17.9.08

La casa rossa dei due cieli / kaksi taivasta

da Fabrizio Carbone

Sono le 18,45 e sto scrivendo il mio ultimo racconto, Susi storia di una lupa, al computer. Ascolto un cd di Elisa che ci ha regalato Alessandro Troisi, un suo fan accanito e ora anche un amico caro. Scrivo e mi lascio guidare da una canzone molto bella, Dancing, la numero 10 del cd. Chi conosce la casa rossa dei due cieli sa che il computer e' poggiato sul tavolo attaccato alla finestra che guarda il giardino davanti, accanto alla cucina. La finestra e' quella dove, con mio grande dolore, si schianto' una femmina giovane di astore a caccia di cince e peppole, la primavera scorsa. Scrivo e mi lascio trasportare dalla musica, mi annullo, ho una sorte di straniamento che mi commuove. I pensieri volano alla morte del papa' di Patrizia, rimbalzano in questo piccolo paradiso dove sono capitato un quarto di secolo fa, che non ho piu' lasciato, che e' diventato il posto piu' importante della mia vita attuale. Sono solo da 5 giorni, da quando sono partiti gli ultimi amici di quest'anno, Stefano, Davide, Graziano. Amici che sono per me i fratelli, i tanti fratelli come me legati indossolubilmente alla Natura. Patrizia e' con la mamma, con Tommaso e i nostri tre nipoti. Vivo come fossi una sorte di profugo fuggito da un incubo: le notizie che non posso fare a meno di leggere on line e che giungono dall'Italia mi fanno inorridire tra il tragico e il gossip sempre piu' prepotente e preponderante. Scrivo un racconto che non ha alcun nesso con il mondo di oggi, quello reale, un racconto che vorrebbe essere la mia storia/sogno e insieme la storia di un'utopia che mi porto dietro e non mi lascia.

Cosi' a un certo momento mi volto neppure di scatto, giro il mio corpo su me stesso e guardo verso la finestra che e' esattamente alle mie spalle. Da giorni vi tengo la telecamera montata sul treppiede. Sono esattamente sette giorni che le alci si fanno vedere al mattino presto o la sera tardi a pochi metri dalla finestra, una femmina adulta e un giovane, piu' lontano, al fondo della radura che fa parte della nostra terra,un grande maschio con uno splendido palco. Lui non sono riuscito ancora a filmarlo perche' mi sorprende sempre: lo vedo per caso mentre si allontana o mentre sto caricando le batterie e non faccio in tempo a filmarlo. Ora pero' mi sono voltato e l'alce e' li con le sue grandi orecchie girate verso la musica di Elisa. Dancing anche per lei! E' la solita femmina che mangia le alte piante rosseggianti di epilobium, le ultime dell'autunno che sta per finire. Le mangia con piacere anche perche' sono alte abbastanza per il suo collo corto e tozzo. L'alce, ancora una volta, immobile. Dalla finestra saranno sei, sette metri. Questa volta e' veramente vicina, penso tra me mentre comincio a riprendere. La luce e' bassa, devo aiutarmi con il guadagno, cosi' si dice in termini tecnici. Ma l'immagine e' bella perche' la musica l'accompagna: dancing is so sweet..

Somo immobile, siamo immobili, lei ed io mentre la luce si spegne piano. Poi e' l'alce a muoversi prima lentamente, scivolando tra l'erba alta e i piccoli abeti che sono in verita' molto cresciuti in questi 5 anni da quando abbiamo casa qui ai due cieli. Poi un breve galoppo, due metri ed e' scomparsa. E' nulla. Non e' mai esistita se non nel mio cuore, penso. Poi resto a guardare la poca luce che resta. Fa due gradi sopra zero e il cielo ha il colore dell'ovatta vecchia, grigia di neve che non cade ancora, ancora per questa notte che sta arrivando buia, senza stelle, senza revontulet, senza la coda delle volpi come i lapponi chiamano l'aurora boreale.

5.9.08

Caro diario ecco i miei amori spagnoli

di WOODY ALLEN (grazie a Paola Bensi)

Woody Allen ha diretto Vicky Cristina Barcelona, che è uscito nelle sale americane la scorsa settimana e sarà distribuito nel resto del mondo tra l'autunno e l'inverno. Il grande regista newyorchese ha scritto questo diario per il New York Times.

2 gennaio
Ricevuta offerta per scrivere e dirigere un film a Barcellona. Devo stare attento. La Spagna è assolata e io mi copro di lentiggini. Anche a livello di soldi non è un granché, ma il mio agente è riuscito a strappare un decimo dell'1 per cento di tutti i guadagni realizzati dal film dopo che gli incassi avranno superato il tetto di 400 milioni in dollari in più rispetto alle spese.
Nessuna idea per Barcellona, a meno di non riuscire a riciclare la storia di due ebrei di Hackensack, New Jersey, che decidono di metter su un servizio di imbalsamazione per corrispondenza.

5 marzo
Incontrato con Javier Bardém e Penélope Cruz. Lei è incantevole e più sessuale di quello che avevo immaginato. Durante il colloquio mi sono incendiati i pantaloni. Bardém è uno di quei geni latenti che aspettano solo di essere plasmati da me.

2 aprile
Offerto ruolo a Scarlett Johansson. Ha detto che prima d'accettare il suo agente deve approvare il copione, poi lo deve approvare la madre, a cui è molto legata. Dopo di che lo deve approvare la madre dell'agente. A trattativa in corso ha cambiato agenti; poi ha cambiato madri. Ha un grande talento, ma a volte è un po' irrequieta.

1 giugno
Arrivato a Barcellona. Sistemazione di prima categoria. Hanno promesso all'albergo mezza stella l'anno prossimo se nel frattempo avranno installato l'acqua corrente.

5 giugno

Le riprese sono cominciate con qualche difficoltà. Rebecca Hall, nonostante la giovane età e nonostante sia al suo primo ruolo importante, è un po' più caratteriale di quel che pensavo e mi ha cacciato dal set. Ho spiegato che il regista dev'essere presente per girare il film, ma per quanto ci abbia provato non sono riuscito a convincerla e mi sono dovuto travestire da fattorino del catering per reintrodurmi di soppiatto sul set.

15 giugno

Il lavoro finalmente ingrana. Girata una torrida scena d'amore oggi tra Scarlett e Javier. Fosse stato solo qualche anno fa, la parte di Javier l'avrei fatta io. Quando l'ho detto a Scarlett, lei ha detto: "Ah", con un'intonazione enigmatica. Scarlett è arrivata in ritardo sul set. L'ho rimproverata aspramente, spiegandole che non tollero la svogliatezza nei miei attori. Lei mi ha ascoltato rispettosamente, anche se mentre parlavo mi è sembrato di notare che alzasse il volume del suo iPod.

20 giugno
Barcellona è una città meravigliosa. Quando giriamo le scene c'è sempre una folla di curiosi. Per fortuna capiscono che non ho tempo per firmare autografi e quindi importunano solo gli attori. Più tardi ho distribuito foto in formato A4 di me che stringo la mano a Spiro Agnew, offrendomi di firmarle, ma ormai la folla si era dispersa.

26 giugno
Riprese alla Sagrada Familia, il capolavoro di Gaudí. Pensavo che ho molto in comune col grande architetto spagnolo. Tutti e due sfidiamo le convenzioni, lui con le sue architetture sconvolgenti, io indossando un bavaglino con su disegnata un'aragosta sotto la doccia.

30 giugno
I giornalieri sembrano buoni; l'idea di Javier di aggiungere la scena imponente di un'invasione di marziani, con mille comparse in costume e complicati dischi volanti, non mi è sembrata un granché, ma ho deciso di girarla comunque per farlo contento, poi la taglierò in sala di montaggio.

3 luglio
Scarlett oggi è venuta da me con una di quelle domande che fanno sempre gli attori, "Qual è la mia motivazione?". Le ho risposto: "Il tuo salario". Lei ha detto sì, va bene, ma ho bisogno di molta più motivazione per continuare. Circa il triplo. Altrimenti parto, ha minacciato. Io ho deciso di vedere il suo bluff e sono partito prima io. Poi è partita lei. A quel punto eravamo un bel po' lontani e dovevamo strillare per sentirci. Poi lei ha minacciato di abbandonare la barca. L'ho abbandonata anch'io e ben presto ci siamo ritrovati in un vicolo cieco. Nel vicolo cieco ho incontrato degli amici e siamo andati tutti quanti a bere: naturalmente alla fine è toccato pagare a me.

15 luglio
Ho dovuto di nuovo aiutare Javier con le scene di sesso. Il copione prevedeva che afferrasse Penélope Cruz, le strappasse i vestiti di dosso e la violentasse in camera da letto. Gli avranno pure dato l'Oscar, ma per le scene di passione gli serve qualcuno che gli faccia vedere come si fa. Ho afferrato Penélope e con un rapido movimento le ho strappato i vestiti di dosso. Destino ha voluto che non avesse ancora indossato il costume di scena, perciò quello che ho fatto a brandelli era il suo costoso abito da sera. Imperterrito, l'ho scagliata per terra di fronte al caminetto e mi sono lanciato su di lei. Quella sfacciata è rotolata via un secondo prima del mio atterraggio, causandomi la spaccatura di certi denti indispensabili sulle mattonelle del pavimento. Con un dentista bravo, entro agosto dovrei poter ricominciare a mangiare cibi solidi.

30 luglio
I giornalieri sembrano davvero fantastici. Probabilmente è ancora presto per cominciare a pianificare la campagna per l'Oscar. Ma buttare giù qualche appunto per il discorso di ringraziamento mi risparmierà un po' di tempo più avanti.

3 agosto
Immagino che sia uno degli inconvenienti del mestiere. Un regista è in parte insegnante, in parte strizzacervelli, in parte figura paterna, in parte maestro spirituale. C'è da stupirsi che col passare delle settimane Scarlett e Penélope si siano prese entrambe una cotta per me? Fragilità del cuore femminile. Vedo il povero Javier che mi guarda con invidia mentre le attrici mi divorano con gli occhi, ma ho spiegato al ragazzo che lo sfrenato desiderio femminile per un'icona del cinema, specialmente se dotata di quel mio sogghigno di fredda padronanza di sé, è qualcosa che bisogna aspettarsi. Quando la mattina arrivo sul set lavato e profumato, tra Scarlett e Penélope si scatena una contesa virtuale per il possesso del mio corpo. Non amo mescolare il lavoro con il piacere, ma per riuscire a portare a termine il film forse sarò costretto a saziare la bramosia di entrambe, a turno. Potrei concedere a Penélope il mercoledì e il venerdì, assecondando le voglie di Scarlett il martedì e il giovedì. Così rimarrebbe libero il lunedì per Rebecca, che ho fermato appena in tempo prima che si tatuasse il mio nome sulla coscia. Finite le riprese mi andrò a bere un bicchiere con le donne del cast e stabilirò alcune regole di base. Forse il vecchio sistema delle tessere annonarie potrebbe funzionare.

10 agosto
Oggi ho diretto Javier in una scena emotiva. Ho dovuto leggergli la sua parte per fargli vedere come recitarla. È sufficiente che mi imiti. Se prova a recitare di testa sua, tempo un minuto e si smarrisce. Poi si mette a piangere e si chiede come potrà continuare a vivere quando io non sarò più il suo regista. Io gli spiego educatamente ma con fermezza che deve cercare di fare del suo meglio senza di me e cercare di ricordarsi i miei suggerimenti. È servito a tirarlo su di morale: l'ho capito perché quando ho lasciato la sua roulotte ho sentito che l\ui e i suoi amici ridevano a crepapelle.

20 agosto
Ho fatto l'amore simultaneamente con Scarlett e con Penélope per cercare di farle star buone. Questo ménage a' trois mi ha dato una grande idea per il punto culminante del film. Rebecca continuava a battere alla porta e alla fine l'ho lasciata entrare, ma questi letti spagnoli sono troppo piccoli per quattro e quando è salita su anche lei io continuavo a cascare per terra. Oggi fine della produzione. Festa d'addio come al solito un po' triste. Ho fatto un ballo lento con Scarlett. Le ho fratturato un alluce. Non è stata colpa mia. Gliel'ho pestato quando mi ha piegato all'indietro per il casqué.

25 agosto
Penélope e Javier non vedono l'ora di lavorare nuovamente con me. Mi hanno detto, "Se hai un'altra sceneggiatura, prova a scovarci". Brindisi d'addio con Rebecca. Momento sentimentale. Tutti quelli del cast e della troupe hanno fatto una colletta e mi hanno regalato una penna biro. Ho deciso di intitolare il film Vicky Cristina Barcelona. I capi della produzione hanno visto tutto il girato. A quanto sembra gli piace da impazzire, fotogramma per fotogramma: per la prima, stanno pensando a un lebbrosario. Eh, potere vuol dire solitudine.

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Traduzione di Fabio Galimberti

Traduzione di Fabio Galimberti