e lavoratrici. Questa recessione dimostra il fatto che le promesse neoliberiste di crescita e prosperità sono una bugia.

11) Il movimento globale per la giustizia sociale e la solidarietà si trova di fronte a enormi sfide: la sua lotta per la pace e la sicurezza collettiva impone di misurarsi con la povertá, le discriminazioni, il dominio e la creazione di una società sostenibile alternativa. I movimenti sociali condannano con forza la violenza e il militarismo quali strumenti di risoluzione dei conflitti; la promozione di guerre di bassa intensitá e le operazioni militari del Plan Colombia come parte dell'iniziativa regionale andina, il piano Puebla Panama, il commercio di armi e la crescita delle spese militari, gli embarghi economici contro i popoli e nazioni, in particolare contro Cuba e Iraq, e la crescente repressione nei confronti di sindacalisti e attivisti. Noi sosteniamo le lotte dei sindacati e dei lavoratori del settore informale, come uno strumento essenziale per il miglioramento delle condizioni di lavoro e di vita, l'effettivo diritto di organizzarsi, il diritto di sciopero, il diritto alla contrattazione collettiva a diversi livelli e per conquistare l'uguaglianza salariale e delle condizioni di lavoro tra donne e uomini. Rifiutiamo la schiavitú e lo sfruttamento dei bambini. Sosteniamo le lotte dei lavoratori e dei sindacati contro la flessibilità, l'esternalizzazione del lavoro e i licenziamenti e chiediamo nuovi diritti internazionali per i lavoratori e le lavoratrici delle multinazionali e delle loro fornitrici, in particolare il diritto alla libertà sindacale e alla contrattazione collettiva.

12) Le politiche neoliberiste creano ulteriore miseria e insicurezza. Esse hanno aumento in maniera impressionante il traffico e lo sfruttamento sessuale di donne e bambini che condanniamo con forza. Povertá e insicurezza portano anche alle migrazioni e a milioni di esseri umani è negata la dignitá, la libertá, i diritti. Perció noi chiedimamo il diritto alla libert[b4]adi movimento, il diritto all'integritá fisica e a uno statuto legale per tutti e tutte i lavoratori e le lavoratrici migranti. Sosteniamo i diritti dei popoli indigeni e l'applicazione dell'articolo 169 Oil nel quadro delle leggi nazionali.

13) Il debito estero dei paesi del Sud è stato già pagato più volte. Il debito, illeggittimo, ingiusto e fraudolento, funziona come uno strumento di dominio, toglie ai popoli i loro fondamentali diritti umani con il solo scopo di aumentare l'usura internazionale. Chiediamo la cancellazione incondizionata del debito e la riparazione dei debiti storici, sociali ed ecologici. I paesi che chiedono il rimborso del debito hanno intrapreso lo sfruttamento delle risorse naturali e intellettuali del Sud.

14) Acqua, terra, cibo, foreste, semi, la cultura e le identità dei popoli sono beni comuni dell'umanità per le generazioni presenti e future. E' essenziale conservare la biodiversità. I popoli hanno il diritto a un cibo sano e stabile, libero da organismi geneticamente modificati. La sovranità alimentare a livello nazionale, regionale e locale è un diritto umano fondamentale; in questo senso costituiscono richieste fondamentali la riforma agraria e l'accesso dei contadini alla terra.

15) Il vertice di Doha ha confermato l'illeggitimitá del Wto. La presunta "agenda per lo sviluppo" adottata in realtá difende solo gli interessi delle multinazionali. Con il lancio di un nuovo round il Wto si sta avvicinando al suo obiettivo di trasformare ogni cosa in merce. Per noi, cibo, servizi pubblici, agricoltura, salute, istruzione e i geni non sono in vendita. Inoltre rifiutiamo il brevetto di qualsiasi forma vivente. L'agenda del Wto viene estesa a livello continentale attraverso gli accordi di libero commercio e investimenti. Organizzando proteste come le grandi dimostrazioni contro l'Alca, i popoli hanno rifiutato questi accordi che rappresentano una ricolonizzazione e la distruzione di valori fondamentali, sociali, economici, culturali e ambientali.

16) Noi vogliamo rafforzare il nostro movimento attraverso azioni e mobilitazioni comuni per la giustizia sociale, per il rispetto dei diritti e delle libertà; per la qualitá della vita, l'uguaglianza, la dignitá e la pace.

Lottiamo:
- Per la democrazia: i popoli hanno il diritto di conoscere e criticare le decisioni dei loro governi, specialmente quando riguardano istituzioni internazionali. I governi devono essere responsabili di fronte ai loro popoli. Mentre sosteniamo la diffusione della democrazia elettorale in tutto il mondo, sottolineiamo la necessitá di una democratizzazione degli stati e delle società e la lotta
contro la dittatura;

- Per l'abolizione del debito estero e la sua riparazione;
- Contro le attivitá speculative: chiediamo l'introduzione di tasse specifiche, come la Tobin tax, e l'abolizione dei paradisi fiscali;

- Per il diritto all'informazione;
- Contro la guerra e il militarismo, contro le basi e gli interventi militari stranieri, e la sistematica escalation di violenza. Noi scegliamo di privilegiare il negoziato e la soluzione non violenta dei conflitti;

- Per una Unione europea democratica e sociale, basata sui bisogni di lavoratori, lavoratrici, popoli europei, sulla necessitá della collaborazione e della solidarietá con i popoli dell'est e del sud;

- Per i diritti dei giovani, il loro accesso a una istruzione pubblica, gratuita e socialmente autonoma e l'abolizione del servizio militare obbligatorio.

Per gli anni a venire organizzeremo collettivamente mobilitazioni come:

Anno 2002:
- 8 marzo: giornata internazionale delle donne

- 17 aprile: giornata internazionale delle lotte contadine

- 1 maggio: giornata dei lavoratori e delle lavoratrici

- 12 ottobre: il grido degli esclusi

- 16 ottobre: giornata dell'alimentazione

Altre mobilitazioni globali avranno luogo:

- 15-16 marzo a Barcellona, Vertice Ue

- 18-22 marzo Monterrey (Mexico), conferenza Onu su finanziamento allo sviluppo

- 17-18 maggio, Madrid, vertice latinoamerica, Caribi, Europa

- 31 maggio, giornata internazionale di azione contro il militarismo e per la pace

- 12 giugno, Roma (Italia), vertice mondiale dell'alimentazione

- 22-23 giugno, Siviglia, vertice Ue

- Luglio, Toronto e Calgary (Canada) vertice G8

- 22 luglio, Stati Uniti, campagna contro la CocaCola

- Settembre, Johannesburg (Sudafrica), Rio+10

- Ottobre, Quito (Equador), Forum sociale continentale "Una nuova integrazione è possibile" e forum sociali continentali e regionali in altri continenti

- Novembre: Cuba, Secondo incontro emisferico contro l'Alca

- Dicembre, Copenaghen, Danimarca, vertice Ue

Anno 2003:

Aprile, Buenos Aires Argentina vertice ALCA

Giugno, Tessalonica Vertice UE

WTO, FMI e Banca Mondiale si incontreranno da qualche parte, qualche giorno. E saremo li!


4.2.02

un po´di Moretti



«Mi dispiace molto, ma con questo tipo di dirigenti noi non vinceremo mai».
«Sono stato contento di aver assistito alla nascita del nuovo leader dell'Ulivo, il professore di Firenze, il geografo che ha parlato prima di Rutelli e Fassino. Voglio dire: negli ultimi interventi proprio di Fassino e Rutelli che scarso rispetto per le opinioni delle elettrici e degli elettori e soprattutto di coloro che sono intervenuti precedentemente. Si chiedeva almeno un minimo di autocritica rispetto alle scelte di questi ultimi anni, rispetto alla timidezza, alla moderazione, al non saper più parlare, alla testa, all'anima e al cuore delle persone e della gente».
«Stranamente durante questa serata ho avuto dei momenti di ottimismo. Ma devo dire purtroppo che, avendo ascoltato gli ultimi due interventi, anche questa serata è stata inutile! Il problema del centrosinistra è: per vincere bisogna saltare due-tre o quattro generazioni? Berlusconi fa il pieno del suo elettorato. Parla alla pancia degli elettori del centrodestra. Naturalmente - sottolinea - i voti non se li guadagna, ma se li compra attraverso le sue Tv. Attraverso, per esempio, dei personaggi che non sono comici, come la sinistra pensa. Mi riferisco a Fede. Emilio Fede non è un personaggio comico, nemmeno drammatico. È un personaggio violento. Come c'erano gli squadristi negli anni Cinquanta! Come c'erano gli squadristi che negli anni '50-'60 picchiavano letteralmente in testa. Così lui metaforicamente picchia in testa alle persone che guardano la Tv».